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Cronaca

L’inferno di una coppia: coinquilino di 80 anni abusa sessualmente della compagna e della figlia di 4 anni

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L’inferno di una coppia: coinquilino di 80 anni abusa sessualmente della compagna e della figlia di 4 anni

CasoGarbatella In un appartamento romano, una giovane coppia e la loro bambina di 4 anni si ritrovano in un dramma da film: palpeggiamenti, minacce con coltello e scazzottate tra coinquilini – scopri l’incredibile storia che ha sconvolto tutti!

La convivenza che diventa un incubo

Una giovane coppia, lei di 23 anni e lui di 31, aveva scelto di trasferirsi in un appartamento condiviso a Garbatella, vicino alla metropolitana, solo tre mesi prima. L’idea era semplice: una stanza per loro e la figlia piccola, con bagno e cucina da dividere con altri inquilini, tra cui un uomo di 80 anni. Ma quella che sembrava una soluzione economica si è trasformata in un vero e proprio calvario, con denunce incrociate e un clima di tensione sempre più esplosivo.

Lo scoppio della violenza improvvisa

Tutto precipita a inizio novembre 2020, quando l’80enne approfitta dell’assenza del compagno della donna. Mentre lei prepara la cena con la figlia, l’uomo si avvicina e, secondo la denuncia, inizia ad accarezzare il sedere della bambina di appena 4 anni, per poi palpeggiare la madre. Le frasi successive sono ancora più inquietanti: “Tanto il tuo ragazzo sta lavorando, non sa niente, andiamo in camera”, le avrebbe detto, scatenando una lite furiosa.

Minacce e tensione al massimo

La discussione si infiamma, e l’80enne, secondo la ricostruzione, afferra un coltello da cucina per minacciare la donna: “Hai una settimana di tempo per lasciare casa”. Terrorizzata, lei chiama il compagno, che rientra di corsa. Ma la situazione non si placa: l’uomo impugna di nuovo il coltello, puntandolo contro il 31enne e urlando “Ti ammazzo”. Poche ore dopo, un altro confronto per via della musica a volume alto ripete lo stesso scenario, con minacce di morte che alimentano la paura.

Le denunce e il processo in corso

Il clima in casa diventa insostenibile, e pochi giorni dopo una nuova lite sfocia in aggressione fisica. Stavolta, il 31enne colpisce l’80enne con pugni al volto e alla testa, causandogli ferite per 20 giorni di prognosi. Ora, entrambi finiscono sotto i riflettori della giustizia: l’anziano accusato di violenza sessuale e minacce, mentre il compagno della donna è imputato per lesioni personali. Una storia che lascia senza fiato e fa riflettere su quanto possa degenerare una semplice convivenza.

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Cronaca

L’onda rosa conquista Roma: Race for the Cure e i suoi 150mila partecipanti

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L’onda rosa conquista Roma: Race for the Cure e i suoi 150mila partecipanti

HaiMaiVistoUnaMareaRosaCosìPotente Che ha invaso Roma per combattere i tumori al seno? #RaceForTheCure #PrevenzioneSalvaVite #DonneInRosa

L’Evento

Immagina una folla colorata e travolgente che trasforma le strade di Roma in un simbolo di speranza: è l’edizione n.26 della Race for the Cure, dove oltre 150mila persone hanno marciato unite contro i tumori al seno. Quale segreto nasconde questa manifestazione globale di Komen Italia? Le storie di donne coraggiose che sfidano la malattia con un messaggio potente: non sei sola nella lotta. E proprio la presidente del Comitato d’Onore, Laura Mattarella, ha definito la sua partecipazione un impegno “convinto”, ricordando a tutti che la prevenzione potrebbe essere la chiave per sconfiggere il nemico invisibile.

Le Testimonianze

Cosa accade quando le voci delle sopravvissute rubano la scena al Circo Massimo? Ecco le “Donne in Rosa”, eroi moderni che condividono storie in grado di emozionare e ispirare, proprio come ha sottolineato il sindaco Roberto Gualtieri, definendo l’evento un “miracolo civile”. Queste testimonianze non solo sensibilizzano sull’importanza della diagnosi precoce, ma offrono una luce di speranza alle circa 56.000 donne in Italia che affrontano ogni anno questa battaglia. Guarire è più che possibile: per oltre il 90% di loro, un controllo tempestivo fa la differenza assoluta.

Gli Ospiti

E se ti dicessimo che star del calibro di Maria Grazia Cucinotta e Rosanna Banfi si uniscono a politici e atleti per un obiettivo comune? La Race for the Cure, inserita nel calendario giubilare, ha visto sorprese mozzafiato come l’illuminazione in rosa della Nave Vespucci e un lancio acrobatico con il Tricolore. Sul palco, figure come la presidente di Komen Italia Daniela Terribile, il ministro Maria Elisabetta Alberti Casellati e altre personalità hanno amplificato il messaggio, trasformando l’evento in una festa di solidarietà che ha raccolto fondi grazie a migliaia di volontari e aziende come Acea. Preparati a stupirti!

L’Impegno

Scopri come questa onda rosa continua a espandersi: grazie alla Race for the Cure, Komen Italia ha già investito oltre 31 milioni di euro in progetti di ricerca e prevenzione. L’avventura non si ferma a Roma – prossimamente toccherà Bari, Bologna, Brescia, Matera e perfino numerosi comuni della Campania. Il “popolo rosa” è inarrestabile, e chissà quali nuove storie emergeranno da queste tappe!

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L’istruttore e la condanna a due anni: una storia da scoprire

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L’istruttore e la condanna a due anni: una storia da scoprire

HaiMaiPensatoCheUnaLezioneDiGuidaPotesseDiventarsiUnIncubo? #MeToo #GiustiziaServita

I Fatti Shocking

Immagina una giovane studentessa di 21 anni, piena di sogni e determinazione, che decide di prendere la patente per aiutare il padre malato. Ma durante le lezioni estive a Roma, in una scuola guida di zona Furio Camillo, il suo istruttore ultrasettantenne inizia a oltrepassare ogni limite: frasi ambigue, tocchi indesiderati e persino un tentativo di abusarla. Lei, paralizzata dalla paura, prosegue le lezioni già pagate, ma quando le cose degenerano con un bicchierino di whisky e un attacco più esplicito, trova il coraggio di denunciare. Sarà questa la svolta che cambia tutto?

Il Processo che Ha Lasciato Tutti Senza Parole

I giudici hanno creduto alla sua storia, condannando l’istruttore a due anni e un mese per violenza sessuale e tentati abusi. Il pubblico ministero ha sottolineato come la giovane fosse in soggezione di fronte a una figura autorevole, e nonostante le avances, non poteva semplicemente andarsene dopo aver pagato. Ma cosa ha detto la difesa? Ha provato a insinuare un consenso implicito per la mancanza di reazione, ma la vittima ha ribattuto con forza: “Ero bloccata dal terrore, non potevo reagire!”. L’avvocatessa del Telefono Rosa, che l’ha assistita, è entusiasta: “L’importante era che il reato fosse riconosciuto, per proteggere altre ragazze da questo predatore”. Una vittoria che fa riflettere su quante storie del genere restino nascoste.

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