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Quando tolgono il Green pass? Tutte le ipotesi possibili al 31 marzo

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Quando tolgono il Green pass? Tutte le ipotesi possibili al 31 marzo

Quando tolgono il green pass? Questa è la domanda che si stanno facendo tantissimi italiani. Lavoratori, commercianti, imprenditori e studenti. Un provvedimento che ha detta di moltissimi addetti ai lavori non era fondamentale prima, figuriamoci adesso che la crisi pandemica sta volgendo al suo termine.

Quando toglieranno il Green Pass?

Su questo tema anche il noto infettivologo Matteo Bassetti non ha dubbi (leggi qui), affermando che “non ha più molto senso tenerlo ancora in vita”. Ma la domanda “Quando tolgono il green pass?” ancora non ha una risposta certa. Perché ad oggi il governo Draghi ancora non ha dato certezze sulla fine dell’utilizzo della (discriminante?) tessera verde.

Con la fine dello stato di emergenza che, salvo imprevisti dell’ultima ora, sarà durato ben 791 giorni (dal 30 gennaio 2020 al 31 marzo 2022), in Italia dovrebbero essere abolite diverse misure e disposizioni. Come affermato anche dal Sottosegretario alla Salute Costa, il 31 marzo con la fine dello stato di emergenza dovrebbe terminare anche l’utilizzo del Super green pass.

Fine del Green Pass, cosa cambia?

Dal 1′ aprile inizierà quindi una graduale eliminazione del Super green pass per andare al ristorante, alle piscine, negli stadi e negli sport di squadra come il calcetto, e potrebbe essere sostituito con quello base (ovvero ottenuto solo con il tampone). Fondamentale anche per il comparto turistico l’eliminazione del Super green pass che consentirebbe una maggiore programmazione per le vacanze di Pasqua o quelle estive. Dopo il 31 marzo quasi sicuramente verrà abolito il Green pass anche per negozi, parrucchieri, centri commerciali, banche e uffici postali.

Maggiore accortezza invece sui trasporti: sicuramente ci sarà un allentamento del Super green pass, ma molto probabilmente sarà necessario il tampone negativo per viaggiare su trasporti a lunga percorrenza.  Bisogna attendere ancora qualche mese per capire se l’obbligo vaccinale per gli over 50 verrà confermato fino al 15 giugno.

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Esplosione a Roma, installati sensori per rilevare residui di gas

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Esplosione a Roma, installati sensori per rilevare residui di gas

Resta alta l’attenzione a Roma dopo la violenta esplosione avvenuta ieri mattina intorno alle 8 in via dei Gordiani, zona Prenestino. Un distributore di GPL è saltato in aria causando oltre 40 feriti, tra cui due in condizioni gravi, ora ricoverati all’ospedale Sant’Eugenio. Sul posto sono intervenuti immediatamente i vigili del fuoco, le forze dell’ordine e i soccorritori, alcuni dei quali sono rimasti coinvolti nella deflagrazione.

L’Arpa e il Noe hanno installato dispositivi per monitorare la qualità dell’aria, temendo la presenza di gas residui. La Protezione Civile ha consigliato ai residenti di non uscire, tenere chiuse le finestre e spegnere i condizionatori. La Procura ha aperto un’indagine per disastro colposo: le prime ipotesi parlano di un guasto ad un impianto GPL.

Il tempestivo intervento dei gestori di un centro estivo vicino ha evitato una possibile tragedia: i bambini presenti sono stati evacuati poco prima dell’esplosione. La zona resta isolata, con ingenti danni anche a strutture vicine, come la polisportiva Villa De Sanctis. Le autorità stanno proseguendo le indagini e i controlli ambientali.

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Roma, giovane cuoco ucciso al parco: si indaga su una tentata rapina, ma il portafoglio era intatto

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Roma, giovane cuoco ucciso al parco: si indaga su una tentata rapina, ma il portafoglio era intatto

Tragedia alla Montagnola, nella periferia sud della Capitale: Mamun Miah, 27 anni, cittadino del Bangladesh e cuoco in un ristorante di piazza Venezia, è stato trovato senza vita al parco della Solidarietà, nei pressi del civico 393 di via Cristoforo Colombo. Il giovane è stato colpito al torace da una coltellata che non gli ha lasciato scampo, l’aggressore è fuggito ed è tuttora ricercato.

L’ipotesi investigativa principale resta quella della rapina finita male. Secondo alcuni amici della vittima, connazionali che spesso trascorrevano con lui le serate nel parco dopo il lavoro, Mamun avrebbe reagito a un tentativo di furto ed è stato accoltellato. I testimoni, pur trovandosi a una certa distanza al momento dell’attacco, raccontano di averlo visto discutere animatamente con un uomo nei pressi di un centro sportivo, non lontano dalla sua abitazione in via dell’Arcadia.

Ma il dettaglio che lascia perplessi è che nella tasca dei pantaloni del giovane è stato rinvenuto il portafoglio, completo di denaro e documenti. Un elemento che complica la lettura del movente: perché uccidere per rapinare, se poi l’aggressore fugge a mani vuote?

A destare ulteriori sospetti è l’identikit tracciato dagli amici di Mamun, che indicano come possibile responsabile un senzatetto della zona, noto per aggirarsi nei pressi del parco. Al momento, però, l’uomo non è stato rintracciato.

I carabinieri della compagnia Eur, insieme ai colleghi della stazione di San Sebastiano, stanno conducendo le indagini e sono già state acquisite le immagini delle videocamere di sorveglianza presenti nell’area per cercare di identificare chi fosse nei paraggi al momento del delitto. Sarà anche l’autopsia a fornire risposte decisive, chiarendo l’esatta dinamica dell’aggressione e se la vittima abbia tentato di difendersi.

Mamun Miah viveva da solo e lavorava duramente per mantenersi. I familiari, rimasti in Bangladesh, sono stati avvisati della tragedia. Nel frattempo, la comunità bengalese di Roma è sotto shock e chiede giustizia per un giovane la cui unica colpa sembra essere stata quella di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato.

Un omicidio così brutale, in un contesto apparentemente tranquillo, riaccende i riflettori sulla sicurezza nelle aree periferiche della città: luoghi spesso dimenticati, dove la presenza delle forze dell’ordine non è costante e il degrado sociale favorisce l’emergere di situazioni pericolose. La morte di Mamun Miah non può restare solo una notizia di cronaca: deve spingere a riflettere su come tutelare davvero chi lavora onestamente e cerca solo una vita dignitosa.

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