Cronaca
Roberto Spada sgomberato, tensione tra i Carabinieri e i parenti del boss
Roberto Spada sgomberato, l’esponente criminale via dall’appartamento occupato a Ostia

Roberto Spada sgomberato. L’operazione, condotta dai Carabinieri di Ostia, è iniziata alle nove di stamattina ed è tuttora in corso. Il capo dell’omonimo clan, attivo sul litorale romano, ha dovuto così lasciare la sua abitazione di via Vincon. L’appartamento, sito al terzo piano, si trova all’interno di un palazzo di proprietà del Comune di Roma. Spada era però riuscito a insediarcisi abusivamente e attualmente vi viveva insieme alla sua famiglia. Quando i militari sono sopraggiunti sul posto per eseguire lo ‘sfratto’, il boss non ha creato problemi. Nessun tentativo di sottrarsi al provvedimento c’è stato da parte sua, che tranquillamente ha posto in valigia i suoi effetti personali.
Ad aiutarlo in questo la compagna e i due figli, presenti anch’essi in casa, insieme ad altri due parenti. Tutto il gruppo si è dato molto da fare con valigie e buste per portare via vestiti e giocattoli. I militari sono stati comunque costretti a chiudere l’accesso alla via a causa delle proteste di alcuni residenti. Alcuni congiunti di Spada, circa una decina, si sono infatti radunati tutt’intorno alle pattuglie, facendole oggetto di insulti. Contemporaneamente, quattro pattuglie della Polizia Locale stanno censendo le case comunali della zona per scovare altri abitanti abusivi da denunciare. Fino al prossimo 20 maggio, Spada verrà ospitato in hotel, dopodichè si sistemerà presso amici.
Attualità
Gesù rivisitato: provocazione artistica o cancellazione simbolica?

Non si tratta, come spesso viene sostenuto in questi casi, di razzismo o omofobia. Il talento di Erivo è fuori discussione, così come il diritto del teatro di sperimentare linguaggi nuovi. Tuttavia, è lecito porsi una domanda: perché modificare radicalmente l’identità di una figura simbolica universale come Gesù Cristo?La figura di Gesù – maschile, ebraica, storicamente e religiosamente connotata – ha attraversato i secoli mantenendo un valore spirituale e culturale ben preciso; cambiarne l’aspetto, il genere e il profilo identitario non è un dettaglio creativo, ma un atto profondamente ideologico, un segnale del nostro tempo, in cui ogni rappresentazione tradizionale viene riscritta per adattarsi a criteri di inclusione sempre più rigidi e imposti.
L’inclusività è un valore importante, ma quando diventa un obbligo culturale che trasforma ogni simbolo in qualcosa di instabile e privo di radici, rischia di ottenere l’effetto opposto: non più unire, ma confondere.
Quando tutto può essere tutto, allora nulla ha più significato, e in questo caso non si rompe un tabù per cercare nuove verità, ma si sostituisce un simbolo per riscrivere ciò che rappresenta.
E il pubblico ha il diritto di chiedersi dove finisce l’arte e dove comincia l’ideologia.
Attualità
Omicidio a Racale: quando la violenza nasce dentro casa

Una donna uccisa a colpi d’accetta dal figlio, una casa di famiglia trasformata in scena del crimine. A Racale, nel leccese, il pomeriggio del 17 giugno si è consumato un delitto che sconvolge un’intera comunità: Teresa Sommario, 53 anni, è stata trovata senza vita nel proprio appartamento, colpita ripetutamente alla testa e al petto. L’aggressore è il figlio maggiore, Filippo Manni, 21 anni, fermato poco dopo in stato confusionale.
Il dettaglio più inquietante, oltre alla brutalità del gesto, è la sua matrice familiare…la violenza, ancora una volta, non arriva dall’esterno: avviene tra le mura domestiche, dove dovrebbe esserci protezione, affetto o almeno convivenza. Non è un caso isolato, il contesto di conflittualità all’interno della famiglia Sommario era noto ai vicini: litigi frequenti e tensioni che, probabilmente, covavano da tempo.
Resta da capire come e perché questa tensione sia esplosa in modo tanto estremo. È una domanda che accompagna ogni caso di cronaca nera in ambito familiare, ma che continua a non trovare chiarimenti adeguati. Il delitto di Racale ci mette davanti, ancora una volta, al nodo irrisolto della violenza che nasce all’interno di legami affettivi spezzati e distorti.
Il figlio minore, presente al momento dell’aggressione, lancia l’allarme. Anche questo elemento pesa: i figli come testimoni, e spesso vittime indirette, di drammi che segnano per sempre intere esistenze.
L’indagine chiarirà i contorni esatti della vicenda, il movente preciso e le responsabilità. Ma sullo sfondo resta una considerazione difficile da ignorare: le fratture all’interno della famiglia, quando ignorate o sottovalutate, possono degenerare e trasformare una casa qualunque nel teatro di una tragedia.
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