Attualità
Lavoratori Ama Protestano: Centri di Trasferenza Rifiuti al Collasso

Aumento dei Rifiuti Indifferenziati nei Centri di Trasferenza
I lavoratori del centro di trasferenza di Ponte Malnome a Roma esprimono forte preoccupazione per le inaccettabili condizioni di lavoro dovute all’aumento esponenziale dei rifiuti indifferenziati destinati agli impianti di trattamento. Secondo l’ultima ordinanza firmata dal sindaco Roberto Gualtieri, il centro è autorizzato a stoccare fino a 900 tonnellate di rifiuti al giorno, un significativo incremento rispetto alle 350 tonnellate giornaliere inizialmente previste nel 2018.
Disagi per i Lavoratori e Ambienti di Lavoro Degradati
Sebbene l’ordinanza sia stata introdotta per evitare interruzioni nella raccolta dei rifiuti dopo l’incendio del Tmb 1 di Malagrotta, ha peggiorato notevolmente le condizioni di lavoro nello stabilimento. I lavoratori si trovano ad affrontare spazi ridotti e infestate da ratti e blatte, mentre le operazioni di carico e scarico dei mezzi pesanti diventano sempre più complicate e pericolose.
Situazione Simile a Rocca Cencia
Anche presso lo stabilimento di Rocca Cencia, dove è stata istituita un’area per la trasferenza, la situazione è altrettanto critica. Lavoratori ed esperti ambientali segnalano che il quantitativo di rifiuti indifferenziati è raddoppiato rispetto alla capacità autorizzata, e le operazioni di carico e scarico si svolgono all’aperto, aggravando ulteriormente le condizioni di lavoro.
Soluzioni Proposte dagli Esperti
Per affrontare la carenza impiantistica nel territorio, i gestori privati dei TMB suggeriscono di permettere il trasporto dei rifiuti verso gli impianti anche il sabato e nei giorni festivi. Questa misura darebbe maggior respiro ai centri di trasferenza già sotto pressione.
Necessità di Autorizzazioni Supplementari
Infine, per garantire la continuità delle operazioni di raccolta e trasferimento dei rifiuti verso gli impianti di trattamento, sarebbe sufficiente un’autorizzazione del Prefetto. Tale provvedimento permetterebbe ai mezzi di viaggiare tutti i giorni, evitando ulteriori intoppi nella gestione dei rifiuti.
Ultime Notizie Roma
Esplosione a Roma, installati sensori per rilevare residui di gas
Resta alta l’attenzione a Roma dopo la violenta esplosione avvenuta ieri mattina intorno alle 8 in via dei Gordiani, zona Prenestino. Un distributore di GPL è saltato in aria causando oltre 40 feriti, tra cui due in condizioni gravi, ora ricoverati all’ospedale Sant’Eugenio. Sul posto sono intervenuti immediatamente i vigili del fuoco, le forze dell’ordine e i soccorritori, alcuni dei quali sono rimasti coinvolti nella deflagrazione.
L’Arpa e il Noe hanno installato dispositivi per monitorare la qualità dell’aria, temendo la presenza di gas residui. La Protezione Civile ha consigliato ai residenti di non uscire, tenere chiuse le finestre e spegnere i condizionatori. La Procura ha aperto un’indagine per disastro colposo: le prime ipotesi parlano di un guasto ad un impianto GPL.
Il tempestivo intervento dei gestori di un centro estivo vicino ha evitato una possibile tragedia: i bambini presenti sono stati evacuati poco prima dell’esplosione. La zona resta isolata, con ingenti danni anche a strutture vicine, come la polisportiva Villa De Sanctis. Le autorità stanno proseguendo le indagini e i controlli ambientali.
Attualità
Roma, giovane cuoco ucciso al parco: si indaga su una tentata rapina, ma il portafoglio era intatto

Tragedia alla Montagnola, nella periferia sud della Capitale: Mamun Miah, 27 anni, cittadino del Bangladesh e cuoco in un ristorante di piazza Venezia, è stato trovato senza vita al parco della Solidarietà, nei pressi del civico 393 di via Cristoforo Colombo. Il giovane è stato colpito al torace da una coltellata che non gli ha lasciato scampo, l’aggressore è fuggito ed è tuttora ricercato.
L’ipotesi investigativa principale resta quella della rapina finita male. Secondo alcuni amici della vittima, connazionali che spesso trascorrevano con lui le serate nel parco dopo il lavoro, Mamun avrebbe reagito a un tentativo di furto ed è stato accoltellato. I testimoni, pur trovandosi a una certa distanza al momento dell’attacco, raccontano di averlo visto discutere animatamente con un uomo nei pressi di un centro sportivo, non lontano dalla sua abitazione in via dell’Arcadia.
Ma il dettaglio che lascia perplessi è che nella tasca dei pantaloni del giovane è stato rinvenuto il portafoglio, completo di denaro e documenti. Un elemento che complica la lettura del movente: perché uccidere per rapinare, se poi l’aggressore fugge a mani vuote?
A destare ulteriori sospetti è l’identikit tracciato dagli amici di Mamun, che indicano come possibile responsabile un senzatetto della zona, noto per aggirarsi nei pressi del parco. Al momento, però, l’uomo non è stato rintracciato.
I carabinieri della compagnia Eur, insieme ai colleghi della stazione di San Sebastiano, stanno conducendo le indagini e sono già state acquisite le immagini delle videocamere di sorveglianza presenti nell’area per cercare di identificare chi fosse nei paraggi al momento del delitto. Sarà anche l’autopsia a fornire risposte decisive, chiarendo l’esatta dinamica dell’aggressione e se la vittima abbia tentato di difendersi.
Mamun Miah viveva da solo e lavorava duramente per mantenersi. I familiari, rimasti in Bangladesh, sono stati avvisati della tragedia. Nel frattempo, la comunità bengalese di Roma è sotto shock e chiede giustizia per un giovane la cui unica colpa sembra essere stata quella di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Un omicidio così brutale, in un contesto apparentemente tranquillo, riaccende i riflettori sulla sicurezza nelle aree periferiche della città: luoghi spesso dimenticati, dove la presenza delle forze dell’ordine non è costante e il degrado sociale favorisce l’emergere di situazioni pericolose. La morte di Mamun Miah non può restare solo una notizia di cronaca: deve spingere a riflettere su come tutelare davvero chi lavora onestamente e cerca solo una vita dignitosa.
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