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Forti piogge a Roma: alcune stazioni della metro A rimangono chiuse, operativi i bus sostitutivi

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Forti piogge a Roma: alcune stazioni della metro A rimangono chiuse, operativi i bus sostitutivi

A causa del violento nubifragio che ieri si è abbattuto sulla capitale, alcune fermate della metro A sono ancora chiuse al pubblico. Atac ha attivato navette sostitutive.

Disagi a Roma: Metro A Chiusa e Navette Sostitutive

Foto Facebook Carlo Calenda

Foto Facebook Carlo Calenda

I disagi dovuti al violento nubifragio che ieri pomeriggio si è abbattuto su Roma sono ancora ben visibili. Questa mattina diverse stazioni della metro A sono chiuse al pubblico e non è ancora noto quando riapriranno. In un comunicato, Atac spiega che sono attive navette tra Termini e Flaminio per rinforzare la tratta centrale.

“Si stanno completando le operazioni di sistemazione di superfici e impianti in alcune stazioni della tratta centrale della linea A, nelle quali il maltempo di ieri ha generato l’indisponibilità temporanea di alcuni servizi,” ha dichiarato Atac in una nota. “La circolazione dei treni è attiva su tutta la linea, ma per maggior tutela la tratta centrale è stata rinforzata con un servizio bus. I tecnici Atac sono al lavoro da stanotte per asciugare e ripristinare le aree di stazioni invase dalle acque scese lungo le scale. Tutti gli aggiornamenti verranno comunicati sul sito atac.roma.it.”

Impatto del Maltempo sulla Capitale

A Roma, secondo i meteorologi, è caduta in un’ora tanta acqua quanta ne cade in un mese. Una quantità enorme che ha portato diverse zone della capitale, soprattutto il centro storico, ad allagarsi. Diversi negozi del centro hanno avuto problemi per l’acqua entrata nei magazzini, in molti dei quali si è rovinata la merce. Una situazione che a Roma si ripete ciclicamente quando piove e che da anni sembra non avere soluzioni.

C’è da dire che nessuno si aspettava un evento di simili proporzioni: era stata diramata un’allerta meteo che prevedeva temporali il giorno prima, ma nessuno credeva potesse cadere una tale quantità di acqua. Secondo il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, ci sarebbero potuti essere danni ben più gravi, ma la prevenzione avrebbe aiutato a contenerli.

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Esplosione a Roma, installati sensori per rilevare residui di gas

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Esplosione a Roma, installati sensori per rilevare residui di gas

Resta alta l’attenzione a Roma dopo la violenta esplosione avvenuta ieri mattina intorno alle 8 in via dei Gordiani, zona Prenestino. Un distributore di GPL è saltato in aria causando oltre 40 feriti, tra cui due in condizioni gravi, ora ricoverati all’ospedale Sant’Eugenio. Sul posto sono intervenuti immediatamente i vigili del fuoco, le forze dell’ordine e i soccorritori, alcuni dei quali sono rimasti coinvolti nella deflagrazione.

L’Arpa e il Noe hanno installato dispositivi per monitorare la qualità dell’aria, temendo la presenza di gas residui. La Protezione Civile ha consigliato ai residenti di non uscire, tenere chiuse le finestre e spegnere i condizionatori. La Procura ha aperto un’indagine per disastro colposo: le prime ipotesi parlano di un guasto ad un impianto GPL.

Il tempestivo intervento dei gestori di un centro estivo vicino ha evitato una possibile tragedia: i bambini presenti sono stati evacuati poco prima dell’esplosione. La zona resta isolata, con ingenti danni anche a strutture vicine, come la polisportiva Villa De Sanctis. Le autorità stanno proseguendo le indagini e i controlli ambientali.

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Roma, giovane cuoco ucciso al parco: si indaga su una tentata rapina, ma il portafoglio era intatto

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Roma, giovane cuoco ucciso al parco: si indaga su una tentata rapina, ma il portafoglio era intatto

Tragedia alla Montagnola, nella periferia sud della Capitale: Mamun Miah, 27 anni, cittadino del Bangladesh e cuoco in un ristorante di piazza Venezia, è stato trovato senza vita al parco della Solidarietà, nei pressi del civico 393 di via Cristoforo Colombo. Il giovane è stato colpito al torace da una coltellata che non gli ha lasciato scampo, l’aggressore è fuggito ed è tuttora ricercato.

L’ipotesi investigativa principale resta quella della rapina finita male. Secondo alcuni amici della vittima, connazionali che spesso trascorrevano con lui le serate nel parco dopo il lavoro, Mamun avrebbe reagito a un tentativo di furto ed è stato accoltellato. I testimoni, pur trovandosi a una certa distanza al momento dell’attacco, raccontano di averlo visto discutere animatamente con un uomo nei pressi di un centro sportivo, non lontano dalla sua abitazione in via dell’Arcadia.

Ma il dettaglio che lascia perplessi è che nella tasca dei pantaloni del giovane è stato rinvenuto il portafoglio, completo di denaro e documenti. Un elemento che complica la lettura del movente: perché uccidere per rapinare, se poi l’aggressore fugge a mani vuote?

A destare ulteriori sospetti è l’identikit tracciato dagli amici di Mamun, che indicano come possibile responsabile un senzatetto della zona, noto per aggirarsi nei pressi del parco. Al momento, però, l’uomo non è stato rintracciato.

I carabinieri della compagnia Eur, insieme ai colleghi della stazione di San Sebastiano, stanno conducendo le indagini e sono già state acquisite le immagini delle videocamere di sorveglianza presenti nell’area per cercare di identificare chi fosse nei paraggi al momento del delitto. Sarà anche l’autopsia a fornire risposte decisive, chiarendo l’esatta dinamica dell’aggressione e se la vittima abbia tentato di difendersi.

Mamun Miah viveva da solo e lavorava duramente per mantenersi. I familiari, rimasti in Bangladesh, sono stati avvisati della tragedia. Nel frattempo, la comunità bengalese di Roma è sotto shock e chiede giustizia per un giovane la cui unica colpa sembra essere stata quella di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato.

Un omicidio così brutale, in un contesto apparentemente tranquillo, riaccende i riflettori sulla sicurezza nelle aree periferiche della città: luoghi spesso dimenticati, dove la presenza delle forze dell’ordine non è costante e il degrado sociale favorisce l’emergere di situazioni pericolose. La morte di Mamun Miah non può restare solo una notizia di cronaca: deve spingere a riflettere su come tutelare davvero chi lavora onestamente e cerca solo una vita dignitosa.

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