Attualità
Muore dopo liposuzione con Lizarraga, un’altra paziente denuncia: stavo per crepare e lui si rifiutava di portarmi in ospedale

Scopri l’incubo nascosto dietro una liposuzione fatale: una paziente rivela dettagli choc! #SaluteInPericolo #InterventiChirurgici
Immaginate di affidarvi a un intervento di routine per migliorare il vostro aspetto, solo per ritrovarvi in un vero e proprio incubo che sfiora la tragedia. È quanto accaduto in un caso che sta scuotendo Roma, dove una paziente è morta dopo una liposuzione praticata dal dottor Lizarraga, alimentando interrogativi e paure su procedure mediche che sembrano promettere bellezza, ma nascondono rischi inimmaginabili.
La storia che ha sconvolto tutti
La vicenda ruota attorno a un decesso avvenuto in circostanze drammatiche, con testimonianze che emergono ora e catturano l’attenzione pubblica. Fonti vicine al caso parlano di un intervento che ha preso una piega letale, lasciando parenti e amici a chiedersi cosa sia andato storto in una clinica che prometteva risultati infallibili.Una testimonianza diretta e agghiacciante
Altre pazienti hanno condiviso esperienze che aggiungono suspense alla storia, come quella di una donna che ha dichiarato: “Stavo per morire anche io, non voleva portarmi in ospedale”. Queste parole, cariche di tensione, stanno spingendo inchieste e dibattiti sul mondo della chirurgia estetica, facendoci domandare: quali segreti si celano dietro queste procedure?
Attualità
Tamara Ianni e la forza di rompere il silenzio. Una voce contro la mafia di Ostia

In un’Italia dove troppo spesso il silenzio è più forte della giustizia, la storia di Tamara Ianni è un grido potente che squarcia il complice silenzio; ex affiliata a uno dei clan criminali più feroci di Ostia, oggi è una collaboratrice di giustizia. Una donna, una madre, che ha scelto di denunciare, mettendo a rischio tutto, persino la vita della propria famiglia, pur di dire basta.
Il suo nome è emerso ancora una volta grazie a Belve Crime, programma condotto da Francesca Fagnani, che ha avuto il coraggio di affrontare in prima serata temi molto delicati. Nella sua intervista a volto coperto, Tamara Ianni ricorda i momenti che hanno segnato il suo passaggio da complice a testimone chiave nella lotta contro il clan Spada, una delle organizzazioni mafiose più temute del litorale romano; con le sue confessioni e quelle del marito, Micheal Galloni – nipote del boss rivale Giovanni Galleoni detto Baficchio – lo Stato è riuscito ad arrestare 32 membri del clan Spada nel 2018. Una frattura storica nella criminalità organizzata della capitale.
Il prezzo pagato da Tamara Ianni per aver scelto di parlare è stato altissimo, tra intimidazioni, violenze e minacce al figlio di appena due anni: e un boss con lamette infette in bocca, pronto a sputare sangue sul volto di un bambino innocente, nel tentativo di seminare terrore e sottomissione. In quel momento, Tamara ha alzato la testa, non per sé, ma per salvare suo figlio, e in quel gesto si concentra tutta la forza di una donna che ha deciso di rompere la catena del silenzio.
La sua non è solo una testimonianza processuale, è una lezione morale, un atto di coraggio che dimostra come la mafia possa essere affrontata, smascherata e persino colpita nei suoi equilibri più profondi, a patto che chi sceglie di parlare non venga lasciato solo, ma sostenuto, protetto, accompagnato da uno Stato che mantenga la promessa di giustizia.
Ed è proprio qui che si apre una ferita ancora aperta, una domanda scomoda e urgente: cosa stiamo facendo davvero per chi decide di denunciare? L’attentato del 2018, con un ordigno piazzato sulla casa dove Tamara viveva sotto protezione, ci ricorda che il rischio non finisce con una condanna, che la vendetta mafiosa è lenta, subdola, pronta a colpire nel tempo, e che chi collabora con la giustizia spesso è condannato a un’esistenza precaria, fatta di traslochi improvvisi, identità cancellate, isolamento sociale…
In un’Italia dove la criminalità organizzata continua a infiltrarsi nelle periferie, nei quartieri dimenticati, nei vuoti lasciati dalle istituzioni, figure come Tamara Ianni dovrebbero essere riconosciute come figure esemplari, simboli di un cambiamento possibile, di una scelta che, pur nel dolore, ha un valore collettivo enorme. Ma quante donne, quante madri, troverebbero la forza di fare lo stesso, sapendo di dover rinunciare a tutto, anche al diritto di vivere una vita normale?
Per questo la sua storia va ricordata, raccontata, portata nelle scuole, nelle piazze, nei luoghi della politica e della formazione, perché i giovani capiscano che la mafia non è invincibile e che dire no è possibile.
A volte, il vero eroismo non è nell’impugnare un’arma, ma nel trovare il coraggio di rompere il silenzio, anche quando tutti ti dicono di tacere.
Attualità
Chi è Jose Lizarraga Picciotti, il chirurgo coinvolto nella morte di una 46enne dopo liposuzione?

TragediaInSalaOperatoria Hai mai pensato a cosa può nascondere un’operazione di routine? Scopri i dettagli inquietanti su Jose Lizarraga Picciotti, il chirurgo al centro di un caso che sta facendo discutere il mondo della medicina!
Immaginate una procedura estetica che finisce in tragedia: è proprio ciò che è accaduto a una donna di 46 anni durante una liposuzione. ‘Chi è Jose Lizarraga Picciotti?’ è la domanda che molti si stanno ponendo, con un misto di curiosità e preoccupazione per le implicazioni etiche e professionali.
Il Background del Chirurgo
Jose Lizarraga Picciotti è un professionista del settore medico, noto per la sua esperienza in chirurgia estetica. Ma cosa lo ha portato a questo punto? Fonti indicano una carriera rispettata, yet le circostanze di questo incidente stanno sollevando interrogativi su procedure e protocolli.Le Domande che Affascinano
Mentre le indagini procedono, i dettagli emergenti alimentano l’interesse: come è potuto accadere? Questa storia non solo cattura l’attenzione per i risvolti drammatici, ma anche per le lezioni che potrebbe insegnare sul mondo della chirurgia moderna.
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