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Xiaomi SU7 travolta da 400 cause legali per un cofano da competizione da 5200 euro privo di utilità

XiaomiScandalo: Hai mai comprato un’auto pensando di avere un vantaggio da corsa, solo per scoprire che è solo un’illusione?
Xiaomi, il gigante della tecnologia che ha conquistato il mondo con i suoi gadget, sta ora affrontando una tempesta di polemiche nel settore automobilistico con la sua SU7 Ultra, l’auto elettrica che prometteva di surclassare rivali come Porsche e Tesla a un prezzo da capogiro. Con prenotazioni che si sono esaurite in soli 10 minuti, sembrava un trionfo, ma ora centinaia di proprietari insoddisfatti stanno alzando la voce per un accessorio opzionale che non mantiene le promesse, trasformando un successo in una crisi di immagine che non puoi ignorare.
Tra le opzioni più chiacchierate per la SU7 Ultra c’era un cofano aerodinamico da competizione, venduto come un vero potenziamento per le prestazioni. Ma secondo i reclami, questo pezzo non è altro che un accessorio estetico, con un creatore di contenuti che l’ha smontato per rivelare la verità: non c’è alcuna differenza sostanziale rispetto a un cofano standard. I proprietari parlano apertamente di “pubblicità ingannevole” e chiedono che Xiaomi si assuma la responsabilità.
Il Cofano che Non Funziona Come Promesso
L’azienda aveva promosso questo cofano come un elemento con estrattori d’aria per migliorare il raffreddamento, proprio come nei veicoli da competizione. Peccato che, essendo tutto a raffreddamento liquido nella SU7 Ultra, non serva assolutamente a nulla. A un costo di 5.300 dollari, è un optional che ha lasciato più di 400 clienti furiosi, accusando Xiaomi di aver esagerato le specifiche per attirare acquirenti.
Reazioni Esplosive dai Clienti
Più di 300 proprietari non si accontentano di un semplice rimborso: vogliono indietro l’intero valore dell’auto. Xiaomi ha provato a calmare le acque offrendo scuse sui social network per una “comunicazione poco chiara” e proponendo 20.000 punti fedeltà oltre al cofano base in alluminio. Ma la risposta? Un rifiuto netto, con i clienti che continuano a organizzare reclami collettivi per ottenere giustizia.
La Crisi Si Allarga
Non è tutto: questa polemica si aggiunge a un incidente mortale ad aprile, dove una SU7 ha preso fuoco durante un viaggio con il sistema di guida autonoma attivo, portando a indagini e riduzioni di potenza dell’auto. Il CEO di Xiaomi ha definito le ultime settimane le più difficili della storia aziendale, e con clienti sempre più arrabbiati, ci si chiede se questa possa essere la fine della corsa per l’ambizioso debutto di Xiaomi nel mondo delle auto elettriche.
Attualità
Olio d’oliva italiano in guai: prezzi truccati, indagine svela deficit da 25 miliardi

HaiMaiPensatoAlScandaloDellOlioDItalia? Scopri come il prezzo del tuo olio d’oliva preferito potrebbe essere manipolato, lasciando produttori in ginocchio nonostante i dati che urlano allarme!
Il settore oleario italiano, che doveva essere il salvatore dell’economia agricola, sta affrontando una crisi che nessuno si aspettava. Giancarlo Bianchi, segretario generale di Coldiretti, ha tuonato: “Siamo qui perché i dati sono inequivocabili e allarmanti: c’è uno scarto ingiustificato di oltre due euro al chilo tra il prezzo reale all’origine dell’olio d’oliva (3,5 euro al chilo) e il valore che dovrebbe avere (5,55 euro al chilo)”. Queste parole, pronunciate durante un’esposto all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, rivelano un potenziale caso di manipolazione che sta accendendo i riflettori su un mercato apparentemente “semplice”, ma pieno di anomalie.
Manipolazione del mercato?
Da mesi, gli olivicoltori italiani segnalano prezzi all’origine che non quadrano, con variazioni che vanno oltre le fluttuazioni normali. Il prezzo dell’olio d’oliva dipende principalmente dalle scorte disponibili, eppure ora è drammaticamente più basso di quanto ci si aspetterebbe. Cosa sta succedendo dietro le quinte? Questa discrepanza potrebbe nascondere pratiche che alterano il mercato, lasciando i produttori a contare le perdite.Un’indagine approfondita
Preoccupati da questa situazione, il Consorzio Olivicolo Italiano ha ordinato uno studio approfondito a ricercatori delle Università di Perugia, Bari e del Centro di Ricerca per l’Olivicoltura. Le loro conclusioni? Lo squilibrio è reale e più grave del previsto, con implicazioni che potrebbero sconvolgere l’intero settore. Ma è solo l’inizio di una storia che merita di essere indagata fino in fondo.
Siamo di fronte a un reato?
L’alterazione dei prezzi potrebbe essere illegale secondo le norme sulla concorrenza, e se provata, rappresenterebbe un reato serio. Per ora, ci sono indizi solidi – come stime di perdite fino a 2,5 miliardi – ma dimostrare accordi illeciti è una sfida. Le autorità devono intervenire per proteggere un settore vitale, che nonostante una crescita del 12% annuo, rischia la chiusura di oltre 300 frantoi nei prossimi anni, minacciando l’economia di territori già in difficoltà.
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Problemi a SpaceX: Elon Musk deve intervenire prima del nono lancio di Starship, caos nella sede

È scoppiato lo scandalo dietro le quinte di SpaceX? #SpaceXInCrisis
Ex dipendenti di SpaceX stanno facendo tremare le basi dell’azienda con accuse di una cultura lavorativa tossica e inquietanti falle di sicurezza, proprio mentre si avvicina il nono volo di prova della Starship. In un momento di tensioni altissime, voci dall’interno rivelano un ambiente di lavoro che potrebbe minacciare il futuro del colosso spaziale, lasciando tutti a chiedersi: cosa sta succedendo davvero nel regno di Elon Musk?
Accuse choc da chi ha lavorato sul fronte
Negli ultimi giorni, sono emerse denunce scottanti su social network come X, dove ex impiegati descrivono Starbase, la sede texana di SpaceX, come un luogo di caos e disillusione. Morgan Wyatt Khan, un ex addetto all’installazione dei motori di Starship, lamenta di aver abbandonato un lavoro amato a causa del “comportamento ripugnante e demoralizzante della direzione”. Nei suoi messaggi, denuncia furti, rischi come esposizioni all’azoto e persino “pietre, viti, spazzatura e rifiuti umani” nei razzi, oltre a problemi ignorati su sistemi idraulici difettosi. È possibile che questi guai nascano da una progettazione negligente o dal fatto che “Elon ha lasciato SpaceX in pilota automatico mentre si dedica alle sue avventure alla Casa Bianca”?
La gestione sotto accusa: storie di esaurimento e negligenza
Dylan Small, che ha contribuito al Falcon 9 e poi allo Starship, etichetta la gestione di Starbase come “terribile”. Racconta di aver contratto la tubercolosi sul lavoro, con l’azienda che ha risposto in modo “assolutamente inaccettabile”, offrendo “zero sostegno reale e una totale mancanza di attenzione”. Small aggiunge che ingegneri si appropriavano di idee altrui, che le sue proposte per orari più efficienti sono state respinte, e che non aveva mai visto “un tale turnover di personale e disfunzioni amministrative”. “Amici con più di 15 anni di esperienza in SpaceX si chiedono cosa diavolo sia successo”.
Nonostante le ombre, c’è una nota di speranza nelle parole di Small: “Il morale è basso. Le persone sono esaurite e iniziano a sentirsi abbandonate. Per favore, torna”. Questa invocazione ha colpito nel segno, con Elon Musk che ha confermato il suo ritorno a Starbase la prossima settimana per un discorso prima del lancio, alimentando la curiosità su come risolverà questa crisi interna. Mentre la Starship 35 si prepara al decollo, tutti gli occhi sono puntati su SpaceX: il gigante dello spazio riuscirà a spegnere le fiamme del malcontento?
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