Cronaca
Truffa sul Superbonus 110%, arresti e sequestri milionari a Roma
Truffa sul Superbonus 110%, l’operazione condotta dalla Guardia di Finanza della Capitale

Truffa sul Superbonus 110%. Questo il reato costato misure cautelari a sei soggetti, metà dei quali finiti in carcere e metà ai domiciliari. Ad emettere i provvedimenti il Gip di Roma, al termine dell’inchiesta portata avanti dalla Procura della Repubblica della Capitale. E’ stata quest’ultima, questa mattina, a darne mandato di esecuzione alle Fiamme Gialle del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria. Gli indagati devono rispondere, a vario titolo, di aver emesso fatture per operazioni mai eseguite e effettuato truffa aggravata e autoriciclaggio. Lo riporta il quotidiano Il Messaggero.
TRUFFA SUL SUPERBONUS, I DETTAGLI DELL’ILLECITO
Tra essi, spicca la presenza di molti pluripregiudicati. Secondo chi indaga, avrebbero ceduto più volte crediti d’imposta ricevuti come sostegno all’economia. Sarebbero riusciti ad ottenerli fatturando lavori edili fittizi per 12 milioni di euro. Dopodiché li avrebbero rivenduti a società compiacenti, ottenendo quindi un guadagno. A rendere possibile l’illecito anche l’apporto di due professionisti con base a Roma. Sarebbero stati loro infatti a certificare che le spese erano conformi alle norme per l’accesso al beneficio. Oltre agli arresti, i militari hanno proceduto anche a sequestri per circa 4,5 milioni di euro.
Cronaca
Fuga spericolata in contromano sul Raccordo Anulare. Finita la corsa per un 19enne

I Carabinieri della Compagnia Roma Casilina, d’intesa con la Procura della Repubblica, hanno arrestato un cittadino romeno di 19 anni, già noto alle forze dell’ordine, gravemente indiziato dei reati di resistenza a Pubblico Ufficiale e ricettazione.
La scorsa serata, i militari hanno intercettato il giovane alla guida di una moto a velocità elevata. All’alt dei militari, il 19enne ha ignorato l’ordine, accelerando ulteriormente e imboccando il Grande Raccordo Anulare contromano.
Durante la fuga, il mezzo ha urtato leggermente un’auto in transito. Pochi istanti dopo, il conducente ha abbandonato il mezzo, risultato poi rubato, e ha tentato la fuga a piedi. Successivamente, è salito a bordo di un’auto condotta da un 48enne italiano, che lo stava aiutando a sottrarsi all’arresto.
Il tentativo di fuga è durato poco: dopo un breve inseguimento, i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Roma Casilina hanno intercettato il veicolo. Nel corso degli accertamenti, l’uomo alla guida è stato trovato in possesso di tre dosi di crack, due di cocaina e 255 euro, ritenuti provento dell’illecita attività di spaccio. Sequestrato quanto rinvenuto, i Carabinieri hanno accompagnato il cittadino romeno in caserma in attesa dell’udienza di convalida e denunciato il cittadino italiano per detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio.
Cronaca
I Maranza sono un problema anche per Roma. Arrestato 23enne a Trastevere

Ha selezionato con i suoi complici la sua vittima tra un gruppetto di ragazzi che si intrattenevano a fine serata, in Piazza Trilussa.
Dopo averli avvicinati con una scusa, mentre uno di loro si intratteneva con il resto del gruppo, gli altri tre hanno accerchiato la vittima spingendola a terra per strapparle la catenina d’oro dal collo. Dopo il primo tentativo non andato a buon fine, hanno provato a “rifarsi” sul marsupio, ma il giovane è riuscito a divincolarsi e a scappare. Non paghi della violenza agita poco prima, i tre lo hanno raggiunto per colpirlo prima con una bottiglia di vetro e a calci, riuscendo così a guadagnarsi il bottino preso di mira e a fuggire via.
Le indagini della Polizia di Stato hanno preso il via dalle dettagliate descrizioni fornite dalla vittima in sede di denuncia, con tanto di “primo piano” fornito dalle immagini di videosorveglianza delle telecamere presenti nella piazza romana. Quelle immagini “catturate” si sono trasformate, così, nell’ “identikit” di un tunisino di 23 anni che è stato bloccato, una settimana dopo, dagli agenti del Commissariato Trastevere mentre passeggiava da solo ed indisturbato su Ponte Sisto. I successivi riscontri hanno consentito di associare il suo volto ed il suo abbigliamento a quello di uno dei quattro presunti responsabili della rapina.
Per il tunisino, quindi, è immediatamente scattato il fermo di indiziato di delitto per rapina aggravata in concorso, successivamente convalidato dall’Autorità Giudiziaria. Si evidenzia che le attività investigative sopradescritte attengono alla fase delle indagini preliminari e che, pertanto, l’indagato è da ritenersi presunto innocente fino ad accertamento definitivo con sentenza irrevocabile.
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