Cronaca
ROMA Emergenza ospedali e Asl: reparti e servizi chiusi per ferie

ROMA Emergenza ospedali e Asl: reparti e servizi chiusi o accorpati. La rete dell’ictus è sempre la malata grave, azzoppati tre dei quattro centri per il trattamento degli infarti cerebrali ischemici (l’80%, il resto è rappresentato da quelli emorragici). Mancano personale e materiali. E crescono i pericoli di morte e di invalidità delle funzioni cognitive e motorie.
ROMA EMERGENZA OSPEDALI E ASL
C’è posto anche per qualche stramberia estiva nell’assistenza pubblica: il ricorso a medici in affitto per le guardie notturne in Pronto soccorso o lo spostamento (con relativa chiusura di accettazioni e ricoveri) di reparti inaugurati pochi mesi fa sotto le elezioni. È la nuova sanità regionale, sempre commissariata, ma con assessorato in servizio effettivo.
OSPEDALE SAN CAMILLO
Qualche ora fa la direzione sanitaria del San Camillo ha disposto la chiusura temporanea della Chirurgia toracica. Motivo: il trasferimento dal piano terra del padiglione Baccelli al secondo piano. Ma proprio al piano terra a fine febbraio il reparto era stato inaugurato in pompa magna. Ora finirà al posto della Chirurgia pediatrica, scomparsa, perché manca il personale. Nei giorni scorsi, complici le ferie, la direzione sanitaria aveva fatto chiudere uno dei due reparti di Pneumologia e cancellato le degenze dell’Endoscopia toracica. Così al San Camillo le malattie respiratorie sono in affanno.
IL PRONTO SOCCORSO
Come i medici del Pronto soccorso costretti a turni massacranti e a mansioni spurie come l’assistenza a una quarantina di degenti che, non trovando posto nel reparto giusto, stazionano nella front line ospedaliera. La stessa dove le morti sono quasi sei volte di più di quelle del 2000 (erano 64; sono state 400 nel 2017) mentre si è quasi dimezzato il numero degli accessi quotidiani (da 300 a 160). E la direzione che fa? Con una “lettera aperta” ai 3.800 dipendenti cerca i colpevoli tra i sanitari che parlano con i giornalisti invece di riorganizzare l’ospedale. Tutto ciò accade nell’azienda ospedaliera più grande d’Europa. Che resta però il monumento ai “caduti” della rete dell’ictus, avendo l’unico centro di trattamento in funzione (chiuso quello del Gemelli per un guasto all’angiografo; attivi solo di giorno, weekend esclusi, quelli dei Policlinici Umberto I e Tor Vergata). Ma anche al San Camillo, soprattutto in Pronto soccorso, cominciano a scarseggiare stent, guide e cateteri.
POLICLINICO UMBERTO I
All’Umberto l, che è l’ospedale universitario più grande, la musica è la stessa. Con qualche variante “creativa”, come il ricorso a medici in affitto per coprire (“fino al 31 agosto”) 48 turni di guardia notturna in Pronto soccorso. Anche qui, e negli altri ospedali, servizi e reparti accorpati se non chiusi del tutto, dai day hospital ai day surgery, alle Chirurgie, con rinvio a settembre degli interventi programmati.
Cronaca
In nome del Papa, blocco dei bus nel centro di Roma: quali linee si fermano il 26 aprile

RomaInCaosPerIFuneraliDiPapaFrancesco: Scopri come i trasporti pubblici di Roma saranno sconvolti in modo epico per l’evento del secolo!
L’inevitabile stop al trasporto pubblico
Il 26 aprile, il centro di Roma si prepara a un vero e proprio blocco del traffico pubblico per i funerali di Papa Francesco, attirando orde di fedeli e curiosi. Immagina strade affollate e autobus fermi: Atac e il Comune hanno deciso di sospendere quasi tutti i mezzi di superficie che passano vicino al Vaticano o al percorso del corteo funebre. Solo la linea 514 dei tram continuerà a correre, sostituendo temporaneamente le linee 5 e 14.
Le linee più colpite: un elenco che ti lascerà a bocca aperta
Tra le sospensioni più eclatanti, decine di linee bus e tram andranno in vacanza forzata. Niente corse per i bus 30, 34, 40, 46, 51, 64, 70, 71, 100, 117, 119, 280 e 628, mentre i tram 2, 3, 8 e 19 saranno rimpiazzati da autobus. Ma non è tutto: altre linee subiranno deviazioni sorprendenti, come la 16 che aggira Santa Maria Maggiore, la 32 che si ferma a piazzale Clodio senza arrivare a Ottaviano, o la 49 sospesa tra piazza Irnerio e piazza Cavour. Anche la 60 limiterà il percorso tra piazza della Repubblica e piazza Venezia, e la 62 sarà interrotta tra piazza Barberini e la stazione di San Pietro. Alternative smart per non rimanere bloccati
Per evitare il caos totale, Atac consiglia di affidarsi alla metropolitana, che sarà potenziata con corse fino all’1.30 già dalla notte precedente. Nelle notti tra il 25 e il 26, e tra il 26 e il 27 aprile, l’intera rete metro estenderà gli orari. Se stai puntando a San Pietro, scendi alle fermate Cipro o Ottaviano sulla linea A, o usa le ferrovie urbane FL3 e FL5 dalla stazione Roma San Pietro. Chissà quante sorprese ti aspettano in questa giornata storica!
Cronaca
Il decreto del 14 aprile: cosa nasconde?

HaiMaiSentitoParlareDelMissionarioEroeCheHaSfideggiatoIMalavitosiESalvatoVite #BeatoNazarenoLanciotti
Chi era il missionario che ha ispirato Papa Francesco?
Don Nazareno Lanciotti, l’ultimo beato nominato da Papa Francesco, era un sacerdote italiano di Subiaco che ha dedicato la vita ai più bisognosi. Ordinato nel 1966, partì per il Brasile nel 1973, atterrando nella remota regione del Mato Grosso. Qui, in mezzo a comunità disperse nella foresta, si trasformò in un vero e proprio eroe, costruendo ospedali, scuole e chiese con l’aiuto di volontari e persino del suo stesso padre, un esperto di edilizia. Immagina un uomo solo che, a dorso di mulo, porta speranza in luoghi dimenticati dal mondo!
Come ha cambiato la vita di una comunità intera?
In una zona segnata da povertà, droga e prostituzione, Don Nazareno divenne un simbolo di resistenza. Con la sua opera pastorale, aiutò gli ultimi della terra nella diocesi di Jaru, creando una “città giardino” attorno alla chiesa della Madonna del Pilar. Ma cosa lo rendeva così speciale? Non solo costruiva edifici, ma combatteva contro i trafficanti locali, offrendo ai residenti una via d’uscita da un’esistenza di miseria. Potresti chiederti: quanto è coraggioso sfidare il male per aiutare gli altri?Il momento drammatico che ha scioccato tutti
La sua vita pacifica si trasformò in un incubo la sera dell’11 febbraio 2001. Due uomini mascherati irruppero nella sua canonica durante la cena, fingendo una rapina per coprire i loro veri motivi. Don Nazareno, di 61 anni, tentò di calmare la situazione offrendosi al loro posto, ma i killer avevano un obiettivo preciso: eliminarlo perché dava troppo fastidio ai potenti del posto. In un colpo di scena da brividi, lo ferirono con un colpo di pistola e fuggirono, lasciando il denaro sul tavolo. Eppure, in un gesto che lascia senza fiato, prima di morire il 22 febbraio, perdonò i suoi assassini. La polizia arrivò solo il giorno dopo, alimentando i sospetti su chi fosse davvero dietro l’attacco.
La promessa di una cerimonia che non puoi perderti
Ora, la sua eredità vive attraverso la beatificazione, confermata dal Papa con un decreto del 14 aprile. Il postulatore della causa, don Enzo Gabrieli, annuncia che tra pochi mesi ci sarà una cerimonia ufficiale nel Mato Grosso, a Jaru. Persino il vescovo della diocesi di Tivoli e la comunità di Subiaco sono entusiasti di celebrare questo martire moderno. Chissà quali segreti emergeranno da questa storia di fede e coraggio?
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