Cronaca
Metro A, ora i borseggiatori si difendono a…cinghiate: le immagini choc (VIDEO)

Metro A, è proprio il caso di dire ‘passeggeri cornuti e mazziati’. Sì perchè, oltre a venire derubati, devono anche subire le violente reazioni dei ladri dopo essere stati scoperti. Le immagini, postate sul canale Telegram di ‘Welcome to Favelas’, fanno inorridire per la loro crudezza. Mostrano infatti dei borseggiatori che, a bordo di un treno, prima rapinano un gruppo di viaggiatori. E poi, dopo essere stati pizzicati sul fatto da questi ultimi, li aggrediscono a cinghiate.
Nel filmato si vede che le due parti iniziano a discutere. E a un certo punto i malviventi scendono dal vagone. Ma, prima che le porte si richiudano e il convoglio riprenda la sua corsa, minacciano le loro vittime con una cintura. Non si sa al momento quando il filmato sia stato girato. Comunque, i furti sui treni della metro, ai danni soprattutto di turisti stranieri, sono tutt’altro che rari. Spesso infatti dagli altoparlanti vengono irradiati messaggi che invitano a fare attenzione. Ma, vista l’entità di tali episodi, servirà qualcosa in più. Magari anche da parte delle forze dell’ordine.
Roma. Metro A.
Borseggiatori che vengono fermati mentre "lavorano" e in cambio picchiano chi gli dà lavoro.
Le nuove risorse.
Avanti tutta. pic.twitter.com/TxR8sYQTpq— Marco Maut (@GennaroBeninca1) November 6, 2023
Attualità
Gesù rivisitato: provocazione artistica o cancellazione simbolica?

Non si tratta, come spesso viene sostenuto in questi casi, di razzismo o omofobia. Il talento di Erivo è fuori discussione, così come il diritto del teatro di sperimentare linguaggi nuovi. Tuttavia, è lecito porsi una domanda: perché modificare radicalmente l’identità di una figura simbolica universale come Gesù Cristo?La figura di Gesù – maschile, ebraica, storicamente e religiosamente connotata – ha attraversato i secoli mantenendo un valore spirituale e culturale ben preciso; cambiarne l’aspetto, il genere e il profilo identitario non è un dettaglio creativo, ma un atto profondamente ideologico, un segnale del nostro tempo, in cui ogni rappresentazione tradizionale viene riscritta per adattarsi a criteri di inclusione sempre più rigidi e imposti.
L’inclusività è un valore importante, ma quando diventa un obbligo culturale che trasforma ogni simbolo in qualcosa di instabile e privo di radici, rischia di ottenere l’effetto opposto: non più unire, ma confondere.
Quando tutto può essere tutto, allora nulla ha più significato, e in questo caso non si rompe un tabù per cercare nuove verità, ma si sostituisce un simbolo per riscrivere ciò che rappresenta.
E il pubblico ha il diritto di chiedersi dove finisce l’arte e dove comincia l’ideologia.
Attualità
Omicidio a Racale: quando la violenza nasce dentro casa

Una donna uccisa a colpi d’accetta dal figlio, una casa di famiglia trasformata in scena del crimine. A Racale, nel leccese, il pomeriggio del 17 giugno si è consumato un delitto che sconvolge un’intera comunità: Teresa Sommario, 53 anni, è stata trovata senza vita nel proprio appartamento, colpita ripetutamente alla testa e al petto. L’aggressore è il figlio maggiore, Filippo Manni, 21 anni, fermato poco dopo in stato confusionale.
Il dettaglio più inquietante, oltre alla brutalità del gesto, è la sua matrice familiare…la violenza, ancora una volta, non arriva dall’esterno: avviene tra le mura domestiche, dove dovrebbe esserci protezione, affetto o almeno convivenza. Non è un caso isolato, il contesto di conflittualità all’interno della famiglia Sommario era noto ai vicini: litigi frequenti e tensioni che, probabilmente, covavano da tempo.
Resta da capire come e perché questa tensione sia esplosa in modo tanto estremo. È una domanda che accompagna ogni caso di cronaca nera in ambito familiare, ma che continua a non trovare chiarimenti adeguati. Il delitto di Racale ci mette davanti, ancora una volta, al nodo irrisolto della violenza che nasce all’interno di legami affettivi spezzati e distorti.
Il figlio minore, presente al momento dell’aggressione, lancia l’allarme. Anche questo elemento pesa: i figli come testimoni, e spesso vittime indirette, di drammi che segnano per sempre intere esistenze.
L’indagine chiarirà i contorni esatti della vicenda, il movente preciso e le responsabilità. Ma sullo sfondo resta una considerazione difficile da ignorare: le fratture all’interno della famiglia, quando ignorate o sottovalutate, possono degenerare e trasformare una casa qualunque nel teatro di una tragedia.
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