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Deceduta la bambina di 9 anni operata in Thailandia per un tumore cerebrale, tornò in patria con un volo militare

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Deceduta la bambina di 9 anni operata in Thailandia per un tumore cerebrale, tornò in patria con un volo militare

Lo scorso aprile è stata operata in Thailandia per un tumore al cervello, poi rientrò in Italia a bordo di un aereo militare. Non ce l’ha fatta la piccola G., residente a Colli Aniene, Roma.

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Non ce l’ha fatta G., la bimba di nove anni operata d’urgenza lo scorso marzo in Thailandia per un tumore al cervello. La piccola accusò una forte emicrania mentre era in aereo insieme ai genitori. Subito dopo l’atterraggio a Phuket è stata sottoposta ad alcuni esami in ospedale, che hanno costretto i medici a operare d’urgenza.

La bambina è stata in seguito rimpatriata con un volo dell’Aeronautica Militare, atterrato all’aeroporto di Ciampino il 1 aprile scorso, proprio nel giorno di Pasquetta. Trasferita subito in ospedale, è stata ricoverata presso il reparto di Neuro-oncologia dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma. “È da poco atterrato il volo che ha riportato a Roma una bambina di nove anni, gravemente malata, che si trovava in Thailandia. La piccola è già in cura al Bambino Gesù. Il risultato di un gioco di squadra, silenzioso e riservato”, aveva annunciato all’epoca il vice presidente del Consiglio e ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani.

Il commovente annuncio del IV Municipio di Roma

La notizia della morte della bimba è stata diffusa lo scorso 31 agosto sulla pagina Facebook del IV Municipio di Roma Capitale: “Il Presidente, La Giunta, il Consiglio e i dipendenti del IV Municipio si stringono al dolore della famiglia per la scomparsa della piccola, grande guerriera Greta. Esprimiamo tutta la nostra vicinanza e ci uniamo al dolore delle dipendenti dell’asilo nido del IV Municipio Baby 2000, della comunità scolastica dell’IC Balabanoff e di tutto il quartiere di Colli Aniene”.

Il tributo del Comitato di Quartiere Colli Aniene

“Il Comitato di Quartiere con il Consiglio Direttivo saluta la piccola G., che ha lasciato questa terra per raggiungere in cielo gli Angeli e si unisce al dolore dei familiari. Che possa riposare in Pace”, è il messaggio del Comitato di quartiere Colli Aniene Bene Comune.

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Esplosione a Roma, installati sensori per rilevare residui di gas

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Esplosione a Roma, installati sensori per rilevare residui di gas

Resta alta l’attenzione a Roma dopo la violenta esplosione avvenuta ieri mattina intorno alle 8 in via dei Gordiani, zona Prenestino. Un distributore di GPL è saltato in aria causando oltre 40 feriti, tra cui due in condizioni gravi, ora ricoverati all’ospedale Sant’Eugenio. Sul posto sono intervenuti immediatamente i vigili del fuoco, le forze dell’ordine e i soccorritori, alcuni dei quali sono rimasti coinvolti nella deflagrazione.

L’Arpa e il Noe hanno installato dispositivi per monitorare la qualità dell’aria, temendo la presenza di gas residui. La Protezione Civile ha consigliato ai residenti di non uscire, tenere chiuse le finestre e spegnere i condizionatori. La Procura ha aperto un’indagine per disastro colposo: le prime ipotesi parlano di un guasto ad un impianto GPL.

Il tempestivo intervento dei gestori di un centro estivo vicino ha evitato una possibile tragedia: i bambini presenti sono stati evacuati poco prima dell’esplosione. La zona resta isolata, con ingenti danni anche a strutture vicine, come la polisportiva Villa De Sanctis. Le autorità stanno proseguendo le indagini e i controlli ambientali.

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Roma, giovane cuoco ucciso al parco: si indaga su una tentata rapina, ma il portafoglio era intatto

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Roma, giovane cuoco ucciso al parco: si indaga su una tentata rapina, ma il portafoglio era intatto

Tragedia alla Montagnola, nella periferia sud della Capitale: Mamun Miah, 27 anni, cittadino del Bangladesh e cuoco in un ristorante di piazza Venezia, è stato trovato senza vita al parco della Solidarietà, nei pressi del civico 393 di via Cristoforo Colombo. Il giovane è stato colpito al torace da una coltellata che non gli ha lasciato scampo, l’aggressore è fuggito ed è tuttora ricercato.

L’ipotesi investigativa principale resta quella della rapina finita male. Secondo alcuni amici della vittima, connazionali che spesso trascorrevano con lui le serate nel parco dopo il lavoro, Mamun avrebbe reagito a un tentativo di furto ed è stato accoltellato. I testimoni, pur trovandosi a una certa distanza al momento dell’attacco, raccontano di averlo visto discutere animatamente con un uomo nei pressi di un centro sportivo, non lontano dalla sua abitazione in via dell’Arcadia.

Ma il dettaglio che lascia perplessi è che nella tasca dei pantaloni del giovane è stato rinvenuto il portafoglio, completo di denaro e documenti. Un elemento che complica la lettura del movente: perché uccidere per rapinare, se poi l’aggressore fugge a mani vuote?

A destare ulteriori sospetti è l’identikit tracciato dagli amici di Mamun, che indicano come possibile responsabile un senzatetto della zona, noto per aggirarsi nei pressi del parco. Al momento, però, l’uomo non è stato rintracciato.

I carabinieri della compagnia Eur, insieme ai colleghi della stazione di San Sebastiano, stanno conducendo le indagini e sono già state acquisite le immagini delle videocamere di sorveglianza presenti nell’area per cercare di identificare chi fosse nei paraggi al momento del delitto. Sarà anche l’autopsia a fornire risposte decisive, chiarendo l’esatta dinamica dell’aggressione e se la vittima abbia tentato di difendersi.

Mamun Miah viveva da solo e lavorava duramente per mantenersi. I familiari, rimasti in Bangladesh, sono stati avvisati della tragedia. Nel frattempo, la comunità bengalese di Roma è sotto shock e chiede giustizia per un giovane la cui unica colpa sembra essere stata quella di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato.

Un omicidio così brutale, in un contesto apparentemente tranquillo, riaccende i riflettori sulla sicurezza nelle aree periferiche della città: luoghi spesso dimenticati, dove la presenza delle forze dell’ordine non è costante e il degrado sociale favorisce l’emergere di situazioni pericolose. La morte di Mamun Miah non può restare solo una notizia di cronaca: deve spingere a riflettere su come tutelare davvero chi lavora onestamente e cerca solo una vita dignitosa.

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