Attualità
Arrestato per presunta militanza nell’Isis, era anche implicato nel riciclaggio di automobili.

Un 32enne tagiko è accusato di essere un membro attivo dell’Isis e di essere coinvolto in un giro di riciclaggio di auto di lusso rubate in Italia e commerciate illegalmente nell’Est Europa.
Arresto e Detenzione a Fiumicino
Lo scorso 8 aprile è stato arrestato all’aeroporto di Fiumicino perché ritenuto ‘membro attivo dell’Isis’ e fin da allora è detenuto nel carcere di Terni, Ma secondo le indagini della Digos di Roma il 32enne tagico è responsabile anche di riciclaggio internazionale di automobili. E così il presunto terrorista ha ricevuto ieri un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per riciclaggio di auto e possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi validi per l’espatrio.
Commercio di Veicoli di Lusso Rubati
Grazie a un computer sequestrato al momento del primo arresto, i tecnici della polizia hanno capito che l’uomo era anche coinvolto in una attività di riciclaggio di veicoli di lusso rubati da trasferire verso l’est Europa. Stando a quanto informa la Digos, all’interno del pc c’erano quasi 20mila fotografie di automobili inserite nella categoria “Key Evidence – Vehicles”. E tra quei veicoli sono stati trovati 17 veicoli, tutti segnalati per furto o appropriazione indebita, che erano stati esportati illecitamente nell’est Europa. Al 32enne viene contestato anche di aver fatto uso di un passaporto falso rilasciato dalle autorità ucraine per viaggiare in Italia e all’estero.
Come anticipato il 32enne del Tagikistan si trova attualmente presso il carcere di Terni, in attesa di estradizione nel suo Paese in seguito all’emissione nel 2018 di un mandato di arresto internazionale emesso per “attività di mercenariato”, un reato previsto dal codice penale tagiko e punito con la pena massima di 12 anni di reclusione. Il ragazzo è infatti accusato di essersi unito nel 2014 all’Isis in Siria, dove avrebbe preso parte alle operazioni militari contro le forze governative.
Attualità
Chiusura del tratto della tangenziale a Roma per lavori, traffico in tilt

Il traffico di Roma è andato in tilt nel primo giorno di chiusura del tratto sopraelevato della tangenziale est, tra via Passamonti e viale Castrense, in direzione San Giovanni. La chiusura, che durerà fino al 24 luglio, è stata necessaria per consentire ad Anas di sostituire le barriere antirumore, lavori finanziati con fondi del Giubileo 2025. Il traffico è stato deviato su via dello Scalo di San Lorenzo, mentre per i veicoli provenienti dal tronchetto dell’A24 e diretti a San Giovanni è suggerito l’uscita di via di Portonaccio.
Restrizioni e Deviazioni
Per i veicoli provenienti da A24/A25/Gra, è vietato l’accesso alla Tangenziale Est in direzione San Giovanni/Eur, con deviazione obbligatoria su viale dello Scalo di San Lorenzo. Resta però aperta la rampa in direzione Tiburtina/Salaria/Nomentana/Foro Italico. Lungo l’A24 verso San Giovanni ci sono code significative e rallentamenti. Anche nelle vie secondarie, come via Tiburtina all’altezza di Casal Bruciato, si registrano ingorghi.
Percorsi Alternativi
Per alleviare la congestione, sono consigliati percorsi alternativi come l’uscita anticipata dall’A24 verso il Grande Raccordo Anulare e gli svincoli di Tor Cervara, viale Palmiro Togliatti, via Fiorentini e via di Portonaccio. Le autorità suggeriscono di evitare l’area di San Lorenzo per evitare di restare bloccati.
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Ultime Notizie Roma
Roma, scandalo in divisa: sospesi quattro agenti, “spariti” 74 chili di droga durante le perquisizioni

Quattro agenti della Polizia di Stato, fino al 2023 in servizio presso il commissariato di San Lorenzo, sono stati sospesi dal servizio dal gip di Roma nell’ambito dell’inchiesta “Don Rodrigo”. Lo scorso 23 giugno, la stessa inchiesta aveva già portato all’arresto di due poliziotti e alla custodia cautelare per altre 16 persone.
I quattro, indagati a piede libero per falso, sono stati interrogati in sede di preventivo come previsto dalla riforma Nordio. Il gip ha disposto sei mesi di sospensione per una poliziotta ora all’Ispettorato Viminale e un anno per gli altri tre, di cui due alla squadra mobile di Napoli e uno che frequenta il corso da vice-ispettore.
Secondo la Direzione Distrettuale Antimafia, durante due perquisizioni a San Lorenzo gli agenti avrebbero omesso di sequestrare complessivamente 74,5 chili di hashish, poi finiti a due pusher amici di colleghi già arrestati.
Nel corso degli interrogatori, le versioni discordanti e contraddittorie dei quattro sono state giudicate inattendibili dal giudice, che ha evidenziato una “volontà precisa di non ricostruire la verità” per evitare responsabilità.
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