Cronaca
Francesco Valdiserri, parla il testimone: “Chiara ha sterzato all’improvviso”
Francesco Valdiserri, le dichiarazioni ai pm del giovane che era in auto con l’investitrice al momento dell’incidente

Francesco Valdiserri, caso verso la svolta. Nuovi elementi sono infatti giunti in queste ore sui tragici avvenimenti che hanno caratterizzato la sera dello scorso 19 ottobre. A fornirli un 21enne, anche lui a bordo della Suzuki che ha prodotto il fatale investimento. Il giovane è venuto in soccorso dell’amica alla guida, che ai magistrati aveva raccontato di non ricordare nulla delle circostanze dell’incidente. Il quale, a suo avviso, sarebbe imputabile, oltre che all’alta velocità, anche ad un azzardo in una manovra.
FRANCESCO VALDISERRI, LA VERSIONE DEL PASSEGGERO
“Chiara ha sterzato all’improvviso. Tutto è durato giusto qualche secondo“, le parole rese ai pm in qualità di persona informata sui fatti. Il 21enne, via telefono, ha poi aggiunto altri particolari, come riportato da Il Messaggero. “Sono molto provato – ha confessato – ma so di non poter far niente. La causa dell’incidente? Nessuna distrazione con il cellulare, è stato un problema di guida. Ho capito solo all’ultimo quanto stava per succedere e ho aperto lo sportello“.
FRANCESCO VALDISERRI, IN ATTESA DEGLI ACCERTAMENTI
Il giovane smentisce dunque le ipotesi circolate in un primo momento. Ha ammesso che la macchina procedeva ad alta velocità e ha poi raccontato della manovra azzardata. Una svolta, che la 23enne conducente si sarebbe accorta soltanto all’ultimo di dover fare. La sterzata improvvisa le avrebbe quindi fatto perdere aderenza con l’asfalto, facendola finire su quel marciapiede dove ha travolto Francesco. Un racconto che ora dovrà essere confermato dagli accertamenti sul cellulare e sull’auto, entrambi sotto sequestro.
Ultime Notizie Roma
Droga, minacce ed incendi tra Roma e Calabria: 11 arresti, smantellata la rete legata al narcotraffico

Undici persone sono state arrestate dai Carabinieri nell’ambito di un’operazione antidroga che ha colpito un’organizzazione criminale attiva tra Roma, Latina e la Calabria. Le accuse nei loro confronti comprendono associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, estorsione e incendio doloso in concorso. Altri tre soggetti risultano ancora ricercati.
L’operazione, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, è frutto di un’indagine articolata che ha incluso intercettazioni e l’analisi di chat criptate. L’inchiesta si collega ad una precedente operazione condotta nel Gennaio 2022, che aveva già smantellato un’organizzazione criminale, secondo gli investigatori, all’albanese Elvis Demce, condannato in seguito a 18 anni di carcere.
Gli arrestati avrebbero avuto ruoli ben definiti all’interno dell’organizzazione, che si occupava del traffico di cocaina lungo l’asse Roma-Reggio Calabria. Le forze dell’ordine hanno documentato il commercio illecito di almeno 338 kg di cocaina, 1510 kg di hashish e 70 kg di marijuana tra maggio 2020 e marzo 2021 nelle province di Roma e Latina. Tra gli episodi più gravi, uno riguarda l’incendio di una sala scommesse a Roma e le successive minacce di morte rivolte al proprietario, accusato di non aver saldato un debito per l’acquisto di droga.
Attualità
Gesù rivisitato: provocazione artistica o cancellazione simbolica?

Non si tratta, come spesso viene sostenuto in questi casi, di razzismo o omofobia. Il talento di Erivo è fuori discussione, così come il diritto del teatro di sperimentare linguaggi nuovi. Tuttavia, è lecito porsi una domanda: perché modificare radicalmente l’identità di una figura simbolica universale come Gesù Cristo?La figura di Gesù – maschile, ebraica, storicamente e religiosamente connotata – ha attraversato i secoli mantenendo un valore spirituale e culturale ben preciso; cambiarne l’aspetto, il genere e il profilo identitario non è un dettaglio creativo, ma un atto profondamente ideologico, un segnale del nostro tempo, in cui ogni rappresentazione tradizionale viene riscritta per adattarsi a criteri di inclusione sempre più rigidi e imposti.
L’inclusività è un valore importante, ma quando diventa un obbligo culturale che trasforma ogni simbolo in qualcosa di instabile e privo di radici, rischia di ottenere l’effetto opposto: non più unire, ma confondere.
Quando tutto può essere tutto, allora nulla ha più significato, e in questo caso non si rompe un tabù per cercare nuove verità, ma si sostituisce un simbolo per riscrivere ciò che rappresenta.
E il pubblico ha il diritto di chiedersi dove finisce l’arte e dove comincia l’ideologia.
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