Politica
Di Maio, nuovo incarico in UE: sarà inviato speciale nel Golfo Persico
Di Maio, i dettagli sulle sue mansioni e sullo stipendio (importante) che percepirà

Di Maio, fase numero due verso il via. Dopo la fine della sua avventura in Parlamento a seguito del ko alle elezioni con Impegno Civico, l’ex capo M5S è pronto a tornare in campo. Stavolta nelle file dell’Unione Europea, che gli avrebbe affidato il ruolo di inviato speciale nel Golfo Persico. La nomina non è ancora ufficiale, ma dovrebbe essere ratificata di qui a qualche giorno. A scegliere Di Maio un team di tecnici indipendenti, incaricati da Bruxelles di valutare il profilo più adatto per il compito. E il responso è stato favorevole appunto all’ex Ministro.
DI MAIO, CORSA A TRE PER IL NUOVO RUOLO
Il cui nome è stato già sottoposto all’Alto rappresentante per la politica estera dell’Unione Borrell. A lui i tecnici, si legge nella relazione sulla candidatura, avrebbero raccomandato Di Maio “sulla base delle prestazioni fornite“. L’ex grillino sarebbe stato preferito a Markos Kyprianou, allo slovacco Jan Kubis e al greco Dimitris Avramopoulos. Ufficializzare l’incarico toccherà dunque ora a Borrell, che, come riporta Il Corriere della Sera, ha ottimi rapporti con Di Maio sin dalla sua esperienza alla Farnesina.
DI MAIO, COSA FARÀ E QUANTO GUADAGNERÀ
In caso di conferimento, la missione cui l’ex Ministro dovrà adempiere non sarà delle più semplici: in ballo ci sono infatti i rapporti con il mondo arabo, al quale l’Europa guarda come nuovo fornitore di gas e petrolio. Far sì che il prezzo che gli sceicchi ci faranno non sia troppo sconveniente rispetto a quello della Russia sarà dunque compito di Di Maio. Che per esso riceverà un compenso netto al mese di 12mila euro, cui si aggiungeranno tutte le spese, comprese quelle per lo staff. L’ex M5S godrà inoltre dello status di diplomatico, con tanto di passaporto e immunità.
Politica
Ottaviani (Lega) “E’ il Pd ad aver penalizzato Roma e Lazio, Zingaretti e Patanè chiedano scusa”

“È davvero incredibile la faccia tosta con cui Zingaretti e Patanè attaccano Matteo Salvini. Il primo ha governato il Lazio per 10 anni e, tra i tanti ‘successi’ amministrativi, Roma ricorderà sempre la chiusura senza alternative della discarica di Malagrotta.
Questa decisione ha fatto piombare la città in un’emergenza rifiuti e ha costretto i cittadini a pagare una delle TARI più alte d’Italia. Il secondo, invece, non è in grado nemmeno di garantire i servizi minimi del trasporto pubblico nella città.
Grazie a Matteo Salvini, a Roma sono arrivati miliardi di euro per la Metro C, risorse fondamentali per sbloccare un’opera necessaria per la Capitale. È evidente che siano stati i dem, con la loro inadeguatezza politica, a penalizzare Roma e il Lazio. Chiedano scusa, invece di tentare di dare lezioni”. Lo dichiara il deputato della Lega Nicola Ottaviani.
Politica
Alle elezioni europee ricordiamoci di chi ci obbligava a vaccinarci e che ora difende il Genocidio

Verba Volant scripta manent. Alle prossime elezioni europee ricordiamoci dei politici e degli schieramenti che ci hanno obbligato a vaccinarci, con l’obbligo del Green Pass dicendoci che non c’era nessun rischio, cosa che invece è stata smentita ufficialmente il primo maggio quando AstraZeneca ha dichiarato che il vaccino covid19 può causare rari casi di trombosi.
Questo nonostante tanti professori e medici della comunità scientifica già avevano detto che il vaccino era sperimentale e che così, come era organizzata la somministrazione, non era corretta. Solo che poi la classe politica dominante, che aveva come premier, prima Conte e poi Mario Draghi, con Roberto Speranza sempre ministro della Salute, andava a creare pressioni notevoli critica il mainstream. Qualche medico è stato cancellato e sospeso dagli albi professionali, qualche questore sospeso dall’attività e più di qualche giornalista declassato e imbavagliato, qualche lavoratore licenziato, qualcuno è morto di trombosi ecc…
Elezioni Europee
Fra meno di un mese ci saranno le elezioni europee che negli anni sono diventate più importanti delle elezioni nazionali e i personaggi bene o male sono sempre gli stessi. Adesso però c’è anche un’altra grana su cui tantissimi politici fanno silenzio, ovvero non condannare i crimini di guerra che sta commettendo il governo Netanyahu, sempre più in crisi al suo interno, ma appoggiato dai poteri forti del mondo occidentale.
Più di 40.000 vittime palestinesi, di cui più della metà donne e bambini. Parliamoci chiaro, non ci vuole nulla a capire che difendere questa strategia militare, nasce da accordi che vanno al di la della pace e della democrazia. Condannare il terrorismo e gli attacchi palestinesi verso civili israeliani è ugualmente vergognoso, ma la risposta militare d’Israele è nettamente sproporzionata.
Per l’Ucraina, tutti i nostri politici hanno fatto campagne di sensibilizzazione, mentre per la Palestina, tutto tace. La verità è che l’Italia è una colonia dell’America, ed ora più che mai ce ne siamo rendendo tutti conto. Quando continueranno a parlare di non violenza o di democrazia, diritti civili e quant’altro, ricordiamoci del Green Pass e del silenzio sul genocidio del popolo palestinese.
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