Cronaca
Elisa e Maria, ansia per le due 13enni scomparse da Civitavecchia
Elisa e Maria, l’appello disperato lanciato dai genitori sui social per il loro ritrovamento

Due al momento le ipotesi su dove Elisa e Maria potrebbero essersi dirette: Fregene, forse per una vacanza con i rispettivi fidanzati, o il quartiere Centocelle di Roma, dove abiterebbe un’amica. Quel che è certo è che da circa 48 ore delle due ragazze non si hanno più notizie. Sono state le stesse famiglie a denunciarne la scomparsa, ieri pomeriggio, alla Polizia della città aeroportuale. Non si esclude che Elisa e Maria possano essersi allontanate di loro spontanea volontà: lo confermerebbe proprio una delle due 13enni, con una storia pubblicata sui social.
ELISA E MARIA, LE INDAGINI SULLA SCOMPARSA
Con loro potrebbero esserci due ragazzi, conosciuti qualche tempo fa, e insieme ai quali sarebbero salite su un treno per Roma. Il segnale dei loro smartphone non dice però se sono arrivate a destinazione o se sono scese prima. Elisa e Maria sarebbero fuggite approfittando dell’assenza dei genitori. I quali ne hanno scoperto l’assenza solo ore più tardi. E si sono anch’essi dati da fare per cercarle, postando sui social le loro descrizioni. La Polizia invece sta perlustrando il territorio e analizzando i tabulati telefonici delle ragazze. Oltre alle immagini della videosorveglianza delle stazioni dove le due potrebbero essere passate.
Attualità
Gesù rivisitato: provocazione artistica o cancellazione simbolica?

Non si tratta, come spesso viene sostenuto in questi casi, di razzismo o omofobia. Il talento di Erivo è fuori discussione, così come il diritto del teatro di sperimentare linguaggi nuovi. Tuttavia, è lecito porsi una domanda: perché modificare radicalmente l’identità di una figura simbolica universale come Gesù Cristo?La figura di Gesù – maschile, ebraica, storicamente e religiosamente connotata – ha attraversato i secoli mantenendo un valore spirituale e culturale ben preciso; cambiarne l’aspetto, il genere e il profilo identitario non è un dettaglio creativo, ma un atto profondamente ideologico, un segnale del nostro tempo, in cui ogni rappresentazione tradizionale viene riscritta per adattarsi a criteri di inclusione sempre più rigidi e imposti.
L’inclusività è un valore importante, ma quando diventa un obbligo culturale che trasforma ogni simbolo in qualcosa di instabile e privo di radici, rischia di ottenere l’effetto opposto: non più unire, ma confondere.
Quando tutto può essere tutto, allora nulla ha più significato, e in questo caso non si rompe un tabù per cercare nuove verità, ma si sostituisce un simbolo per riscrivere ciò che rappresenta.
E il pubblico ha il diritto di chiedersi dove finisce l’arte e dove comincia l’ideologia.
Attualità
Omicidio a Racale: quando la violenza nasce dentro casa

Una donna uccisa a colpi d’accetta dal figlio, una casa di famiglia trasformata in scena del crimine. A Racale, nel leccese, il pomeriggio del 17 giugno si è consumato un delitto che sconvolge un’intera comunità: Teresa Sommario, 53 anni, è stata trovata senza vita nel proprio appartamento, colpita ripetutamente alla testa e al petto. L’aggressore è il figlio maggiore, Filippo Manni, 21 anni, fermato poco dopo in stato confusionale.
Il dettaglio più inquietante, oltre alla brutalità del gesto, è la sua matrice familiare…la violenza, ancora una volta, non arriva dall’esterno: avviene tra le mura domestiche, dove dovrebbe esserci protezione, affetto o almeno convivenza. Non è un caso isolato, il contesto di conflittualità all’interno della famiglia Sommario era noto ai vicini: litigi frequenti e tensioni che, probabilmente, covavano da tempo.
Resta da capire come e perché questa tensione sia esplosa in modo tanto estremo. È una domanda che accompagna ogni caso di cronaca nera in ambito familiare, ma che continua a non trovare chiarimenti adeguati. Il delitto di Racale ci mette davanti, ancora una volta, al nodo irrisolto della violenza che nasce all’interno di legami affettivi spezzati e distorti.
Il figlio minore, presente al momento dell’aggressione, lancia l’allarme. Anche questo elemento pesa: i figli come testimoni, e spesso vittime indirette, di drammi che segnano per sempre intere esistenze.
L’indagine chiarirà i contorni esatti della vicenda, il movente preciso e le responsabilità. Ma sullo sfondo resta una considerazione difficile da ignorare: le fratture all’interno della famiglia, quando ignorate o sottovalutate, possono degenerare e trasformare una casa qualunque nel teatro di una tragedia.
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