Cronaca
Operazione Anti-Contrabbando: Sequestrati 70 kg di Canapa Sativa Irregolare in un ‘Canapa Shop’!

Controlli sui “Canapa Shop” a Roma: Un Focus sulla Conformità Normativa
Negli ultimi mesi del 2023, le autorità competenti hanno intensificato le ispezioni sugli esercizi commerciali conosciuti come “Canapa shop” situati a Roma e nella sua provincia. Questa iniziativa è stata intrapresa per assicurare che i prodotti a base di Canapa Sativa L. (Hemp) rispettino le normative in vigore.
Risultati delle Ispezioni
I controlli condotti hanno rivelato che un gran numero di negozi non possedeva le autorizzazioni necessarie per imballare e vendere i prodotti. Inoltre, le etichette presenti su questi articoli erano frequentemente non conformi ai requisiti stabiliti dal Decreto Legislativo 206/2005 (Codice del Consumo), in particolare agli articoli 6, 7 e 9. Tale situazione ha portato a significative sanzioni amministrative.
Un caso di particolare gravità ha coinvolto la scoperta di una coltivazione illecita di canapa in uno dei negozi, spingendo le autorità a sollevare accuse formali. Contestualmente, si sono registrati sequestri di canapa sativa L. – Hemp per via dell’etichettatura non conforme.
Percentuali di Irregolarità
Delle circa trenta attività commerciali controllate, ben venticinque sono risultate in violazione delle normative relative alle autorizzazioni di imballaggio. Le etichette sui prodotti in vendita non soddisfacevano i requisiti minimi dettati dalla normativa di riferimento. In totale, le sanzioni pecuniarie hanno superato i ventisettemila euro. Un episodio specifico ha rivelato la presenza di quarantiquattro piante di canapa coltivate abusivamente in un negozio, che hanno comportato una denuncia ufficiale all’Autorità Giudiziaria. A seguito di questi controlli, sono stati sequestrati 70 kg di canapa sativa L. – Hemp, vista la loro etichettatura non conforme agli standard legali.
Mancanza di Conformità e Necessità di Maggiore Vigilanza
Questi dati mettono in luce una diffusa irregolarità tra i negozi ispezionati, con provvedimenti amministrativi e sanzioni per le violazioni evidenziate. La coltivazione irregolare di canapa in una delle attività sottolinea l’urgenza di un’applicazione più severa delle normative riguardanti la canapa e i suoi derivati.
Il Problema delle Sostanze Chimiche e le Risultanze Legali
È emerso, inoltre, un aspetto preoccupante: in alcune infiorescenze sono state identificate sostanze chimiche con concentrazioni oltre i limiti stabiliti dal DPR 309/90, relativo agli stupefacenti e alle sostanze psicotrope. Questo ha comportato l’accusa di otto individui per violazione dell’articolo 73 del medesimo decreto.
Vendita di Prodotti Liquidi: Accuse di Contrabbando
Allo stesso modo, sei esercizi commerciali sono stati trovati a vendere prodotti liquidi da inalazione privi del contrassegno di legittimazione “Monopolio Fiscale”. Questo ha portato a accuse di contrabbando, comportando sanzioni economiche e il sequestro dei prodotti, accompagnato dalla chiusura temporanea dei negozi per un periodo di cinque giorni.
Collaborazione tra Autorità per la Sicurezza dei Cittadini
L’intera operazione mette in evidenza l’importanza di una cooperazione sinergica tra le forze dell’ordine e le autorità competenti, mirata a garantire la sicurezza dei cittadini e dei consumatori.
Cronaca
Blitz della Guardia di Finanza. Sequestrati 50 kg di Cocaina

Finanzieri del Comando Provinciale di Roma hanno sequestrato, presso il porto di Civitavecchia, un carico di
cocaina occultato all’interno di un container refrigerato in arrivo dall’Ecuador.
Nel corso dei normali controlli svolti nell’area portuale, le “fiamme gialle” del Gruppo di Civitavecchia hanno notato un gruppo di persone a piedi che si aggiravano nei pressi della banchina. Dopo l’intimazione dell’alt, il gruppo si è dato alla fuga e, poco distante, i militari hanno rinvenuto tre borsoni contenenti 45 panetti di cocaina, per un peso complessivo di circa 50 chilogrammi. Secondo le stime, il carico avrebbe potuto fruttare sulle piazze di spaccio ricavi per circa 5 milioni di euro.
Il procedimento penale è attualmente in fase di indagini preliminari e, in attesa di giudizio definitivo, si applica la presunzione di non colpevolezza. L’operazione si inserisce nel più ampio quadro delle attività di contrasto alla criminalità organizzata e al narcotraffico internazionale condotte dalla Guardia di Finanza all’interno degli spazi portuali, quale presidio permanente a tutela della sicurezza economica e della salute pubblica.
Cronaca
Bomba sotto casa del boss Demce: è guerra aperta nella Roma criminale!

Un ordigno artigianale è stato piazzato lo scorso 15 luglio sotto casa di Elvis Demce, boss albanese legato alla criminalità romana. L’intervento degli artificieri ha evitato l’esplosione, ma il messaggio è chiaro: un avvertimento pesante diretto a uno dei personaggi più discussi del sottobosco criminale capitolino.
Il giorno prima dell’attentato, un’inchiesta dei carabinieri aveva portato all’arresto di 14 persone, ricostruendo anche il ruolo di Demce in un sequestro organizzato tramite un gruppo di sudamericani. Gli stessi che, poco dopo, sarebbero stati coinvolti nella gambizzazione di Giancarlo Tei, ex alleato di Demce oggi latitante.
Le ipotesi investigative parlano di una possibile faida interna tra i reduci della “batteria di Ponte Milvio”, legata al defunto Fabrizio Piscitelli, detto Diabolik. Tanti anche i nemici esterni: da Giuseppe Molisso del clan Senese a Ermal Arapaj.
Demce, condannato in via definitiva a 15 anni, è detenuto ad Ascoli, dove è in cura per problemi psichiatrici certificati da 17 perizie. Ora la Direzione Distrettuale Antimafia vuole capire: è un nuovo capitolo della guerra criminale o qualcuno teme che il boss voglia collaborare?
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