Attualità
Hai donato la tua voce al tuo figlio: un gesto potente

Giovanni Cucchi è morto a Roma all’età di 77 anni. Era malato da tempo e il suo nome resta legato alla tragica vicenda del figlio Stefano, deceduto nel 2009 dopo un pestaggio in custodia presso i carabinieri.
L’avvocato Fabio Anselmo, storico legale della famiglia, ha annunciato la scomparsa con un post su Instagram. Ha scritto: “Giovanni, con la tua voce hai dato voce a tuo figlio. Grazie per la tua forza.”
Anselmo ha respinto le accuse infondate che hanno colpito Giovanni per anni. Qualcuno lo aveva dipinto come un padre assente, disinteressato al figlio, persino colpevole di averlo abbandonato. Secondo Anselmo, si trattava di parole false e crudeli, pronunciate “per giustificare l’ingiustificabile” e per ferire una famiglia già devastata dal dolore.
Per confutare quelle calunnie, Anselmo ha condiviso una lettera commovente che Stefano scrisse al padre due anni prima della morte. Giovanni la lesse in tribunale durante uno dei processi: tremava, la voce si spezzava, ma continuò a parlare. In quell’aula, il silenzio ha svelato l’ipocrisia di chi aveva accusato la famiglia di menefreghismo e vergogna.
Quelle parole semplici e autentiche, dice Anselmo, “hanno distrutto anni di odio, menzogne e depistaggi”.
Nel post, Anselmo si è rivolto a chi aveva giudicato senza prove: “A chi ha scritto che Giovanni ‘non c’era’. A chi ha detto che ‘se lo meritava’. A chi ancora oggi commenta senza sapere: leggete questa lettera. È la voce di un figlio che amava suo padre, di un ragazzo che voleva vivere, non morire in una cella. Di una famiglia che non ha mai smesso di esserci.”
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