Ultime Notizie Roma
TESTACCIO Donna si getta nel Tevere. Si cercano le due figlie di 5 mesi

TESTACCIO Donna si getta nel Tevere da Ponte Testaccio. Adesso si cercano le due figliolette gemelle di 5 mesi.
TESTACCIO Donna si getta nel Tevere. Una donna di 38 anni si è tolta la vita gettandosi nel Tevere da ponte Testaccio intorno alle 6.20 di questa mattina. Il suo corpo è stato recuperato alle 12 dal nucleo sommozzatori dei vigili del fuoco all’altezza di Ponte Marconi. Adesso c’è grande paura per le due figlie gemelle di cinque mesi della donna, che sono scomparse da casa insieme alla madre. Al momento risultano disperse e si teme che possano essere in acqua. La vittima è una donna italiana di 38 anni che lavorava presso uno studio notarile. A dare l’allarme alcuni passanti che stamani intorno alle 6,20 del mattino hanno visto qualcuno gettarsi nel fiume e hanno allertato i soccorsi.
IN CORSO LA RICERCA DELLE GEMELLINE
Sono in corso le ricerche delle gemelline. Quando il padre si è svegliato stamani non ha trovato moglie e bimbe a casa. Gli inquirenti stanno ascoltando alcuni testimoni che avrebbero visto la donna gettarsi da Ponte Testaccio. Alcuni dicono di aver visto la donna buttarsi con le figlie, altri negano la presenza delle bimbe. Si spera che la donna le abbia lasciate da qualche parte prima di togliersi la vita. Sono adesso al vaglio degli inquirenti immagini catturate da una telecamera nelle vicinanze. La telecamera avrebbe immortalato la donna con in braccio una coperta che presumibilmente avvolgeva le piccole. La procura ha intanto aperto un fascicolo per omicidio-suicidio, al momento affidato al pm di turno Mario Palazzi.
IERI UN ALTRO CADAVERE TROVATO IN ZONA TESTACCIO>>>LEGGI QUI
Cronaca
Festa di compleanno ai domiciliari: 29enne finisce in carcere

Guidonia Montecelio (Roma) – Doveva scontare gli arresti domiciliari in silenzio e lontano da ogni contatto esterno, ma ha deciso di festeggiare il compleanno circondato dagli amici.
Un gesto costato caro a un 29enne del posto, già sottoposto a una misura cautelare per rapina aggravata e traffico di sostanze stupefacenti, che ora si trova in carcere.
La vicenda è avvenuta nelle ultime 24 ore in un appartamento del comune alle porte di Roma. Gli agenti del Commissariato di Tivoli sono intervenuti dopo una segnalazione giunta attraverso l’applicazione YouPol della Polizia di Stato, da parte di un vicino di casa infastidito dai rumori provenienti dall’abitazione.
Una volta giunti sul posto, i poliziotti hanno trovato una vera e propria festa in corso. Quattro ospiti erano ancora seduti a tavola in attesa del brindisi, mentre altri due cercavano di allontanarsi dalle scale nel tentativo di evitare l’identificazione. Alcuni dei presenti avrebbero anche opposto resistenza al controllo delle forze dell’ordine.
Il padrone di casa, colto in flagrante, ha provato a giustificarsi dichiarando che si trattava di una festa “a sorpresa” organizzata dai suoi amici più stretti. Una spiegazione che non ha convinto le autorità, soprattutto alla luce del fatto che il giovane era sottoposto al divieto assoluto di comunicare con persone esterne ai familiari conviventi, sia di persona che tramite telefono o social network.
Alla luce della grave violazione delle misure imposte, l’autorità giudiziaria ha deciso per l’aggravamento della misura cautelare, disponendo il trasferimento del 29enne in carcere.
L’episodio riaccende il dibattito sul rispetto delle misure restrittive e sull’utilizzo degli strumenti digitali, come l’app YouPol, che si confermano efficaci nel favorire la collaborazione tra cittadini e forze dell’ordine.
Ultime Notizie Roma
Il turismo che non vogliamo. “Stop ai viaggi organizzati lungo il confine di Gaza”

Denunciamo con sdegno la promozione, da parte di alcune note agenzie turistiche internazionali, di “tour della realtà” al confine con Gaza, trasformando la tragedia umana della popolazione palestinese in un’attrazione turistica. Siamo di fronte a un’operazione cinica e inaccettabile, che sfrutta la sofferenza e la distruzione provocate da mesi di guerra per offrire “esperienze forti” a pagamento, con pacchetti che promettono scorci di città bombardate e la possibilità di “vedere con i propri occhi il confine con Gaza”.
Il tutto mentre la popolazione palestinese è sottoposta a bombardamenti, assedi, fame e deportazioni. Questa mercificazione del dolore umano è un oltraggio alla memoria delle vittime, una forma moderna di pornografia bellica, che contribuisce a normalizzare l’occupazione, la violenza e la disumanizzazione di un intero popolo.
Mentre la comunità internazionale dovrebbe mobilitarsi per il cessate il fuoco immediato e il riconoscimento dei diritti del popolo palestinese, c’è chi specula sulla guerra come se fosse un set cinematografico. È il riflesso più degradato di un sistema che fa profitto anche sulle macerie. Chiediamo l’immediata rimozione di questi “tour” dai portali di viaggio internazionali e l’apertura di un dibattito pubblico sull’etica del turismo nei contesti di conflitto.
Alcuni siti che promuovono questi viaggi sono tra i più visitati al mondo e contribuiscono a una narrazione tossica, che presenta solo un lato della guerra, legittimando l’occupazione e criminalizzando le vittime. Esprimiamo piena solidarietà al popolo palestinese e continueremo a battersi, in Italia e in Europa, contro il genocidio in corso a Gaza e contro ogni tentativo di strumentalizzarne il dramma. La guerra non è uno spettacolo. La morte non è un souvenir. Il turismo dell’orrore è complicità con il genocidio!”. Lo dichiara Giovanni Barbera della Direzione nazionale di Rifondazione Comunista.
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