Attualità
Auto travolta da treno sui binari a Ciampino: ragazza viva per miracolo

L’incidente è avvenuto intorno alle 19.30 di venerdì 23 febbraio a Ciampino. Un’automobile è rimasta incastrata nel passaggio a livello ed è stata travolta da un treno in transito. Per fortuna la conducente aveva abbandonato in tempo la vettura.
Tragedia sfiorata a Ciampino, provincia di Roma. Un’automobile è rimasta incastrata nel passaggio a livello della stazione ferroviaria di Pantanella. Presa dal panico, la conducente è riuscita ad abbandonare la vettura, che poco dopo è stata presa in pieno da un treno della linea Albano-Roma. Per fortuna il convoglio, essendo appena partito, non procedeva a velocità sostenuta e l’impatto con la vettura non è stato violentissimo.
L’incidente è avvenuto intorno alle 19.30 di venerdì 23 febbraio. Sul posto sono arrivati in pochi minuti gli agenti della polizia locale di Ciampino, che hanno disposto la chiusura del tratto di strada tra via Romana e via dei Laghi. Sul luogo dell’incidente anche i vigili del fuoco e il personale di RFI, Rete Ferroviaria Italiana. Il traffico sulla linea è stato immediatamente bloccato in entrambe le direzioni ed è ripreso soltanto tre ore più tardi. I vigili del fuoco hanno faticato non poco per rimuovere macchina e treno dai binari.
Per fortuna, nell’incidente non è rimasto ferito nessuno e il personale del 118 non ha dovuto soccorrere nessuno tra passeggeri e conducente dell’automobile. Sul treno erano presenti quindici passeggeri, rimasti tutti illesi, anche se impauriti dopo aver capito quanto era accaduto. Illesa ma sotto shock anche la conducente della vettura. Dovrà rispondere comunque dell’accusa di interruzione di servizio per aver effettuato una manovra vietata all’interno del passaggio a livello.
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La bandiera della Palestina a Ponza: un gesto di solidarietà e la deriva dell’intolleranza

Nella notte tra l’1 e il 2 giugno, intorno alle 2:30, un gruppo di barcaioli dell’isola di Ponza è stato oggetto di minacce per un semplice gesto di solidarietà: aver esposto la bandiera della Palestina sulle loro imbarcazioni come simbolo di sostegno ad una popolazione in una delle più gravi crisi umanitarie del nostro tempo. Dopo aver infastidito il guardiano del porto, gli autori dell’intimidazione hanno strappato e rimosso con la forza la bandiera palestinese.
È un episodio che va oltre il fatto in sé, perchè tocca il nervo scoperto di un’Italia che troppo spesso confonde la solidarietà con la provocazione e che si mostra incapace di accettare gesti di umanità se non allineati con un certo sentire politico.
Esporre la bandiera della Palestina, in questo contesto, non equivale a prendere parte a un conflitto, perchè è un’affermazione di empatia per le vittime civili, per i bambini sotto le bombe, per le famiglie distrutte da decenni di violenza. Non significa negare il dolore degli israeliani, né tantomeno giustificare il terrorismo, ma riconoscere la sofferenza di un popolo dimenticato e condannato.
Ponza, isola aperta al mondo, costruita nei secoli sull’accoglienza e sul passaggio di genti diverse, non merita che certi gesti vengano accolti con violenza. Il gesto di quei barcaioli va rispettato, anche da chi non lo condivide, perché la democrazia è proprio questo: il diritto di manifestare un pensiero pacifico, anche scomodo, senza temere ritorsioni.
Chi ha strappato quella bandiera ha voluto togliere voce a una parte della coscienza collettiva, ma non potrà strappare il senso più profondo della solidarietà umana.
In un tempo in cui il silenzio complice è la norma, chi ha il coraggio di esporsi, anche solo con un simbolo, merita rispetto, non intimidazioni.
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