Ultime Notizie Roma
SAN BASILIO Maxi operazione antidroga: in manette un 47enne con oltre 1,5 kg di droga

San Basilio. Operazione antidroga della Polizia di Stato: arrestato un 47enne romano e sequestrati oltre 1,5 kg. di stupefacente tra hashish e marijuana.
SAN BASILIO Maxi operazione antidroga da parte della polizia che arresta un 47enne romano
SAN BASILIO Maxi operazione antidroga da parte della polizia del IV Distretto, diretto da Eugenio Ferraro che ha portato al sequestro di 1,5 kg di hashish e marijuana e all’arresto di un 47enne romano per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Gli agenti sono entrati all’interno della palazzina in via Giovanni Palombini a Casal de’ Pazzi con abiti civili e una volta arrivati al piano grazie all’aiuto di un cane dell’unità cinofila che ha continuato a segnalare con forza uno degli appartamenti sono arrivati all’uomo. I poliziotti hanno così bussando e sono entrati all’interno dell’appartamento con un espediente e hanno identificato l’uomo che era in compagnia dei due figli.
PERQUISIZIONE
Durante la perquisizione dell’appartamento, gli agenti hanno rinvenuto 6 panetti di hashish per un peso totale di circa 600 grammi e 980 grammi di marijuana. Nascosti all’interno del bagno invece, sono stati rinvenuti ulteriori 12 grammi di marijuana ed un bilancino di precisione. Al termine delle operazioni, l’uomo è stato accompagnato negli uffici di polizia e dopo la convalida dell’arresto è stata disposta per lui la misura degli arresti domiciliari. Lo stupefacente sequestrato avrebbe prodotto circa 15 mila dosi.
Roma e dintorni
Roma, abusava delle allieve minorenni: arrestato allenatore di Taekwondo

(Adnkronos) – La polizia ha arrestato a Roma un allenatore di Taekwondo accusato di violenza sessuale aggravata perché avrebbe abusato di almeno tre ragazzine a partire dal 2023. Secondo quanto ricostruito l’uomo, che lavorava in una palestra in zona Pietralata, era riuscito a guadagnare la fiducia delle famiglie e delle allieve, iniziando ad avvicinarle e ad abusare sessualmente di loro, grazie alla sua capacità manipolatoria.
A dare il via alle indagini, la denuncia di una mamma che, a partire da alcuni comportamenti anomali della figlia, era riuscita a farsi raccontare le violenze subite: secondo chi indaga, le violenze si consumavano all’interno del centro sportivo o nell’autovettura che l’istruttore, grazie al favore che aveva ormai acquisito tra le famiglie delle sue allieve, utilizzava per riaccompagnarle a casa dopo averle trattenute oltre l’orario di allenamento. Le pressioni e gli abusi non avevano incontrato una battuta d’arresto neppure dopo il rifiuto delle vittime: una di loro, pur di non continuare a subire violenze, aveva deciso di abbandonare la disciplina.
Ultime Notizie Roma
Quando a tradire è chi dovrebbe proteggere: la scuola e il dovere della vigilanza

La condanna a sette anni di carcere inflitta al professore di chimica di due scuole romane, accusato di aver molestato cinque studenti quindicenni e di possedere materiale pedopornografico, segna una tappa dolorosa ma necessaria in una vicenda che scuote nel profondo la fiducia delle famiglie nella scuola.
Le testimonianze dei ragazzi, le denunce coraggiose dei genitori, i filmati dei carabinieri hanno tolto ogni dubbio sulla realtà delle violenze subite. La pena inflitta — già ridotta per la scelta del rito abbreviato — è severa ma, per molti, comunque insufficiente per il dolore causato alle vittime.
Eppure questa sentenza deve rappresentare soprattutto un punto di partenza, perché non basta condannare chi ha commesso il male: bisogna interrogarsi sulle condizioni che lo hanno permesso e sulle azioni da mettere in campo per prevenire casi simili.
Come è possibile che un professore già sotto indagine sia rimasto al suo posto, continuando a «scherzare e toccare» ragazzi inermi? Come è possibile che la segnalazione di un collega e i comportamenti «poco professionali» osservati dai compagni non siano bastati a fermarlo prima? Cosa manca nei nostri istituti, nelle procedure disciplinari, nella formazione del personale e nella vigilanza interna?
La sicurezza psicologica e fisica dei ragazzi deve venire prima di ogni altra considerazione: occorrono linee guida chiare, sportelli di ascolto, formazione specifica per il personale e una cultura che non banalizzi certi comportamenti come “scherzi”, ma li riconosca subito come violenze.
Sette anni di carcere e l’interdizione perpetua da ruoli a contatto con minori impediranno a quell’uomo di fare altri danni, ma la sfida più grande è fare in modo che quei ragazzi, e tutti i loro coetanei, possano tornare a sentire la scuola come una casa sicura.
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