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Cronaca

Roma. Come Pollicino seminavano monetine per “raccogliere” le borse delle loro vittime. 3 “Risorse” arrestate

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Roma. Come Pollicino seminavano monetine per “raccogliere” le borse delle loro vittime. 3 “Risorse” arrestate

Furti nei parcheggi con il trucco delle monete: arrestata banda a Roma

Utilizzavano una tecnica ben rodata per derubare ignari cittadini nei parcheggi affollati di supermercati e centri commerciali. Tre persone – due donne e un uomo, tutti di origine cubana – sono state arrestate dagli agenti del Commissariato Romanina con l’accusa di rapina impropria in concorso.

Il modus operandi era sempre lo stesso: mentre le vittime erano impegnate a riporre la spesa o a salire in auto, i malviventi gettavano alcune monete vicino al retro del veicolo, simulando una perdita accidentale. Approfittando della distrazione, uno dei tre sottraeva rapidamente la borsa lasciata incustodita nell’abitacolo.

La banda è stata individuata dagli agenti mentre si trovava a bordo di un’auto risultata già segnalata per un furto avvenuto due giorni prima in un supermercato a Velletri. Dopo aver monitorato i loro spostamenti, i poliziotti hanno assistito al ripetersi dello stesso schema criminale in varie zone, tra cui Acilia, Dragona, Ostia Antica e Fiumicino.

Il blitz è scattato davanti a un supermercato di via della Scafa, dove i tre sono stati colti in flagranza mentre derubavano un’anziana signora con lo stesso trucco delle monete. Tentando la fuga, l’uomo alla guida ha speronato l’auto della polizia, e tutti e tre hanno poi cercato di colpire gli agenti una volta scesi dal veicolo. La loro resistenza, tuttavia, è stata vana: sono stati bloccati e arrestati.

La refurtiva è stata restituita alla vittima, mentre all’interno dell’auto sono stati trovati 500 euro in contanti, ritenuti il probabile provento dell’attività illecita. L’Autorità Giudiziaria ha convalidato l’arresto, disponendo la custodia cautelare in carcere presso la casa circondariale di Civitavecchia.

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Gesù rivisitato: provocazione artistica o cancellazione simbolica?

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Gesù rivisitato: provocazione artistica o cancellazione simbolica?
Sta facendo discutere la scelta di affidare all’attrice britannica Cynthia Erivo – donna, nera e apertamente omosessuale – il ruolo di Gesù nel celebre musical Jesus Christ Superstar. Una decisione che viene vista da alcuni come un atto di coraggio e inclusività, ma per altri rappresenta un ulteriore passo verso lo svuotamento dei simboli identitari in nome di una visione ideologica.

Non si tratta, come spesso viene sostenuto in questi casi, di razzismo o omofobia. Il talento di Erivo è fuori discussione, così come il diritto del teatro di sperimentare linguaggi nuovi. Tuttavia, è lecito porsi una domanda: perché modificare radicalmente l’identità di una figura simbolica universale come Gesù Cristo?La figura di Gesù – maschile, ebraica, storicamente e religiosamente connotata – ha attraversato i secoli mantenendo un valore spirituale e culturale ben preciso; cambiarne l’aspetto, il genere e il profilo identitario non è un dettaglio creativo, ma un atto profondamente ideologico, un segnale del nostro tempo, in cui ogni rappresentazione tradizionale viene riscritta per adattarsi a criteri di inclusione sempre più rigidi e imposti.

L’inclusività è un valore importante, ma quando diventa un obbligo culturale che trasforma ogni simbolo in qualcosa di instabile e privo di radici, rischia di ottenere l’effetto opposto: non più unire, ma confondere.

Quando tutto può essere tutto, allora nulla ha più significato, e in questo caso non si rompe un tabù per cercare nuove verità, ma si sostituisce un simbolo per riscrivere ciò che rappresenta.

E il pubblico ha il diritto di chiedersi dove finisce l’arte e dove comincia l’ideologia.

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Omicidio a Racale: quando la violenza nasce dentro casa

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Omicidio a Racale: quando la violenza nasce dentro casa

Una donna uccisa a colpi d’accetta dal figlio, una casa di famiglia trasformata in scena del crimine. A Racale, nel leccese, il pomeriggio del 17 giugno si è consumato un delitto che sconvolge un’intera comunità: Teresa Sommario, 53 anni, è stata trovata senza vita nel proprio appartamento, colpita ripetutamente alla testa e al petto. L’aggressore è il figlio maggiore, Filippo Manni, 21 anni, fermato poco dopo in stato confusionale.

Il dettaglio più inquietante, oltre alla brutalità del gesto, è la sua matrice familiare…la violenza, ancora una volta, non arriva dall’esterno: avviene tra le mura domestiche, dove dovrebbe esserci protezione, affetto o almeno convivenza. Non è un caso isolato, il contesto di conflittualità all’interno della famiglia Sommario era noto ai vicini: litigi frequenti e tensioni che, probabilmente, covavano da tempo.

Resta da capire come e perché questa tensione sia esplosa in modo tanto estremo. È una domanda che accompagna ogni caso di cronaca nera in ambito familiare, ma che continua a non trovare chiarimenti adeguati. Il delitto di Racale ci mette davanti, ancora una volta, al nodo irrisolto della violenza che nasce all’interno di legami affettivi spezzati e distorti.

Il figlio minore, presente al momento dell’aggressione, lancia l’allarme. Anche questo elemento pesa: i figli come testimoni, e spesso vittime indirette, di drammi che segnano per sempre intere esistenze.

L’indagine chiarirà i contorni esatti della vicenda, il movente preciso e le responsabilità. Ma sullo sfondo resta una considerazione difficile da ignorare: le fratture all’interno della famiglia, quando ignorate o sottovalutate, possono degenerare e trasformare una casa qualunque nel teatro di una tragedia.

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