Cronaca
Istituto Fratelli Bandiera, chiude la storica scuola di Alfredino e del maestro Manzi

La storica scuola di Alfredino e il maestro Manzi a rischio chiusura
L’Istituto Fratelli Bandiera, una delle storiche scuole di Roma, si appresta a chiudere i battenti a causa del dimensionamento scolastico. La delibera approvata in giunta regionale il 4 gennaio prevede l’accorpamento dell’istituto con il comprensivo Clotilde Pini a partire dall’anno scolastico 2024/2025. La decisione è giustificata dal basso numero di studenti tra le aule, in virtù della riorganizzazione dei plessi.
Un’istituzione che ha segnato la storia educativa della città si prepara a diventare parte di un’unica presidenza, nonostante la sua storia e l’importanza che ha avuto nel tessuto sociale di Roma. La storia della Fratelli Bandiera risale al 1936 e rappresenta un esempio dello stile razionalista dell’epoca. L’edificio storico conserva ancora alcuni dei suoi rivestimenti originali e nel cortile è presente un albero di magnolia dedicato ad Alfredino Rampi, un ex alunno caduto in un incidente nel 1982. Inoltre, la scuola è stata sede del famoso maestro Alberto Manzi, noto per il programma televisivo “Non è mai troppo tardi”, che ha influenzato la didattica a distanza.
Nonostante la Fratelli Bandiera attualmente conti circa 500 alunni, la decisione di accorpare l’istituto con la Clotilde Pini, che conta 833 studenti, è stata accolta con nostalgia e preoccupazione. Paola Rossi, assessora alla scuola nel II municipio, ha definito la decisione un’imposizione della Regione, sottolineando l’importanza delle istanze provenienti dal basso della comunità scolastica. La chiusura di una scuola storica come la Fratelli Bandiera rappresenta una perdita di identità e memoria per la comunità locale. L’incidenza di scelte basate esclusivamente su esigenze economiche è stata oggetto di critica da parte di coloro che vivono con affetto e considerazione queste istituzioni.
In conclusione, la chiusura della Fratelli Bandiera non rappresenta soltanto la fine di una scuola, ma il declino di un significativo patrimonio culturale e sociale. A fronte di scelte che ne ridisegnano l’identità, è chiaro come l’impatto sul tessuto urbano sia un tema che coinvolge la comunità locale nel suo complesso.
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Esplosione a Roma, installati sensori per rilevare residui di gas
Resta alta l’attenzione a Roma dopo la violenta esplosione avvenuta ieri mattina intorno alle 8 in via dei Gordiani, zona Prenestino. Un distributore di GPL è saltato in aria causando oltre 40 feriti, tra cui due in condizioni gravi, ora ricoverati all’ospedale Sant’Eugenio. Sul posto sono intervenuti immediatamente i vigili del fuoco, le forze dell’ordine e i soccorritori, alcuni dei quali sono rimasti coinvolti nella deflagrazione.
L’Arpa e il Noe hanno installato dispositivi per monitorare la qualità dell’aria, temendo la presenza di gas residui. La Protezione Civile ha consigliato ai residenti di non uscire, tenere chiuse le finestre e spegnere i condizionatori. La Procura ha aperto un’indagine per disastro colposo: le prime ipotesi parlano di un guasto ad un impianto GPL.
Il tempestivo intervento dei gestori di un centro estivo vicino ha evitato una possibile tragedia: i bambini presenti sono stati evacuati poco prima dell’esplosione. La zona resta isolata, con ingenti danni anche a strutture vicine, come la polisportiva Villa De Sanctis. Le autorità stanno proseguendo le indagini e i controlli ambientali.
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