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Sparatoria a Tor Bella Monaca, uomo ferito a colpi di pistola

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Sparatoria a Tor Bella Monaca, uomo ferito a colpi di pistola

27enne gambizzato a Tor Bella Monaca

È ferito, ma non rischia di morire un 27enne raggiunto da proiettili in via Scozza a Tor Bella Monaca. Gambizzato, è stato trasportato in ospedale.

Le circostanze dell’agguato

Spari a Tor Bella Monaca, dove un uomo di ventisette anni è stato ferito a colpi di pistola in strada. L’episodio è avvenuto nella serata di ieri, sabato 11 maggio, nel territorio Est di Roma. La vittima, attinta alle gambe, ha avuto bisogno di cure mediche, ma fortunatamente non rischia di morire. Secondo le informazioni apprese al momento dei fatti era circa l’ora di cena e l’uomo si trovava in via Giovanni Battista Scozza, quando, improvvisamente, diversi proiettili lo hanno raggiunto. I residenti si sono allarmati udendo gli spari in strada.

Trasporto in ospedale e cure

Arrivata la chiamata al Numero Unico delle Emergenze 112 con la richiesta urgente d’intervento per una persona alla quale avevano sparato, sul posto in breve tempo è giunta un’ambulanza, con il personale sanitario a bordo. I paramedici hanno preso in carico l’uomo e lo hanno trasportato al Policlinico di Tor Vergata. Arrivato al pronto soccorso il paziente è stato affidato ai medici, che lo hanno sottoposto alle cure del caso. Da quanto si apprende fortunatamente non rischia di morire. Sono intervenuti sulle ferite d’arma da fuoco, medicandolo.

Indagini in corso

Presenti sul luogo della sparatoria i carabinieri, che hanno svolto gli accertamenti di rito e indagano per ricostruire l’accaduto. I militari ascolteranno la vittima in ospedale, non appena le sue condizioni di salute glielo consentiranno. Al momento l’autore o gli autori del gesto sono ignoti e non si conoscesce il movente che li abbia portati a sparare. L’ipotesi è che la vicenda questioni di droga, in quanto Tor Bella Monaca è una delle piazze di spaccio romane.

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Esplosione a Roma, installati sensori per rilevare residui di gas

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Esplosione a Roma, installati sensori per rilevare residui di gas

Resta alta l’attenzione a Roma dopo la violenta esplosione avvenuta ieri mattina intorno alle 8 in via dei Gordiani, zona Prenestino. Un distributore di GPL è saltato in aria causando oltre 40 feriti, tra cui due in condizioni gravi, ora ricoverati all’ospedale Sant’Eugenio. Sul posto sono intervenuti immediatamente i vigili del fuoco, le forze dell’ordine e i soccorritori, alcuni dei quali sono rimasti coinvolti nella deflagrazione.

L’Arpa e il Noe hanno installato dispositivi per monitorare la qualità dell’aria, temendo la presenza di gas residui. La Protezione Civile ha consigliato ai residenti di non uscire, tenere chiuse le finestre e spegnere i condizionatori. La Procura ha aperto un’indagine per disastro colposo: le prime ipotesi parlano di un guasto ad un impianto GPL.

Il tempestivo intervento dei gestori di un centro estivo vicino ha evitato una possibile tragedia: i bambini presenti sono stati evacuati poco prima dell’esplosione. La zona resta isolata, con ingenti danni anche a strutture vicine, come la polisportiva Villa De Sanctis. Le autorità stanno proseguendo le indagini e i controlli ambientali.

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Roma, giovane cuoco ucciso al parco: si indaga su una tentata rapina, ma il portafoglio era intatto

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Roma, giovane cuoco ucciso al parco: si indaga su una tentata rapina, ma il portafoglio era intatto

Tragedia alla Montagnola, nella periferia sud della Capitale: Mamun Miah, 27 anni, cittadino del Bangladesh e cuoco in un ristorante di piazza Venezia, è stato trovato senza vita al parco della Solidarietà, nei pressi del civico 393 di via Cristoforo Colombo. Il giovane è stato colpito al torace da una coltellata che non gli ha lasciato scampo, l’aggressore è fuggito ed è tuttora ricercato.

L’ipotesi investigativa principale resta quella della rapina finita male. Secondo alcuni amici della vittima, connazionali che spesso trascorrevano con lui le serate nel parco dopo il lavoro, Mamun avrebbe reagito a un tentativo di furto ed è stato accoltellato. I testimoni, pur trovandosi a una certa distanza al momento dell’attacco, raccontano di averlo visto discutere animatamente con un uomo nei pressi di un centro sportivo, non lontano dalla sua abitazione in via dell’Arcadia.

Ma il dettaglio che lascia perplessi è che nella tasca dei pantaloni del giovane è stato rinvenuto il portafoglio, completo di denaro e documenti. Un elemento che complica la lettura del movente: perché uccidere per rapinare, se poi l’aggressore fugge a mani vuote?

A destare ulteriori sospetti è l’identikit tracciato dagli amici di Mamun, che indicano come possibile responsabile un senzatetto della zona, noto per aggirarsi nei pressi del parco. Al momento, però, l’uomo non è stato rintracciato.

I carabinieri della compagnia Eur, insieme ai colleghi della stazione di San Sebastiano, stanno conducendo le indagini e sono già state acquisite le immagini delle videocamere di sorveglianza presenti nell’area per cercare di identificare chi fosse nei paraggi al momento del delitto. Sarà anche l’autopsia a fornire risposte decisive, chiarendo l’esatta dinamica dell’aggressione e se la vittima abbia tentato di difendersi.

Mamun Miah viveva da solo e lavorava duramente per mantenersi. I familiari, rimasti in Bangladesh, sono stati avvisati della tragedia. Nel frattempo, la comunità bengalese di Roma è sotto shock e chiede giustizia per un giovane la cui unica colpa sembra essere stata quella di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato.

Un omicidio così brutale, in un contesto apparentemente tranquillo, riaccende i riflettori sulla sicurezza nelle aree periferiche della città: luoghi spesso dimenticati, dove la presenza delle forze dell’ordine non è costante e il degrado sociale favorisce l’emergere di situazioni pericolose. La morte di Mamun Miah non può restare solo una notizia di cronaca: deve spingere a riflettere su come tutelare davvero chi lavora onestamente e cerca solo una vita dignitosa.

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