Cronaca
AUTODEMOLITORI ROMA – Il TAR del Lazio chiede verifiche

Campidoglio, Tar Lazio si esprime su ricorsi autodemolitori Roma. Dovranno restare chiusi in attesa di ulteriori controlli.
Il TAR Lazio si è pronunciato su diversi ricorsi presentati dagli autodemolitori Roma. Le attività di questi sono infatti chiuse perché non adeguate ai requisiti ambientali richiesti o a causa di vincoli paesaggistici e archeologici non superabili.
Per circa 15 impianti situati in via Palmiro Togliatti il TAR ha confermato che in assenza di autorizzazione non è possibile proseguire l’attività di autodemolizione. Inoltre ha chiesto all’Amministrazione di effettuare verifiche in loco, dal momento che i gestori hanno presentato una documentazione assolutamente carente. Nelle prossime settimane Roma Capitale, con il supporto della Polizia Locale, di Arpa Lazio e Città Metropolitana degli accertamenti, richiesti dal Tribunale amministrativo, effettuerà verifiche sui presidi ambientali adottati negli impianti. Il TAR ha richiesto anche il supporto tecnico dell’Ispra, in considerazione della rilevanza della tematica.
L’Amministrazione capitolina, nel corso di questi ultimi mesi, ha intensificato i controlli sulle autorizzazioni per verificare il rispetto di tutte le norme in materia di tutela dell’ambiente, salute pubblica, prevenzione incendi e sicurezza sui luoghi di lavoro. In particolare gli autodemolitori, per poter continuare le loro attività, devono indicare le tipologie e i quantitativi di rifiuti che sono autorizzati a gestire, le operazioni di trattamento, l’elenco dei macchinari presenti e la superficie dell’impianto interessata dalle attività di gestione dei rifiuti. In caso di irregolarità le attività saranno chiuse o riconvertite. È’ stato inoltre avviato un percorso di stabilizzazione delle autorizzazioni, finalizzato a garantire uno sviluppo ecosostenibile della filiera.
Cronaca
Estorsione a Pompi, re del tiramisù: Richiesta di soldi con minaccia di violenza

SvelatoLoScandaloDolciario Il proprietario di una famosa catena di pasticcerie è stato costretto a cedere 130mila euro al cognato, licenziato e finito dietro le sbarre – scopri i dettagli scioccanti di questa faida familiare!
La Faida che Ha Scioccato il Mondo dei Dolci
Immaginate una storia di pasticcini e tradimenti: il titolare di una rinomata catena di pasticcerie si è trovato al centro di una controversia familiare che ha attirato l’attenzione di tutti. Il cognato, precedentemente impiegato nell’azienda, è stato licenziato in tronco e ha poi affrontato guai legali, culminando in una condanna carceraria. Ma cosa ha spinto il tribunale a ordinare un pagamento di 130mila euro? Le speculazioni sono tante, e i dettagli emergono piano piano.
I Retroscena e le Domande Senza Risposta
Dietro le quinte di questo impero dolciario, emergono voci di dispute interne e possibili rancori familiari. Il cognato, ora dietro le sbarre, potrebbe aver rivendicato diritti o risarcimenti legati al suo licenziamento. Questa vicenda solleva interrogativi intriganti: era solo una questione di lavoro o c’è di più? Le fonti vicine al caso parlano di tensioni che potrebbero aver influenzato l’intera catena, lasciando i fan dei dolci a chiedersi cosa succederà dopo.Cronaca
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