Attualità
“Mondo senza cibo tra 27 anni”: l’agghiacciante previsione degli scienziati
“Mondo senza cibo tra 27 anni”. Gli esperti lanciano il countdown per il giorno del giudizio

“Mondo senza cibo tra 27 anni”. L’ultimo avvertimento circa i rischi futuri per il pianeta arriva dal sociobiologo Edward Wilson. Secondo cui, partendo da oggi, 25 aprile 2022, alla ‘data zero’ mancherebbero esattamente 27 anni, 8 mesi e 10 giorni. Un dato calcolato confrontando il consumo di cibo ‘eccessivo’ con la crescita della popolazione e il numero delle nascite anno per anno. A parere dello scienziato, per soddisfare le attuali esigenze di nutrimento servirebbero due pianeti come la Terra. La quale, spiega, “ha una capacità limitata di sfamare l’umanità“.
MONDO SENZA CIBO TRA 27 ANNI, IL DATO DALLE STATISTICHE
Problema senza soluzione quindi? “Sì – prosegue Wilson – anche se tutti diventassero vegetariani, i terreni agricoli non ce la farebbero a sostenere la richiesta. Ciò perchè la popolazione mondiale sarà troppo grande per nutrirsi“. Per far capire, lo scienziato snocciola alcuni dati: “Ci saranno 10 miliardi di persone sul pianeta, che è il limite massimo che la terra può sfamare. La domanda di cibo invece sarà maggiore del 70% rispetto a quella del 2017“. Quindi, statistiche alla mano, nei prossimi 40 anni la produzione di alimenti dovrebbe superare quella effettuata da 8mila anni a questa parte. Cosa impossibile, come la possibilità di sfamare tutti.
MONDO SENZA CIBO TRA 27 ANNI: “BASTA MANGIARE CARNE”
“Un mondo tutto vegetariano è improbabile – continua Wilson – Ogni nazione poi è diversa. Anche se tutte consumano e sprecano ogni giorno tantissimo cibo. Se invece seguissero, per dire, l’esempio dell’americano medio, si potrebbe arrivare a sfamare solo 2,5 miliardi di persone“. Il numero però può essere aumentato. Come? Non mangiando più carne. “Per produrla – sottolinea infatti lo scienziato in conclusione – serve molta più energia che per qualsiasi altro alimento. Ad esempio, per produrre mais ce ne vogliono 75 volte in meno“.
Ultime Notizie Roma
Esplosione a Roma, installati sensori per rilevare residui di gas
Resta alta l’attenzione a Roma dopo la violenta esplosione avvenuta ieri mattina intorno alle 8 in via dei Gordiani, zona Prenestino. Un distributore di GPL è saltato in aria causando oltre 40 feriti, tra cui due in condizioni gravi, ora ricoverati all’ospedale Sant’Eugenio. Sul posto sono intervenuti immediatamente i vigili del fuoco, le forze dell’ordine e i soccorritori, alcuni dei quali sono rimasti coinvolti nella deflagrazione.
L’Arpa e il Noe hanno installato dispositivi per monitorare la qualità dell’aria, temendo la presenza di gas residui. La Protezione Civile ha consigliato ai residenti di non uscire, tenere chiuse le finestre e spegnere i condizionatori. La Procura ha aperto un’indagine per disastro colposo: le prime ipotesi parlano di un guasto ad un impianto GPL.
Il tempestivo intervento dei gestori di un centro estivo vicino ha evitato una possibile tragedia: i bambini presenti sono stati evacuati poco prima dell’esplosione. La zona resta isolata, con ingenti danni anche a strutture vicine, come la polisportiva Villa De Sanctis. Le autorità stanno proseguendo le indagini e i controlli ambientali.
Attualità
Roma, giovane cuoco ucciso al parco: si indaga su una tentata rapina, ma il portafoglio era intatto

Tragedia alla Montagnola, nella periferia sud della Capitale: Mamun Miah, 27 anni, cittadino del Bangladesh e cuoco in un ristorante di piazza Venezia, è stato trovato senza vita al parco della Solidarietà, nei pressi del civico 393 di via Cristoforo Colombo. Il giovane è stato colpito al torace da una coltellata che non gli ha lasciato scampo, l’aggressore è fuggito ed è tuttora ricercato.
L’ipotesi investigativa principale resta quella della rapina finita male. Secondo alcuni amici della vittima, connazionali che spesso trascorrevano con lui le serate nel parco dopo il lavoro, Mamun avrebbe reagito a un tentativo di furto ed è stato accoltellato. I testimoni, pur trovandosi a una certa distanza al momento dell’attacco, raccontano di averlo visto discutere animatamente con un uomo nei pressi di un centro sportivo, non lontano dalla sua abitazione in via dell’Arcadia.
Ma il dettaglio che lascia perplessi è che nella tasca dei pantaloni del giovane è stato rinvenuto il portafoglio, completo di denaro e documenti. Un elemento che complica la lettura del movente: perché uccidere per rapinare, se poi l’aggressore fugge a mani vuote?
A destare ulteriori sospetti è l’identikit tracciato dagli amici di Mamun, che indicano come possibile responsabile un senzatetto della zona, noto per aggirarsi nei pressi del parco. Al momento, però, l’uomo non è stato rintracciato.
I carabinieri della compagnia Eur, insieme ai colleghi della stazione di San Sebastiano, stanno conducendo le indagini e sono già state acquisite le immagini delle videocamere di sorveglianza presenti nell’area per cercare di identificare chi fosse nei paraggi al momento del delitto. Sarà anche l’autopsia a fornire risposte decisive, chiarendo l’esatta dinamica dell’aggressione e se la vittima abbia tentato di difendersi.
Mamun Miah viveva da solo e lavorava duramente per mantenersi. I familiari, rimasti in Bangladesh, sono stati avvisati della tragedia. Nel frattempo, la comunità bengalese di Roma è sotto shock e chiede giustizia per un giovane la cui unica colpa sembra essere stata quella di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Un omicidio così brutale, in un contesto apparentemente tranquillo, riaccende i riflettori sulla sicurezza nelle aree periferiche della città: luoghi spesso dimenticati, dove la presenza delle forze dell’ordine non è costante e il degrado sociale favorisce l’emergere di situazioni pericolose. La morte di Mamun Miah non può restare solo una notizia di cronaca: deve spingere a riflettere su come tutelare davvero chi lavora onestamente e cerca solo una vita dignitosa.
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