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Tecnologia

Automazione industriale: di quanto può incrementare la produttività?

L’automazione industriale. Un aiuto per l’attività d’impresa.

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Automazione industriale: di quanto può incrementare la produttività?

Automazione industriale: di quanto può incrementare la produttività?

Un’azienda che voglia considerarsi moderna e ritenga importante restare al passo con i tempi è obbligata a ricorrere all’automazione, basandosi sui nuovi paradigmi previsti dall’industria 4.0. Le soluzioni tecnologiche di ultima generazione sono destinate non solo a modificare le modalità di lavoro, ma anche da aumentare la produttività.

Un report del McKinsey Global Institute, per esempio, sottolinea che l’automazione industriale potrà favorire un incremento di produttività per un tasso di crescita compreso tra lo 0.8% e l’1.4% a livello mondiale su base annua.

I vantaggi che ne deriveranno saranno concreti in una duplice prospettiva microeconomica e macroeconomica: da un lato le imprese avranno la possibilità di ridurre i tempi di attività, contenere il costo del lavoro e innalzare gli standard di qualità; dall’altro lato in tutti i Paesi che devono fare i conti con l’invecchiamento demografico sarà possibile sostenere le nuove sfide economiche proprio grazie a macchinari e soluzioni di intralogistica automatizzate.

Quali ambiti lavorativi possono essere automatizzati

L’automazione, già al giorno d’oggi, ha le potenzialità per modificare il mondo del lavoro, ed è facile ipotizzare che a mano a mano che la tecnologia si evolverà questi cambiamenti saranno sempre più concreti e consistenti.

Ovviamente non tutte le mansioni e non tutti i settori si caratterizzano per le stesse possibilità di automazione, ma sempre secondo la relazione citata in precedenza per 3 professioni su 5 si può delegare almeno un terzo delle operazioni alle macchine.

È evidente che deve essere smentito il luogo comune secondo il quale l’automazione riguarda unicamente le operazioni ripetitive e le mansioni routinarie: l’epoca tecnologica di cui facciamo parte contempla computer e robot che riescono a effettuare compiti che presuppongono competenze di carattere cognitivo.

L’impatto delle nuove tecnologie

Come dimostrano le soluzioni messe a punto e sviluppate da LCS Group, la produzione del futuro non sarà solo automatizzata, ma soprattutto interconnessa. Crescerà la capacità di analytics, con riferimento alla raccolta dei dati e alla loro interpretazione, grazie alla crescita della connettività e della potenza di calcolo, ma anche alla conservazione delle informazioni e alla loro centralizzazione.

Inoltre, la realtà aumentata avrà un ruolo di primo piano dal punto di vista dell’interazione fra la macchina e l’uomo. La transizione verso il digitale riguarderà le comunicazioni e la robotica, con effetti – tra l’altro – sulla stampa 3D e sulla manifattura additiva.

Automazione industriale e industria 4.0

I livelli di automazione sono destinati a crescere con il passare del tempo, e le soluzioni di industria 4.0 faranno sì che i macchinari industriali risultino sempre più indipendenti per effetto del controllo robotico.

Ovviamente, se l’aumento della produttività potrà comportare un guadagno, è comunque innegabile che l’automazione industriale presuppone un investimento iniziale di non poco conto, e non è detto che tutti gli imprenditori abbiano la possibilità o semplicemente siano disposti a scegliere questa strada.

Il ruolo dell’uomo nell’automazione industriale

I livelli di produzione saranno sempre più alti, e al tempo stesso questo comporterà un innalzamento degli standard di qualità, da cui potranno scaturire benefici importanti dal punto di vista economico. Affinché l’automazione dia i risultati auspicati, è necessario tenere conto dei costi correlati allo sviluppo di software e hardware, ma anche del costo del lavoro in riferimento al mercato e alla legge della domanda e dell’offerta.

Infatti, un eventuale eccesso di lavoratori potrebbe far sì che la manodopera costi sempre di meno, il che renderebbe meno vantaggiosa sul piano economico l’automazione. Insomma, non è azzardato ipotizzare che saranno più rapide le conseguenze dell’automazione a livello microeconomico che non a livello macro.

Perché la produttività è destinata ad aumentare

L’automazione coinvolgerà anche i flussi di lavoro, i quali tenderanno ad evolvere. I processi ripetitivi saranno sempre più standardizzati: quindi, la transizione tra la creazione di un progetto e la produzione vera e propria richiede poco tempo. Così, il tempo rimanente può essere sfruttato per mettere a punto abilità nuove, per sviluppare il pensiero critico, per approfondire.

Si prospetta un cambiamento di abilità, che da un lato favorirà la produttività ma dall’altro lato sarà una preziosa occasione per tutti i lavoratori. Questi non saranno più imbalsamati in mansioni ripetitive, ma potranno creare valore con nuove intuizioni. La diffusione di team di lavoro più dinamici è una delle tante conseguenze positive dell’automazione. I dipendenti avranno modo di sviluppare le proprie mansioni, di essere coinvolti in iniziative strategiche e di ottimizzare le proprie competenze.

Il supporto fornito dai software gestionali

Anche i software gestionali potranno dare una mano in questo contesto, mentre i team di lavoro saranno messi nelle condizioni di conseguire gli obiettivi aziendali in tempi più brevi anche a fronte di situazioni in costante cambiamento. La continua tensione verso l’innovazione potrebbe ridurre i tempi di lavoro di ore, se non addirittura di giorni, così da rendere i processi più veloci ed efficaci, con margini di errore davvero minimi.

Attualità

Kipin, Il biglietto da visita digitale che salva alberi e connette persone

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Kipin, Il biglietto da visita digitale che salva alberi e connette persone

In un mondo sempre più connesso e digitale, anche il gesto più semplice, come quello di consegnare un biglietto da visita, sta subendo una profonda trasformazione. Ma cosa succede quando innovazione tecnologica, attenzione all’ambiente e cura per l’identità aziendale si incontrano?

Nasce Kipin, una piattaforma che sta rivoluzionando il concetto di biglietto da visita, trasformandolo in uno strumento intelligente, completo, sostenibile e perfettamente integrabile nei flussi aziendali. Kipin non è solo un prodotto, è una visione. Dietro l’idea c’è Cristiano Vitolo, sviluppatore appassionato fin dall’età di dieci anni, che dopo anni di esperienza tra web agency, multinazionali e startup ha deciso di creare qualcosa che potesse fare la differenza, non solo nella sua vita, ma nel mondo intero. Così è nata una piattaforma capace di rispondere a un bisogno concreto: creare biglietti da visita digitali belli da vedere, facili da condividere e capaci di evolvere con chi li utilizza.

L’idea che nasce da un bisogno personale

Come spesso accade, le grandi idee nascono da necessità personali. Vitolo sentiva l’esigenza di gestire più biglietti da visita con identità grafiche differenti, per i vari progetti che seguiva. La prima versione di Kipin era pensata per singoli professionisti, ma presto le richieste delle aziende hanno indicato una nuova strada, dando vita a una piattaforma pensata anche per le realtà corporate, con funzionalità avanzate e integrazioni pensate per reparti sales, HR e marketing.

Kipin non è l’ennesima app per scambiarsi il numero di telefono. È invece un ecosistema totale, completo, un ponte tra la presentazione e la relazione, tra il design e la funzionalità, tra il primo incontro e il prossimo contratto. Kipin nasce infatti da chi ha sbagliato, imparato e solo dopo costruito.

Un impatto reale sull’ambiente

Oltre l’innovazione tecnologica, Kipin porta con sé un importante messaggio ambientale. Ogni anno, miliardi di biglietti da visita cartacei vengono stampati e rapidamente gettati via, ben l’88% di essi finisce nella spazzatura già poco dopo essere stato consegnato.

Kipin propone un vero e proprio cambio di paradigma: niente più sprechi di carta, niente più abbattimenti di alberi. Anzi, più utenti si iscrivono, più alberi vengono piantati. “Abbiamo già compensato oltre 86 tonnellate di CO2.” afferma Vitolo, sottolineando come la sostenibilità sia parte integrante della visione dell’azienda. Non a caso, molte realtà del mondo green sono tra le prime ad aver adottato Kipin.

Il biglietto da visita che non si perde (e che evolve)

Il cuore dell’offerta è una piattaforma accessibile da qualsiasi dispositivo connesso a Internet. Il biglietto da visita digitale di Kipin non si perde mai, resta sempre aggiornato, condivisibile e facilmente modificabile in tempo reale, ogni card può essere personalizzata nel layout, nei colori, nel font e perfino nell’URL. Inoltre, ogni utente può gestire più versioni del proprio biglietto, scegliendo cosa condividere e con chi, a seconda del contesto. Le funzionalità sono davvero molteplici: QR code dinamici, conferme di lettura, analytics su visualizzazioni e interazioni, accesso tramite Single Sign-On (SSO), ma anche integrazioni con Zapier, applicazioni, CRM e directory aziendali.

L’attenzione al design fa la differenza

In un tempo in cui tutto è standard, Kipin punta invece sulla personalizzazione visiva.

I template proposti dalla piattaforma sono solo un punto di partenza, ogni cliente può ricevere una card completamente su misura, in linea con la propria brand identity. Questo rende Kipin non solo uno strumento funzionale, ma anche un veicolo potente per l’immagine aziendale.

“Passare al digitale non deve significare perdere identità.” spiega Vitolo.

“Anzi, al contrario, il nostro obiettivo è aiutare le aziende a valorizzare la propria immagine, con un biglietto che è anche uno strumento di marketing e comunicazione.”. L’interfaccia utente della piattaforma è intuitiva, pensata per offrire un’esperienza fluida anche a chi ha poca dimestichezza con gli strumenti digitali.

Oltre l’app: card fisiche intelligenti

Per chi invece desidera ancora oggi un oggetto fisico da poter mostrare e portare con sé, Kipin ha sviluppato anche soluzioni NFC personalizzabili, come le card in bambù incise al laser, le card in acciaio premium, i bracciali e tag NFC da 18mm (i più piccoli sul mercato italiano). Tutti i dispositivi sono riutilizzabili e collegati al proprio biglietto da visita digitale, che può essere aggiornato o riassegnato in caso di necessità. Anche qui, l’obiettivo è unire innovazione, estetica ed ecosostenibilità, tutto con un sistema di sicurezza che consente, in caso di smarrimento, di sospendere la card direttamente dalla console di gestione. Kipin non ha potuto contare su grandi investimenti, anzi, ha costruito la sua crescita passo dopo passo, autofinanziandosi, testando sul campo, sbagliando e riprovando.

Un approccio che oggi ripaga con una base clienti in costante espansione e una reputazione solida nel mondo del digital networking. Dal 2017, Kipin si è quindi evoluta senza l’intervento di investitori esterni, una crescita organica guidata da ascolto dei clienti, testing e miglioramento continuo, ogni funzionalità oggi disponibile è nata da un bisogno reale, sperimentato in prima persona dallo stesso team.

I numeri premiano l’iniziativa: la piattaforma è oggi utilizzata attivamente da oltre 40.000 utenti, adottata anche da imprese strutturate con oltre 4.000 dipendenti, il numero di condivisioni dei biglietti da visita sopra 1 milione e mezzo. Tutte le figure che hanno bisogno di presentarsi (ed essere ricordate), creare connessioni in modo professionale e sostenibile, possono oggi usufruire di una piattaforma come quella di Kipin.

Guardando al futuro: identità digitale e AI

Nei prossimi anni, l’obiettivo di Kipin è diventare uno standard per l’identità digitale. Quindi, non solo biglietto da visita, ma anche pass digitale per fiere, eventi, incontri, un unico strumento per presentarsi e connettersi. La visione di lungo periodo punta a rendere Kipin una piattaforma orizzontale, capace di dialogare con tutte le principali tecnologie e dispositivi utilizzati nel mondo del business.

In arrivo anche nuove funzionalità basate sull’AI, soprattutto per la gestione avanzata dei contatti e dei lead. Un modo per unire ancora di più tecnologia e praticità, offrendo alle aziende strumenti concreti per aumentare la produttività e migliorare il ROI delle attività commerciali.

Non chiamatela startup

Anche se nata nel 2017, quindi una realtà giovane e innovativa, oggi Kipin non si riconosce più nell’etichetta di “startup”. Dopo anni di sviluppo costante, crescita organica e consolidamento di una base clienti stabile, Kipin è un’azienda strutturata, solida e completamente indipendente, capace di camminare con le proprie gambe senza investimenti esterni. La sua storia parla di resilienza, ma soprattutto di affidabilità: un team tecnico stabile, un prodotto maturo e un modello di business sostenibile sono oggi la garanzia di una piattaforma pensata per durare, evolversi e accompagnare le aziende nel lungo periodo. Perché l’innovazione, qui, non è più una promessa. È realtà quotidiana.

La forza di crederci (anche nei momenti difficili)

Come ogni progetto imprenditoriale, anche Kipin ha vissuto momenti di incertezza, ma è proprio in quei momenti che la visione di lungo periodo e la passione per l’innovazione hanno fatto la differenza. “Ci sono stati momenti in cui ho pensato di mollare tutto, ma l’amore per il progetto e la consapevolezza che non aveva ancora espresso tutto il suo potenziale mi hanno spinto ad andare avanti.” confida Vitolo.

M oggi Kipin è pronta per il salto, diventare il punto di riferimento per il networking digitale sostenibile in Italia (e non solo). “Connection and trees growing together”, uno slogan, una missione, una promessa mantenuta.

Per maggiori informazioni

Sito Internet: https://kipin.app

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Metro C a Piazza Venezia : una sfida tecnologica

Metro C a Piazza Venezia : una sfida tecnologica

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Metro C a Piazza Venezia : una sfida tecnologica

La stazione metro C di Piazza Venezia a Roma è una fermata museo che rappresenta una sfida ingegneristica.

La sua realizzazione non solo diventerà un’attrazione turistica, ma rappresenterà anche uno snodo fondamentale per il trasporto pubblico nel centro della città. Il sindaco Roberto Gualtieri ha visitato il cantiere definendola la più bella e straordinaria del mondo nel suo genere.

La stazione è situata nel cuore della città eterna e si tratta di una struttura profonda 45 metri, con muri perimetrali di contenimento che raggiungono una profondità record di 85 metri. Per questo tipo di scavo a grande profondità, sono necessarie tecnologie avanzate che permettano di preservare i monumenti e i palazzi antichi circostanti. Per questo motivo è stata utilizzata una gigantesca idrofresa, la più grande del mondo con un’altezza di 24 metri e mezzo.

Il macchinario lavora in verticale, sfruttando un getto d’acqua ad alta pressione. Il suo arrivo sul cantiere ha richiesto quattro trasporti eccezionali, ma si prevede che accelererà notevolmente i tempi di realizzazione della stazione. Tuttavia, non si prevede che l’apertura della fermata avverrà nel breve termine, dato che la stazione composta da otto piani sotterranei, 27 scale mobili e banchine lunghe 110 metri richiederà tra gli otto e i dieci anni di lavori.

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