Cronaca
Willy Monteiro, dichiarazioni choc dei 4 arrestati

Più di tre ore di interrogatorio per i 4 ragazzi indagati per il caso di Willy Monteiro Duarte. “Non abbiamo preso parte alla rissa”: così hanno dichiarato i fratelli Bianchi.
E’ durato ben più di tre ore l’interrogatorio di convalida dell’arresto di Marco e Gabriele Bianchi, Mario Pincarelli e Francesco Belleggia, tutti indagati per l’omicidio di Willy Monteiro Duarte. I quattro, ascoltati dal Gip di Velletri, hanno risposto a tutte le domande respingendo però ogni accusa. “Il ragazzo non lo abbiamo toccato. Siamo arrivati lì perché chiamati da alcuni amici, ma non abbiamo preso parte alla rissa”, hanno dichiarato i fratelli Bianchi, “l’unica cosa che abbiamo fatto è stato provare a intervenire per separare i litiganti che non conoscevamo. Quando ce ne siamo andati non abbiamo visto il ragazzo a terra”. Così Marco e GabriEle Bianchi davanti al gip. “Siamo dispiaciuti e distrutti perché accusati di un omicidio che non abbiamo commesso”, hanno aggiunto. Poi è stata la volta di Mario Pincarelli e Francesco Belleggia. Pincarelli ha affermato di non aver preso parte alla rissa, mentre Belleggia ha fatto riferimento a “ruoli diversi” all’interno della vicenda.
Cronaca
Blitz della Guardia di Finanza. Sequestrati 50 kg di Cocaina

Finanzieri del Comando Provinciale di Roma hanno sequestrato, presso il porto di Civitavecchia, un carico di
cocaina occultato all’interno di un container refrigerato in arrivo dall’Ecuador.
Nel corso dei normali controlli svolti nell’area portuale, le “fiamme gialle” del Gruppo di Civitavecchia hanno notato un gruppo di persone a piedi che si aggiravano nei pressi della banchina. Dopo l’intimazione dell’alt, il gruppo si è dato alla fuga e, poco distante, i militari hanno rinvenuto tre borsoni contenenti 45 panetti di cocaina, per un peso complessivo di circa 50 chilogrammi. Secondo le stime, il carico avrebbe potuto fruttare sulle piazze di spaccio ricavi per circa 5 milioni di euro.
Il procedimento penale è attualmente in fase di indagini preliminari e, in attesa di giudizio definitivo, si applica la presunzione di non colpevolezza. L’operazione si inserisce nel più ampio quadro delle attività di contrasto alla criminalità organizzata e al narcotraffico internazionale condotte dalla Guardia di Finanza all’interno degli spazi portuali, quale presidio permanente a tutela della sicurezza economica e della salute pubblica.
Cronaca
Bomba sotto casa del boss Demce: è guerra aperta nella Roma criminale!

Un ordigno artigianale è stato piazzato lo scorso 15 luglio sotto casa di Elvis Demce, boss albanese legato alla criminalità romana. L’intervento degli artificieri ha evitato l’esplosione, ma il messaggio è chiaro: un avvertimento pesante diretto a uno dei personaggi più discussi del sottobosco criminale capitolino.
Il giorno prima dell’attentato, un’inchiesta dei carabinieri aveva portato all’arresto di 14 persone, ricostruendo anche il ruolo di Demce in un sequestro organizzato tramite un gruppo di sudamericani. Gli stessi che, poco dopo, sarebbero stati coinvolti nella gambizzazione di Giancarlo Tei, ex alleato di Demce oggi latitante.
Le ipotesi investigative parlano di una possibile faida interna tra i reduci della “batteria di Ponte Milvio”, legata al defunto Fabrizio Piscitelli, detto Diabolik. Tanti anche i nemici esterni: da Giuseppe Molisso del clan Senese a Ermal Arapaj.
Demce, condannato in via definitiva a 15 anni, è detenuto ad Ascoli, dove è in cura per problemi psichiatrici certificati da 17 perizie. Ora la Direzione Distrettuale Antimafia vuole capire: è un nuovo capitolo della guerra criminale o qualcuno teme che il boss voglia collaborare?
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