Attualità
Inchiesta false cremazioni: Ama al fianco delle Forze dell’Ordine

ROMA Nell’inchiesta sulle presunte false cremazioni Ama si dichiara al fianco delle Forze dell’Ordine. Secondo un’inchiesta giudiziaria avviata dalla Procura di Roma, la truffa sulle cremazioni dei defunti del Cimitero di Prima Porta sarebbe stata messa in atto da alcune agenzie funebri private. A questo proposito Ama si è detta dalla parte delle Forze dell’Ordine: “Ama S.p.A. è al fianco delle Forze dell’Ordine nell’inchiesta sulle presunte false cremazioni presso il Cimitero di Prima Porta”, spiegano dall’azienda in una nota stampa, precisando che l’indagine “fin dall’inizio, vede la struttura Cimiteri Capitolini di Ama parte attiva con le autorità competenti per accertare il reato di truffa ai danni di cittadini e della stessa Ama da parte di alcuni operatori di agenzie funebri private”. Ama prosegue spiegando che le indagini sono tra l’altro “scaturite proprio grazie ai contatti attivati dall’azienda capitolina con alcuni cittadini-utenti in merito a pratiche cimiteriali da definire. L’azienda”, sottolinea Ama, “ha collaborato da subito con il nucleo radiomobile dei Carabinieri sulla base delle incongruenze sospette emerse ed è tuttora a totale disposizione degli organi inquirenti”. L’azienda ha poi concluso precisando che: “Qualora il reato in questione venisse accertato, Ama sarebbe parte lesa e intende agire in ogni modo a propria tutela”.
Attualità
Transfobia dopo il Pride: un’aggressione che svela l’altra faccia di Roma
Attualità
La bandiera della Palestina a Ponza: un gesto di solidarietà e la deriva dell’intolleranza

Nella notte tra l’1 e il 2 giugno, intorno alle 2:30, un gruppo di barcaioli dell’isola di Ponza è stato oggetto di minacce per un semplice gesto di solidarietà: aver esposto la bandiera della Palestina sulle loro imbarcazioni come simbolo di sostegno ad una popolazione in una delle più gravi crisi umanitarie del nostro tempo. Dopo aver infastidito il guardiano del porto, gli autori dell’intimidazione hanno strappato e rimosso con la forza la bandiera palestinese.
È un episodio che va oltre il fatto in sé, perchè tocca il nervo scoperto di un’Italia che troppo spesso confonde la solidarietà con la provocazione e che si mostra incapace di accettare gesti di umanità se non allineati con un certo sentire politico.
Esporre la bandiera della Palestina, in questo contesto, non equivale a prendere parte a un conflitto, perchè è un’affermazione di empatia per le vittime civili, per i bambini sotto le bombe, per le famiglie distrutte da decenni di violenza. Non significa negare il dolore degli israeliani, né tantomeno giustificare il terrorismo, ma riconoscere la sofferenza di un popolo dimenticato e condannato.
Ponza, isola aperta al mondo, costruita nei secoli sull’accoglienza e sul passaggio di genti diverse, non merita che certi gesti vengano accolti con violenza. Il gesto di quei barcaioli va rispettato, anche da chi non lo condivide, perché la democrazia è proprio questo: il diritto di manifestare un pensiero pacifico, anche scomodo, senza temere ritorsioni.
Chi ha strappato quella bandiera ha voluto togliere voce a una parte della coscienza collettiva, ma non potrà strappare il senso più profondo della solidarietà umana.
In un tempo in cui il silenzio complice è la norma, chi ha il coraggio di esporsi, anche solo con un simbolo, merita rispetto, non intimidazioni.
-
Ultime Notizie Roma5 ore fa
Piazza di Spagna. Macchina sulla scalinata fra lo stupore dei turisti
-
Attualità2 giorni fa
La bandiera della Palestina a Ponza: un gesto di solidarietà e la deriva dell’intolleranza
-
Attualità4 giorni fa
Toystellers Forever Young: i giocattoli crescono con noi e diventano opere d’arte
-
Roma e dintorni4 giorni fa
Mamma e neonata trovate morte a Roma sono americane? Forse una svolta nel caso