Attualità
Perché infilare un tappo di sughero nel frigorifero un trucco bizzarro che funziona meglio del previsto?

Hai mai immaginato che un tappo di sughero possa essere la chiave per un frigorifero più fresco e senza odori sgradevoli? #TrucchiGeniali #CasaSostenibile
Immaginate di trasformare un semplice scarto di una bottiglia di vino in un supereroe nascosto nel vostro frigorifero, combattendo umidità e cattivi odori per preservare gli alimenti. È incredibile come un oggetto così banale possa nascondere potenzialità insospettate, rendendo la vita in cucina più semplice e eco-friendly – scopriamo insieme questo trucco che potrebbe stupirvi!
Le sorprendenti proprietà del tappo di sughero al servizio del vostro frigorifero
Sì, avete letto bene! Questo piccolo tappo, che conosciamo soprattutto per chiudere le bottiglie, ha molte più qualità di quanto si possa immaginare. Composto da un materiale naturale, il sughero è noto per il suo eccellente potere assorbente e possiede anche interessanti proprietà antifungine. In poche parole, è un alleato discreto contro l’umidità e gli odori sgradevoli, perfetto per un frigorifero soggetto a sbalzi di temperatura.
Dite addio all’umidità eccessiva grazie a questo piccolo accessorio naturale
L’eccessiva umidità nel frigorifero è un vero incubo, favorendo la formazione di muffa e accelerando il deterioramento di frutta, verdura e avanzi. Ma ecco il colpo di scena: il tappo di sughero assorbe naturalmente l’umidità in eccesso, agendo come una mini spugna. Trattenendo l’acqua condensata, impedisce la muffa e rallenta l’invecchiamento precoce dei cibi – un gesto semplice che vi farà dire addio a sprechi inutili!
Cattivi odori nel frigorifero? Ecco la vostra nuova soluzione efficace!
E se vi dicessi che lo stesso tappo può eliminare quegli odori forti e persistenti che invadono il frigorifero? Grazie alle sue proprietà assorbenti e antimicotiche, cattura gli effluvi sgradevoli da formaggi stagionati o verdure dimenticate. Posizionatelo strategicamente e vedrete come blocca la diffusione, trasformando il vostro spazio refrigerato in un ambiente più invitante – perché non provarlo subito per un frigorifero sempre impeccabile?
Questi piccoli accorgimenti, come utilizzare tappi puliti e rinnovarli regolarmente, vi aiuteranno a massimizzare i benefici. Proprio come una scoperta nascosta che rivoluziona le abitudini quotidiane, il sughero rivela i suoi segreti grazie a una struttura unica che assorbe e protegge con efficacia sorprendente.
Attualità
Roma, giovane cuoco ucciso al parco: si indaga su una tentata rapina, ma il portafoglio era intatto

Tragedia alla Montagnola, nella periferia sud della Capitale: Mamun Miah, 27 anni, cittadino del Bangladesh e cuoco in un ristorante di piazza Venezia, è stato trovato senza vita al parco della Solidarietà, nei pressi del civico 393 di via Cristoforo Colombo. Il giovane è stato colpito al torace da una coltellata che non gli ha lasciato scampo, l’aggressore è fuggito ed è tuttora ricercato.
L’ipotesi investigativa principale resta quella della rapina finita male. Secondo alcuni amici della vittima, connazionali che spesso trascorrevano con lui le serate nel parco dopo il lavoro, Mamun avrebbe reagito a un tentativo di furto ed è stato accoltellato. I testimoni, pur trovandosi a una certa distanza al momento dell’attacco, raccontano di averlo visto discutere animatamente con un uomo nei pressi di un centro sportivo, non lontano dalla sua abitazione in via dell’Arcadia.
Ma il dettaglio che lascia perplessi è che nella tasca dei pantaloni del giovane è stato rinvenuto il portafoglio, completo di denaro e documenti. Un elemento che complica la lettura del movente: perché uccidere per rapinare, se poi l’aggressore fugge a mani vuote?
A destare ulteriori sospetti è l’identikit tracciato dagli amici di Mamun, che indicano come possibile responsabile un senzatetto della zona, noto per aggirarsi nei pressi del parco. Al momento, però, l’uomo non è stato rintracciato.
I carabinieri della compagnia Eur, insieme ai colleghi della stazione di San Sebastiano, stanno conducendo le indagini e sono già state acquisite le immagini delle videocamere di sorveglianza presenti nell’area per cercare di identificare chi fosse nei paraggi al momento del delitto. Sarà anche l’autopsia a fornire risposte decisive, chiarendo l’esatta dinamica dell’aggressione e se la vittima abbia tentato di difendersi.
Mamun Miah viveva da solo e lavorava duramente per mantenersi. I familiari, rimasti in Bangladesh, sono stati avvisati della tragedia. Nel frattempo, la comunità bengalese di Roma è sotto shock e chiede giustizia per un giovane la cui unica colpa sembra essere stata quella di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Un omicidio così brutale, in un contesto apparentemente tranquillo, riaccende i riflettori sulla sicurezza nelle aree periferiche della città: luoghi spesso dimenticati, dove la presenza delle forze dell’ordine non è costante e il degrado sociale favorisce l’emergere di situazioni pericolose. La morte di Mamun Miah non può restare solo una notizia di cronaca: deve spingere a riflettere su come tutelare davvero chi lavora onestamente e cerca solo una vita dignitosa.
Ultime Notizie Roma
Quando la fede diventa spettacolo: il caso del nuovo imam di Bologna

La figura dell’imam, tradizionalmente, ha un ruolo fondamentale: guida spirituale, punto di riferimento religioso e promotore di dialogo e di pace nella comunità. Ma cosa accade quando la predicazione si trasforma in spettacolo social, e le invocazioni in contenuti virali su TikTok?
È quanto sembra emergere dal caso del nuovo imam di Bologna, subentrato dopo che lo storico imam Zulfiqar Khan è rimasto bloccato in Pakistan per motivi di sicurezza nazionale. Il nuovo arrivato, giovane e popolare, ha portato con sé un linguaggio decisamente più acceso, una comunicazione più aggressiva e una presenza social sempre più invadente.
Le dichiarazioni dell’imam, come quando critica i musulmani che si scambiano gli auguri di Natale, definendo questo gesto inaccettabile perché “a Natale è nato il figlio di Dio, e dire che Allah abbia un figlio è un insulto”, oppure quando afferma che donne e uomini non dovrebbero parlarsi liberamente, non sono semplicemente controverse: sono l’espressione di una visione chiusa e rigida, profondamente in contrasto con i principi di libertà e convivenza che costituiscono le fondamenta della nostra società democratica
Non è questo l’Islam che conosciamo attraverso tante persone musulmane che vivono e lavorano pacificamente in Italia, che credono in una fede fatta di rispetto, carità, umiltà e fratellanza. Non è questo l’Islam che, anche nelle sue interpretazioni più conservatrici, invita al confronto con il mondo e non alla sua demonizzazione.
Ma è proprio qui il punto dolente: il confine tra religione e ideologia, tra fede e potere, tra guida spirituale e influencer radicale. La religione, qualunque essa sia, non può essere usata per intimidire, per imporre un modello di comportamento che nega libertà individuali, specialmente alle donne.
La preoccupazione sollevata da alcune voci politiche non può essere liquidata come semplice allarmismo: siamo di fronte a una forma di radicalizzazione che si traveste da predicazione, ma che nei fatti mina le basi della convivenza civile. Quando un imam, per di più giovane e popolare sui social, usa il pulpito per attaccare, giudicare e dividere, non sta diffondendo fede: sta alimentando una cultura del sospetto, della chiusura e del controllo.
La cosa più pericolosa è che tutto questo avviene sotto gli occhi di tutti, in video che raggiungono migliaia di visualizzazioni e parlano a un pubblico spesso giovane, in cerca di riferimenti e identità.
Continuare a ignorare questi segnali significa lasciare spazio all’estremismo, legittimarlo con il silenzio e permettere che cresca anche dove si dovrebbe invece coltivare il dialogo.
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