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ROMA Presa banda di finti poliziotti iraniani

ROMA Presa banda di finti poliziotti iraniani: le indagini.
ROMA Presa banda di finti poliziotti iraniani. Su di essa, composta da tre persone, i Carabinieri della Stazione Roma San Lorenzo in Lucina avevano iniziato a indagare nei primi mesi del 2018. E nelle scorse ore è arrivato il fermo, con l’accusa di aver compiuto rapine ai danni di turisti stranieri. A questi ultimi i tre si sarebbero qualificati come appartenenti alle forze di polizia, mostrando falsi tesserini. Un modus operandi scrupoloso quello ricostruito dai Carabinieri e dalla Procura della Repubblica di Roma: le vittime venivano infatti letteralmente perquisite e depredate di denaro e oggetti preziosi dai malviventi, che si davano poi alla fuga.
Non senza causare risvolti pericolosi: ad esempio, il tentato investimento, avvenuto lo scorso settembre in via Aurelia e in via Tiburtina, dei Carabinieri che li avevano individuati e avevano cercato di fermarli. Un incidente che aveva provocato lesioni ai militari e grossi danni alle autovetture di servizio. A ottobre, invece, dopo le ultime due rapine e lo speronamento di una gazzella che aveva provato a bloccarli, i malviventi erano scomparsi in un altro paese europeo. Il piu’ anziano dell’organizzazione, rientrato in Italia per riprendere i propri effetti personali, era stato però individuato nella zona di Villalba di Guidonia. Qui, dopo aver caricato i bagagli in un’autovettura, era passato a prendere altri due componenti della banda con cui aveva tentato di allontanarsi, ma era stato bloccato sull’autostrada, in direzione Nord.
Non paghi, anche dopo essere stati fermati, i tre hanno provato a cavarsela mostrando un falso tesserino di polizia. A loro carico ci saranno invece 7 rapine, commesse tra Roma e Firenze, e il tentato investimento di due carabinieri. Ieri mattina, l’Autorita’ Giudiziaria ha convalidato il fermo per due dei fermati, riconosciuti autori di numerosi colpi, mentre per il piu’ giovane si stanno svolgendo ulteriori accertamenti perche’ sospettato di aver preso parte ad una sola rapina, a Firenze, ad un turista. 4 persone erano inoltre già state denunciate per rapina, tentato omicidio e possesso di segni distintivi contraffatti che simulano l’appartenenza alle forze di polizia, mentre tre autovetture erano finite sotto sequestro.
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Il turismo che non vogliamo. “Stop ai viaggi organizzati lungo il confine di Gaza”

Denunciamo con sdegno la promozione, da parte di alcune note agenzie turistiche internazionali, di “tour della realtà” al confine con Gaza, trasformando la tragedia umana della popolazione palestinese in un’attrazione turistica. Siamo di fronte a un’operazione cinica e inaccettabile, che sfrutta la sofferenza e la distruzione provocate da mesi di guerra per offrire “esperienze forti” a pagamento, con pacchetti che promettono scorci di città bombardate e la possibilità di “vedere con i propri occhi il confine con Gaza”.
Il tutto mentre la popolazione palestinese è sottoposta a bombardamenti, assedi, fame e deportazioni. Questa mercificazione del dolore umano è un oltraggio alla memoria delle vittime, una forma moderna di pornografia bellica, che contribuisce a normalizzare l’occupazione, la violenza e la disumanizzazione di un intero popolo.
Mentre la comunità internazionale dovrebbe mobilitarsi per il cessate il fuoco immediato e il riconoscimento dei diritti del popolo palestinese, c’è chi specula sulla guerra come se fosse un set cinematografico. È il riflesso più degradato di un sistema che fa profitto anche sulle macerie. Chiediamo l’immediata rimozione di questi “tour” dai portali di viaggio internazionali e l’apertura di un dibattito pubblico sull’etica del turismo nei contesti di conflitto.
Alcuni siti che promuovono questi viaggi sono tra i più visitati al mondo e contribuiscono a una narrazione tossica, che presenta solo un lato della guerra, legittimando l’occupazione e criminalizzando le vittime. Esprimiamo piena solidarietà al popolo palestinese e continueremo a battersi, in Italia e in Europa, contro il genocidio in corso a Gaza e contro ogni tentativo di strumentalizzarne il dramma. La guerra non è uno spettacolo. La morte non è un souvenir. Il turismo dell’orrore è complicità con il genocidio!”. Lo dichiara Giovanni Barbera della Direzione nazionale di Rifondazione Comunista.
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Art of play Roma e il lavoratore preso a pugni senza contratto. La risposta ufficiale della mostra

L’organizzazione della mostra Art of Play desidera esprimere innanzitutto il proprio rammarico per l’episodio recentemente avvenuto presso l’esposizione in corso a Roma.
Dopo il pugno ricevuto che ha fatto il giro del web, arriva la nota ufficiale dell’azienda.
“Art of Play si avvale di agenzie esterne specializzate per l’ingaggio di performer e figuranti, tra cui la persona coinvolta nell’episodio. L’organizzazione di Art of Play ha un rapporto regolare con queste agenzie, pertanto non è direttamente coinvolta nei rapporti tra le agenzie e i lavoratori. Art of Play esprime ancora una volta vicinanza alla performer e si impegna a verificare eventuali irregolarità in sede appropriata”.
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