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Sentenza Rigopiano assoluzioni e indignazione: la colpa a chi era ospitato nella struttura?

Sentenza Rigopiano assoluzioni e indignazione così in due parole possiamo racchiudere la vicenda, le grandi speranze dei parenti delle vittime sono andate in fumo alla fine del processo; si è chiuso con 5 condanne e ben 25 assoluzioni, provocando la rabbia e lo sconforto dei parenti delle vittime. Ricordiamo tutti il 18 gennaio del 2017: migliaia di metri cubi di neve spazzarono via l’ hotel di Rigopiano, ma soprattutto spezzarono 29 vite umane.
Dopo oltre sei anni dalla tragedia, e ben 15 rinvii è arrivata la sentenza di primo grado al processo per la valanga sull’Hotel Rigopiano. Il giudice di Pescara, ha emesso la sentenza: 25 assolti (tra cui l’ex prefetto) e 5 condannati tra cui l’attuale sindaco di Farindola. Il verdetto ha lasciato tutti senza parole, scatenando la reazione dei parenti delle vittime.
Si è scatenato il caos, lacrime, urla in aula e qualcuno ha gridato contro il giudice: “Vergogna, vergogna. Ingiustizia è fatta. Assassini. Venduti. Fate schifo”, diversi parenti sono stati trattenuti a stento dalle forze dell’ordine. La situazione è degenerata tanto da richiedere l’intervento di poliziotti e carabinieri che sono stati costretti a bloccare la tentata aggressione al giudice, blindato in aula.
150 anni totali per gli imputati furono chiesti ma da ciò che emerge è che è stato cancellato il reato di disastro colposo, 25 assoluzione e solo 5 misere condanne.
La tragedia del hotel Rigopiano, è stato il fallimento di un intero sistema dalla struttura stessa al ritardo nel chiamare i soccorsi e ora è il fallimento della giustizia italiana.
Ci stringiamo al dolore e alla rabbia delle famiglie delle vittime e come qualcuno ha detto “non è che la colpa è di chi soggiornava nell’ hotel? ” come a voler dire oltre al danno la beffa.
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Quando a tradire è chi dovrebbe proteggere: la scuola e il dovere della vigilanza

La condanna a sette anni di carcere inflitta al professore di chimica di due scuole romane, accusato di aver molestato cinque studenti quindicenni e di possedere materiale pedopornografico, segna una tappa dolorosa ma necessaria in una vicenda che scuote nel profondo la fiducia delle famiglie nella scuola.
Le testimonianze dei ragazzi, le denunce coraggiose dei genitori, i filmati dei carabinieri hanno tolto ogni dubbio sulla realtà delle violenze subite. La pena inflitta — già ridotta per la scelta del rito abbreviato — è severa ma, per molti, comunque insufficiente per il dolore causato alle vittime.
Eppure questa sentenza deve rappresentare soprattutto un punto di partenza, perché non basta condannare chi ha commesso il male: bisogna interrogarsi sulle condizioni che lo hanno permesso e sulle azioni da mettere in campo per prevenire casi simili.
Come è possibile che un professore già sotto indagine sia rimasto al suo posto, continuando a «scherzare e toccare» ragazzi inermi? Come è possibile che la segnalazione di un collega e i comportamenti «poco professionali» osservati dai compagni non siano bastati a fermarlo prima? Cosa manca nei nostri istituti, nelle procedure disciplinari, nella formazione del personale e nella vigilanza interna?
La sicurezza psicologica e fisica dei ragazzi deve venire prima di ogni altra considerazione: occorrono linee guida chiare, sportelli di ascolto, formazione specifica per il personale e una cultura che non banalizzi certi comportamenti come “scherzi”, ma li riconosca subito come violenze.
Sette anni di carcere e l’interdizione perpetua da ruoli a contatto con minori impediranno a quell’uomo di fare altri danni, ma la sfida più grande è fare in modo che quei ragazzi, e tutti i loro coetanei, possano tornare a sentire la scuola come una casa sicura.
Roma e dintorni
Incidente a Roma, scontro tra auto e moto su via Ostiense: un morto

(Adnkronos) – Drammatico incidente oggi, giovedì 10 luglio, sulla via Ostiense all’altezza di via del Fosso di Dragoncello a Roma. Secondo le prime informazioni sono rimaste coinvolte un’auto e una moto che si sono scontrate in mattinata. La polizia locale di Roma Capitale del X gruppo Mare è ancora sul posto con cinque pattuglie per i rilievi.
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