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Rifiuti Roma — Rossi (Ugl): “M5S incapace di amministrare la città”

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Rifiuti Roma — Rossi (Ugl): “M5S incapace di amministrare la città”

Nella giornata di ieri, in Campidoglio, si è tenuta un’assemblea capitolina sulle discariche e la gestione dei rifiuti nella Capitale. La situazione è imbarazzante per il Movimento 5 Stelle che non ha saputo amministrare la città ed è arrivato a scusarsi con i romani tramite la capogruppo al Campidoglio. È identificativa la risoluzione per il posizionamento della discarica Rsu a Roma, nel sito di Falcognana. La discarica di Falcognana è prima nella classifica delineata dalla trattativa Campidoglio-Regione Lazio per la nuova Rsu (trattamento di rifiuti solidi urbana) della Capitale. Sito, questo, che allo stato attuale tratta il materiale ‘fluff’ e dista circa 4 chilometri dall’aeroporto di Ciampino. È impensabile il posizionamento della nuova discarica, in quella porzione di Agro Romano Meridionale, per Roma. Oltre all’insostenibile e vergognosa gestione dei rifiuti da parte dell’amministrazione, che è ormai al limite del paradosso, ci preoccupa la sicurezza del trasporto aereo, compromessa per via del fenomeno dello ‘bird strike’.

I rifiuti presenti nella discarica, infatti, sarebbero indifferenziati e rappresenterebbero nutrimento per i volatili. Rimaniamo allibiti alla luce del fatto che non si siano resi conto che nel 2013 l’Enac, nel comunicato stampa n. 76/2013, scriveva: ‘Per questo motivo, e senza entrare nel merito di scelte che non gli competono, l’Enac chiede di essere informato, ricordando che il proprio parere è vincolante’. Stando all’articolo 707 del Codice di navigazione, l’ente in questione ha la responsabilità di individuare le zone in cui porre vincoli in termini di sicurezza. Sempre nella seduta capitolina, rimaniamo basiti dall’astensione del Pd su Falcognana, in quanto i consiglieri dovrebbero sapere perfettamente quanto dichiarato dall’Enac nel 2013, pertanto ci aspettavamo una votazione contraria. Falcognana è l’esempio del fallimento politico, generato da superficialità e inadempienze, in ottica rifiuti. È intollerabile che i cittadini vengano trattati in questo modo, non possiamo accettare l’apertura di una discarica a Falcognana, in barba ai principi più sani di buonsenso, oltre che di legittimità. Urge un programma d’investimento duraturo sul piano dei rifiuti romani, non misure palliative a campione che non risolvono nulla” ha dichiarato in una nota Ermenegildo Rossi, segretario Ugl Roma e Provincia.

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Esplosione a Roma, installati sensori per rilevare residui di gas

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Esplosione a Roma, installati sensori per rilevare residui di gas

Resta alta l’attenzione a Roma dopo la violenta esplosione avvenuta ieri mattina intorno alle 8 in via dei Gordiani, zona Prenestino. Un distributore di GPL è saltato in aria causando oltre 40 feriti, tra cui due in condizioni gravi, ora ricoverati all’ospedale Sant’Eugenio. Sul posto sono intervenuti immediatamente i vigili del fuoco, le forze dell’ordine e i soccorritori, alcuni dei quali sono rimasti coinvolti nella deflagrazione.

L’Arpa e il Noe hanno installato dispositivi per monitorare la qualità dell’aria, temendo la presenza di gas residui. La Protezione Civile ha consigliato ai residenti di non uscire, tenere chiuse le finestre e spegnere i condizionatori. La Procura ha aperto un’indagine per disastro colposo: le prime ipotesi parlano di un guasto ad un impianto GPL.

Il tempestivo intervento dei gestori di un centro estivo vicino ha evitato una possibile tragedia: i bambini presenti sono stati evacuati poco prima dell’esplosione. La zona resta isolata, con ingenti danni anche a strutture vicine, come la polisportiva Villa De Sanctis. Le autorità stanno proseguendo le indagini e i controlli ambientali.

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Roma, giovane cuoco ucciso al parco: si indaga su una tentata rapina, ma il portafoglio era intatto

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Roma, giovane cuoco ucciso al parco: si indaga su una tentata rapina, ma il portafoglio era intatto

Tragedia alla Montagnola, nella periferia sud della Capitale: Mamun Miah, 27 anni, cittadino del Bangladesh e cuoco in un ristorante di piazza Venezia, è stato trovato senza vita al parco della Solidarietà, nei pressi del civico 393 di via Cristoforo Colombo. Il giovane è stato colpito al torace da una coltellata che non gli ha lasciato scampo, l’aggressore è fuggito ed è tuttora ricercato.

L’ipotesi investigativa principale resta quella della rapina finita male. Secondo alcuni amici della vittima, connazionali che spesso trascorrevano con lui le serate nel parco dopo il lavoro, Mamun avrebbe reagito a un tentativo di furto ed è stato accoltellato. I testimoni, pur trovandosi a una certa distanza al momento dell’attacco, raccontano di averlo visto discutere animatamente con un uomo nei pressi di un centro sportivo, non lontano dalla sua abitazione in via dell’Arcadia.

Ma il dettaglio che lascia perplessi è che nella tasca dei pantaloni del giovane è stato rinvenuto il portafoglio, completo di denaro e documenti. Un elemento che complica la lettura del movente: perché uccidere per rapinare, se poi l’aggressore fugge a mani vuote?

A destare ulteriori sospetti è l’identikit tracciato dagli amici di Mamun, che indicano come possibile responsabile un senzatetto della zona, noto per aggirarsi nei pressi del parco. Al momento, però, l’uomo non è stato rintracciato.

I carabinieri della compagnia Eur, insieme ai colleghi della stazione di San Sebastiano, stanno conducendo le indagini e sono già state acquisite le immagini delle videocamere di sorveglianza presenti nell’area per cercare di identificare chi fosse nei paraggi al momento del delitto. Sarà anche l’autopsia a fornire risposte decisive, chiarendo l’esatta dinamica dell’aggressione e se la vittima abbia tentato di difendersi.

Mamun Miah viveva da solo e lavorava duramente per mantenersi. I familiari, rimasti in Bangladesh, sono stati avvisati della tragedia. Nel frattempo, la comunità bengalese di Roma è sotto shock e chiede giustizia per un giovane la cui unica colpa sembra essere stata quella di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato.

Un omicidio così brutale, in un contesto apparentemente tranquillo, riaccende i riflettori sulla sicurezza nelle aree periferiche della città: luoghi spesso dimenticati, dove la presenza delle forze dell’ordine non è costante e il degrado sociale favorisce l’emergere di situazioni pericolose. La morte di Mamun Miah non può restare solo una notizia di cronaca: deve spingere a riflettere su come tutelare davvero chi lavora onestamente e cerca solo una vita dignitosa.

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