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La sfida invisibile degli HR e la risposta di bValue

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La sfida invisibile degli HR e la risposta di bValue

L’invisibilità degli HR

In ogni organizzazione c’è un gruppo di persone che lavora per far funzionare tutto, ma raramente riceve attenzione. Sono quelli che si occupano degli altri, delle persone, che garantiscono l’onboarding, ascoltano le esigenze dei colleghi, gestiscono conflitti, mappano competenze, controllano turni, salari, ferie.

Sono gli HR Manager. Spesso invisibili, sempre essenziali. Eppure, chi si prende cura di loro? Chi si occupa del benessere di chi lavora per il benessere degli altri?

Questa è la domanda da cui è nata bValue, la startup italiana che ha deciso di cambiare per sempre il modo in cui vengono vissute e gestite le risorse umane. Non con promesse vaghe o tecnologie fredde, ma con una piattaforma costruita su una visione chiara: l’HR deve tornare ad essere umano, strategico e libero di fare ciò che conta davvero.

Il problema: un settore obsoleto che non cresce con le aziende

Negli ultimi anni, le aziende hanno trasformato digitalmente ogni area: produzione, marketing, logistica, vendite, tutto si è evoluto, tutto è diventato più veloce, automatizzato, connesso.

Tutto, tranne le HR. La maggior parte delle imprese italiane – anche quelle di dimensioni medio-grandi – utilizza ancora strumenti frammentati, gestionali antiquati, oppure soluzioni verticali che coprono solo un pezzo del puzzle. Il risultato? Una gestione del personale lenta, stressante, inefficiente. Fogli Excel, email manuali, dati sparsi. E HR Manager che, invece di guidare l’innovazione, spendono tempo a rincorrere scadenze, documenti, problemi. Secondo recenti studi, oltre il 60% del tempo degli HR viene sprecato in attività ripetitive e a basso valore. E meno tempo significa meno ascolto, meno strategia, meno cultura aziendale.

L’intuizione di bValue: ascoltare prima di costruire

Quando i fondatori di bValue – tra cui Youssef Fitasse, oggi CEO dell’azienda – hanno iniziato a esplorare il mondo HR, non volevano costruire una piattaforma. Volevano capire di cosa c’era davvero bisogno. E la risposta è arrivata chiara da centinaia di conversazioni con direttori HR, imprenditori, consulenti: serviva qualcosa di integrato, semplice, intelligente. Ma soprattutto, serviva un alleato.

Non un altro tool. Non un altro gestionale. Bensì un copilota, un assistente invisibile, che liberasse tempo, migliorasse la qualità del lavoro e aiutasse le persone a fare bene ciò che solo gli esseri umani possono fare: ascoltare, motivare, guidare. La piattaforma: una torre di controllo intelligente e umana

Oggi bValue è una realtà consolidata, con una piattaforma composta da 20 moduli integrati che coprono l’intera gestione HR & Finance del personale., un sistema scalabile, adattabile, personalizzabile. Ma ciò che lo distingue davvero è la logica con cui è costruito.

Non parte dal processo, ma dalla persona. Ogni modulo è progettato per alleggerire un peso, risolvere un nodo, semplificare una routine. Dal recruiting alla valutazione, dalla formazione al clima aziendale, ogni funzione è pensata per agire in autonomia, senza caricare l’HR di nuovo lavoro. Grazie all’integrazione di agenti AI specifici per ogni cliente, bValue riesce ad analizzare grandi quantità di dati HR in tempo reale, individuare problemi prima che esplodano (come cali di performance o rischi di turnover), suggerire azioni concrete, con impatto misurabile. È, a tutti gli effetti, una torre di controllo predittiva, dove l’HR può vedere l’azienda da un punto di vista nuovo. Un cruscotto che non si limita a mostrare, ma consiglia e agisce.

Una metafora potente: l’autobus dell’HR

bValue per l’HR è come l’autobus per un bambino.”, dice Fitasse.
Puoi anche andare a scuola a piedi, ma ci metti di più, arrivi stanco e forse perdi la voglia. L’autobus ti porta, ti aiuta a essere puntuale, e ti fa risparmiare energia per ciò che conta.” Questa metafora non è solo efficace, è la sintesi perfetta della missione di bValue: non sostituire il lavoro dell’HR, ma renderlo più leggero e significativo.

Il posizionamento: essere first mover in un mercato frammentato

Il settore HR Tech in Italia è ancora molto frammentato. Le aziende usano software diversi per ogni funzione (formazione, buste paga, recruiting, ecc.), con conseguenze evidenti: i dati non dialogano, le decisioni si basano su sensazioni, non su insight, ogni aggiornamento richiede tempi lunghi e costi alti. In questo contesto, bValue si è posizionata come una delle prime piattaforme italiane veramente end-to-end, in grado di adattarsi alle PMI come alle aziende con migliaia di dipendenti, evolversi con i bisogni dell’azienda, essere personalizzata in autonomia, senza sviluppatori interni o lunghi setup. Il mercato ha iniziato ad ascoltare. Alcuni grandi gruppi hanno già fatto proposte di acquisizione, ma la scelta dei fondatori è stata netta: continuare a crescere in autonomia, proteggendo visione, clienti e cultura.

Le storie che contano: quando un software cambia la vita

I numeri contano, ma le storie ancora di più. Come quella dell’HR Manager di una multinazionale del settore manifatturiero che, dopo l’introduzione di bValue, ha finalmente potuto dedicare tempo all’ascolto dei collaboratori, avviando un progetto di crescita interna bloccato da anni. O quella di una PMI del settore consulenza che, grazie ai moduli predittivi, ha evitato le dimissioni in blocco di un team strategico, intervenendo con formazione mirata e un nuovo piano di sviluppo.

I clienti ci dicono spesso che per la prima volta sentono di avere il controllo senza dover rincorrere tutto il giorno i problemi.’”, racconta Fitasse. “Questo per noi è il vero impatto.” Oggi bValue è una startup, ma la sua visione è molto più ambiziosa: diventare lo standard italiano nella gestione intelligente delle risorse umane. Il desiderio è quello di costruire un’azienda solida, rispettata e riconosciuta per la sua etica: zero compromessi sull’integrità, attenzione alla sostenibilità interna, cultura della fiducia.

La filosofia di fondo: piccoli dettagli, grandi cambiamenti

Tra le tante frasi che circolano dentro bValue, ce n’è una che ricorre spesso:

È nei dettagli che succede la magia.” Non è solo un mantra estetico, è una filosofia.

Ogni funzionalità della piattaforma è pensata per risolvere problemi piccoli che, sommati, diventano grandi colli di bottiglia. Ogni interfaccia è studiata per evitare la fatica decisionale. Ogni aggiornamento è progettato per portare beneficio, non complessità. Perché la vera innovazione non sta nell’aggiungere, ma nel semplificare ciò che oggi è complesso.

Un nuovo paradigma HR, finalmente possibile

Non si può costruire un’azienda solida senza prendersi cura delle persone, e non si possono curare le persone se chi deve farlo è sopraffatto da scadenze, fogli di calcolo e attività manuali. bValue non è solo una piattaforma: è una scelta culturale. È un modo nuovo – e necessario – di pensare l’HR, non più come una funzione operativa, ma come il cuore della trasformazione aziendale. E per chi ha il coraggio di fare questo passo, la tecnologia giusta ora esiste: si chiama bValue.

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Roma e dintorni

Due chilometri di spiaggia e nessun bagno, degrado tra Ostia e Torvaianica

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Due chilometri di spiaggia e nessun bagno, degrado tra Ostia e Torvaianica

Neanche un bagno pubblico in quasi 2 chilometri: per le decine di migliaia di bagnanti che frequentano la lunga spiaggia libera tra Ostia e Torvaianica, a due passi dalla meravigliosa riserva naturale che ospita la tenuta del Presidente della Repubblica di Castel Porziano, la situazione è davvero difficile. Specialmente nei fine settimana. L’area, con otto punti di ingresso, i famosi ‘cancelli’ appunto, è gestita dal Comune di Roma e meta di migliaia di bagnanti nel periodo estivo che, nell’anno del Giubileo, si trovano a dover convivere con la totale assenza di bagni pubblici aperti, oltre che di bar e punti di ristoro.

Degrado, sporcizia e odore nauseante

Tanto che chi si trova nella condizione di dover utilizzare una toilette ha ben poche opzioni a sua disposizione per risolvere l’urgenza fisiologica: trovare riparo fra le dune, nascondersi nella vegetazione oppure approfittare della privacy offerta dal muro posteriore dei bagni chiusi e lasciare tutto lì.

Avvicinandosi, l’odore è nauseante, tra mosche e altri insetti. Dietro il bagno numero 2 una montagna di cartacce ed escrementi sono lì da tempo, mentre al bagno 1 accanto alle docce, ormai ricoperte di graffiti, deiezioni e spazzatura si mischiano.

Eppure queste strutture di servizio ci sarebbero. Nella planimetria dell’area sono indicati, oltre ad alcuni chioschi, 8 edifici: in 7 di questi dovrebbero essere presenti servizi igienici, in 5 degli spogliatoi, in 3 delle docce, altrettanti posti di pronto soccorso e un posto di polizia. Invece la situazione che gli avventori si trovano davanti è quella di porte sbarrate, lucchetti ed escrementi ovunque. Già scendendo a piedi dall’ingresso pedonale del 1° cancello verso il parcheggio, il profumo della macchia mediterranea si mescola all’odore dell’urina.

Le 8 strutture sono inaccessibili, con le porte chiuse a chiave o da pesanti lucchetti, così come i bar sulla spiaggia che, a stagione già cominciata, sono chiusi. Chi va ai cancelli di Ostia oggi quindi non può contare né sui servizi, compresi quelli igienici, né su un punto ristoro o assistenza. E non è una situazione che riguarda poche persone: fra chi si organizza per cambiarsi il costume vicino alle proprie auto e chi prosegue con ombrelloni, sdraio e borse termiche sotto braccio, lungo la Litoranea e negli spiazzi è difficile trovare un parcheggio e sono migliaia le persone costrette ad assistere a ‘spettacoli’ poco edificanti.

Cosa dice il Campidoglio

Dall’assessorato al Patrimonio e alle Politiche Abitative di Roma Capitale, contattato dall’Adnkronos, ammettono che la “spiaggia è attualmente accessibile ma al momento priva di servizi in attesa dell’espletamento della gara, tuttora in corso”. Tuttavia, assicurano, “l’apertura dei cancelli a Castel Porziano, con i servizi essenziali, è prevista entro la seconda metà di luglio“, visto che il bando si chiude il 30 giugno.

Due chilometri di spiaggia e nessun bagno, degrado tra Ostia e Torvaianica

“All’inizio della stagione – spiega l’assessorato all’Adnkronos – è stata eseguita la vagliatura della spiaggia; Ama si occupa, periodicamente, delle operazioni di pulizia. Questa, infatti, è una spiaggia che presenta elementi di fragilità ambientale e paesaggistica unici sul litorale romano. Proprio per questo, dopo il parere negativo espresso dalle Autorità competenti sulla proposta di project financing presentata, Roma Capitale, in qualità di concessionaria, ha scelto di procedere con una nuova gara, interamente pubblica, costruita per garantire la massima partecipazione coinvolgendo anche cooperative, associazioni sportive dilettantistiche e altri soggetti del territorio, a tutela del sistema dunale e per una gestione ordinata dei servizi, dei flussi di accesso e della sicurezza. Il bando, articolato in cinque lotti, è il frutto di un lavoro approfondito e condiviso con gli enti competenti, che ha richiesto un percorso rigoroso e diverse interlocuzioni istituzionali in poche settimane dal diniego al project financing. Il bando si chiuderà lunedì 30 giugno“.

Lo sconcerto dei bagnanti

Tra i bagnanti c’è sconcerto, e c’è chi sta pensando anche di rinunciare al “mare di Roma”. “Veniamo qui da anni – racconta all’Adnkronos Antonella, che sta scaricando l’ombrellone dalla macchina insieme alla sua famiglia al 4° cancello – la spiaggia ci piace tanto: l’anno scorso c’era anche un bar che faceva anche servizio cucina. Certo, senza bagni, anche solo per darti una sciacquata, forse dovremo optare per altro…”. Le fanno eco Francesca e Giacomo, una giovane coppia munita di sdraio: “In queste condizioni potremo restare al massimo un paio d’ore – raccontano sotto un sole che ha fatto raggiungere i 37 gradi – senza caffè possiamo anche stare, ma senza una bottiglietta d’acqua…”

Amara sorpresa invece per Paola, che con il compagno è “venuta qui per la prima volta: la spiaggia non è neanche eccessivamente sporca. Però, senza poter andare in bagno, la situazione non è sostenibile”. C’è invece chi conosce la situazione, come Paolo, che è appena sceso da un motorino per andare al mare: “Veniamo qui perché, in caso, poco lontano c’è verso Pomezia l’unico stabilimento attrezzato. Poi, con i venditori ambulanti in spiaggia, un po’ risolvi la situazione”, racconta mentre va verso l’arenile passando accanto a un chiosco chiuso. (di Lorenzo Capezzuoli Ranchi)

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Roma e dintorni

Incidente mortale a Roma, motociclista perde la vita sulla Salaria

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Incidente mortale a Roma, motociclista perde la vita sulla Salaria

Grave incidente in via Salaria, a Roma, con un motociclista morto. Sul posto pattuglie della Polizia Locale di Roma Capitale del III Gruppo Nomentano, ora impegnate nei rilievi. L’incidente è avvenuto intorno alle ore 16, nella carreggiata in direzione centro, dopo aeroporto di Roma Urbe.

Dai primi accertamenti risulterebbe coinvolto un unico mezzo, una moto Ducati Monster, condotta da un uomo italiano di 43 anni, deceduto sul posto. In corso le indagini per ricostruire l’esatta dinamica di quanto accaduto. Il mezzo è stato posto sotto sequestro dagli agenti.

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