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Condannato a 18 anni il killer

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Condannato a 18 anni il killer

Il verdetto dell’omicidio dello chef Manuel Costa

Il 9 Maggio 2024, alle 10:30, si è concluso il rito abbreviato riguardante l’omicidio dello chef Manuel Costa, il cui vero nome era Emanuele Costanza. Fabio Giaccio, socio in affari della vittima, è stato condannato a 18 anni di reclusione con l’accusa di omicidio volontario.

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Costanza, noto come Manuel Costa, è stato ucciso dal suo socio in affari Fabio Giaccio. Il pm Mario Palazzi aveva chiesto una condanna di 18 anni di reclusione, richiesta accolta dal gup. In aula erano assenti i parenti più stretti del cuoco, all’udienza era presente invece Floriana Secondi, cugina della vittima e vincitrice del Grande Fratello 3.

Reazioni alla morte di Manuel Costa

Dopo la tragica perdita di Costanza, Floriana Secondi ha espresso il suo dolore su social, definendo l’omicida “un essere spregevole” e auspicando una giustizia divina oltre a quella terrena.

Il contesto dell’omicidio dello chef Manuel Costa

Emanuele Costanza era chief dell’Osteria degli Artisti, situata vicino a via Santa Croce in Gerusalemme. Nel 2022, lui e Giaccio avevano deciso di aprire un nuovo ristorante, il Metropolis, che però chiude pochi mesi dopo a causa di insuccesso. Giaccio allora tenta di riaprirlo nel febbraio del 2023, proposta non condivisa da Costanza. I due si vedono presso l’Osteria il 10 marzo, dove nasce una discussione che degenera nell’omicidio di Costanza.

Dettagli del delitto

La discussione tra i due riguarda probabilmente questioni finanziarie e la decisione di Giaccio di riaprire il Metropolis. Nel corso dell’alterco, Giaccio spara due colpi in testa a Costanza, uccidendolo sul colpo. La responsabilità del socio nel delitto non è mai stata messa in dubbio.

La condanna di Fabio Giaccio

Come già citato, al termine del rito abbreviato, Fabio Giaccio è stato condannato in primo grado a 18 anni di reclusione con l’accusa di omicidio volontario.

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Schianto mortale in A1 padre e figlio di 8 anni perdono la vita in auto traffico in tilt

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Schianto mortale in A1 padre e figlio di 8 anni perdono la vita in auto traffico in tilt

TragediaSullA1: Un terribile incidente costa la vita a un padre e al suo piccolo figlio di 8 anni, lasciando tutti senza parole! 😱

Immaginate una tranquilla giornata di viaggio che si trasforma in un incubo: sull’autostrada A1, un drammatico scontro ha coinvolto una famiglia, con un padre e il suo bambino di soli 8 anni che hanno perso la vita mentre viaggiavano insieme sulla stessa auto. Questo evento ha catturato l’attenzione di tutti, sollevando domande su cosa possa aver causato una simile tragedia e come prevenire futuri disastri. Le autorità sono al lavoro per ricostruire i fatti, ma già si parla di un incidente che ha bloccato il traffico per ore, creando lunghe code e tensioni tra gli automobilisti.

Le Circostanze dell’Incidente

Le prime ricostruzioni parlano di un’auto che ha perso il controllo, portando a un impatto devastante. Fonti vicine alle indagini suggeriscono che fattori come la velocità o le condizioni della strada potrebbero aver giocato un ruolo, ma i dettagli precisi sono ancora avvolti nel mistero. Quello che è certo è che questa notizia ha scosso la comunità, spingendo molti a riflettere sui pericoli quotidiani delle nostre autostrade.

Conseguenze sul Traffico

Non solo vite spezzate, ma anche caos sulla A1: le lunghe code causate dall’incidente hanno bloccato migliaia di veicoli, trasformando una semplice giornata in un incubo per pendolari e famiglie in viaggio. Gli esperti di viabilità stanno analizzando l’impatto, e questa storia ci fa chiedere: cosa possiamo fare per rendere le nostre strade più sicure? Segui gli aggiornamenti per scoprire di più su questa drammatica vicenda.

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A Colleferro, due uomini finiscono in manette per il sequestro di un ragazzino rom con accuse di razzismo

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A Colleferro, due uomini finiscono in manette per il sequestro di un ragazzino rom con accuse di razzismo

ShockingArrestInItaly: Due uomini in manette per un sequestro di un minore e accuse di odio razziale che lasciano tutti senza parole!

In una svolta drammatica che sta accendendo i riflettori su temi di giustizia e discriminazione, due uomini sono stati arrestati a Colleferro, in provincia di Roma, per il presunto sequestro di un minore di origine rom. L’operazione, condotta dalle forze dell’ordine, ha svelato dettagli che stanno alimentando un dibattito nazionale su come l’odio razziale possa infiltrarsi nella società.

Le indagini hanno portato alla luce le circostanze del sequestro, con gli inquirenti che contestano ai sospettati non solo il reato principale, ma anche “l’odio razziale” come aggravante. Questo elemento aggiunge un livello di complessità al caso, spingendo molti a chiedersi se simili episodi siano più comuni di quanto si pensi.

I dettagli dell’operazione

Le autorità hanno agito con rapidità, svelando un piano che ha coinvolto pianificazione e motivazioni inquietanti. Fonti vicine alle indagini parlano di un atto premeditato, con gli arresti che potrebbero aprire la porta a ulteriori rivelazioni.

Reazioni e impatti sociali

La notizia ha scatenato reazioni online e tra le comunità locali, con molti che si interrogano su come prevenire simili tragedie. Mentre le indagini proseguono, il caso continua a catturare l’attenzione pubblica, promettendo sviluppi che potrebbero cambiare tutto.

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