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Rogo all’ospedale di Tivoli, le autopsie
Rogo all’ospedale di Tivoli, le autopsie

Incendio all’ospedale di Tivoli: autopsie rivelano vittime causate dal fumo e complicazioni durante i soccorsi
Secondo le autopsie disposte dalla procura di Tivoli e come riportato da La Repubblica, una delle vittime dell’incendio all’ospedale di Tivoli San Giovanni Evangelista avrebbe perso la vita a causa dell’intossicazione da fumo, mentre le altre due sono decedute a seguito di complicazioni legate all’evento.
Si esclude l’ipotesi dolosa, e attualmente si sta conducendo un’indagine per omicidio colposo plurimo e incendio colposo a carico di ignoti.
Le autorità hanno disposto una maxi consulenza per ricostruire tutte le cause dell’incendio, comprese le condizioni dei sistemi antincendio, il piano di evacuazione e la gestione dei rifiuti.
Si ipotizza che le fiamme siano partite dall’area di stoccaggio dei rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo.
L’ipotesi degli inquirenti suggerisce che a causa della festività dell’8 dicembre, la raccolta dei rifiuti sia saltata, portando all’accatastamento dei sacchi gialli contenenti materiali e liquidi infiammabili fuori dai container.
Si indagherà anche sui lavori di ristrutturazione dell’ala dell’ospedale tra il 2020 e il 2021 per verificare se siano stati eseguiti correttamente e se l’incendio abbia avuto origine da un problema di natura elettrica.
L’Asl Roma 5 ha annunciato un’indagine interna, mentre la procura chiederà chiarimenti alle ditte coinvolte nell’appalto regionale sulla raccolta dei rifiuti. Inoltre, si stanno esaminando le affermazioni del sindacalista Cisl che afferma la presenza di problemi legati alla corrente e ai gas medicali durante l’emergenza.
L’azienda sanitaria aveva già pianificato investimenti significativi per la gestione antincendio, ma purtroppo le fiamme si sono sviluppate in modo repentino, mettendo a dura prova il personale e il sistema di emergenza ospedaliero.
La tragedia ha messo in evidenza una serie di criticità che richiedono un’approfondita analisi e un rapido intervento per garantire la sicurezza degli ospedali e la protezione dei pazienti.
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Arrestata “santona” a Ostia: prometteva di curare il cancro con l’ai

Arrestata “santona” a Ostia: prometteva di curare il cancro con l’ai, condannata a 9 anni. #Ostia #Truffa #Notizie
Una vicenda a dir poco incredibile si è verificata a Ostia, dove una falsa guaritrice, definita una vera e propria “santona”, è stata arrestata e condannata a nove anni di prigione. La donna era riuscita ad ingannare molte persone con la promessa di cure miracolose per il cancro, utilizzando presunti poteri spirituali e facendo affidamento sull’intelligenza artificiale.
L’arresto è avvenuto dopo un’indagine approfondita portata avanti dalle forze dell’ordine che hanno raccolto sufficienti prove contro di lei. “Una manipolazione del dolore altrui” è stata la definizione fornita dagli investigatori, i quali hanno sottolineato come la santona sfruttasse la disperazione delle sue vittime per estorcergli denaro.
La condanna è stata accolta con sollievo dalle vittime e dalle loro famiglie, molte delle quali si erano affidate a lei nella speranza di trovare una cura impossibile. “Una giustizia attesa da tempo”, ha commentato uno dei parenti delle vittime, esprimendo il sentimento comune di chi ha subito questo inganno.
Sebbene la sentenza rappresenti un’importante vittoria, resta la ferita aperta per chi ha vissuto questo dramma. La vicenda solleva interrogativi importanti sull’influenza e le possibilità di frode legate all’uso dell’intelligenza artificiale in ambiti così delicati.
Le autorità continuano a fare appelli alla popolazione affinché resti vigile e diffidente nei confronti di chi promette cure miracolose. Questa storia tragica è un monito su quanto sia essenziale verificare sempre la validità delle informazioni e delle pratiche mediche proposte.
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Orban e il Tango con l’Ue: Un Ballo a Passi di Attrito e Diplomazia

Accordo storico o resa? I dazi tra USA e UE accendono il dibattito. 🌍🤔 #Trump #VonDerLeyen #Orban
C’è chi celebra l’accordo come un “enorme” traguardo, frutto di un “duro negoziato”, e chi invece, come il primo ministro ungherese Viktor Orban, lo vede come una “debolezza commerciale” dell’Unione Europea. “Donald Trump non ha raggiunto un accordo con Ursula von der Leyen, ma piuttosto si è mangiato la presidente della Commissione europea a colazione.” – Un commento pungente per sottolineare la forza di Trump rispetto alla presidente della Commissione.
Orban, notoriamente critico verso Bruxelles, non ha risparmiato le sue parole dure, affermando il suo disappunto per il nuovo impegno dell’UE di acquistare armi ed energia dagli Stati Uniti per circa 750 miliardi di dollari in tre anni. L’accordo, che fissa nuovi dazi al 15% a partire dal primo agosto, esclude materiali come acciaio e alluminio, i cui dazi rimangono al 50%.
“Trump è un negoziatore dei pesi massimi, von der Leyen dei pesi piuma”, ha aggiunto Orban, insistendo sul fatto che nonostante i tentativi di presentarlo come un successo, questo accordo non sarebbe stato positivo per l’Europa. Il leader ungherese ha chiarito che l’Ungheria si tirerà fuori dall’UE se i “vantaggi supereranno gli svantaggi”.
La metafora di Orban non passa inosservata, concludendo che l’accordo con gli Stati Uniti risulti “peggiore” di quello ottenuto dal Regno Unito. La tensione tra il mantenimento dell’alleanza atlantica e gli interessi europei continua ad alimentare il dibattito politico. Resta da vedere come l’unione gestirà queste divisioni in futuro.
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