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Totti Ilary, parla la cugina del Pupone: “Tifo per lei. Francesco non è più lui”

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Chi è Giorgia Lillo Lori, la cugina di Totti che tifa Ilary Blasi: “Fino all’ultimo ho sperato che l’auto di Francesco non fosse da Noemi Bocchi”

La fine della storia tra Ilary Blasi e Francesco Totti, da qualunque punto di vista la si voglia vedere, è la storia della separazione di una famiglia.

Le case vicine, quella della madre, e poi le sorelle di Ilary, Melory e Silvia, una famiglia grande, di cognati e nuore, amici, cuginetti cresciuti insieme. Unita da vent’anni, romana e semplice, ‘caciarona’, e per questo simbolo di una città che l’ha sempre difesa e data per certa. Fino a dover scegliere da che parte stare.

Ad eccezione dei tre figli Totti, Isabel, Chanel e Cristian, che meritano il rispetto globale già solo per la dignità e la forza con cui dedicano post social in pari numero a madre e padre, Roma invece si è divisa, separata, tra chi riscopre Blasi grazie a un docufilm, chi ‘c’è solo un capitano’ e chi ripete a denti stretti che ‘sono cose che capitano’. C’è anche, ancora, un ristretto e silenzioso gruppo che spera in una riappacificazione. Lo dice anche la mamma di Ilary, Daniela Blasi, nel docufilm Unica. Non si sa mai magari. Ma è una frase in mezzo ad altre, una maglietta allo stadio.

In questi mesi di dubbi, notizie su siti e giornali, tentazioni, accuse, Rolex, borsette e scarpe, e bugie da scoperchiare come il contro soffitto di un soppalco, anche la famiglia reale della capitale si è scissa.

Giorgia Lillo Lori, per esempio. La didascalia del documentario la definisce cugina di Totti, perché in una famiglia grande e unita, la moglie del cugino di sangue di Totti, Angelo Marrozzini, è cugina anch’essa. Loro, entrambi, hanno scelto di stare dalla parte di Ilary Blasi.

Così la madre, e le due sorelle. Nessuno è felice di aver girato il docufilm, di essere arrivato a doverlo fare, dicono a Repubblica, “Francesco, quel ragazzo, è cambiato”, non è più lui. “Non avrei mai pensato che potesse farlo”. Nessuno di loro ne dimentica la bellezza, oltre il campione resta l’uomo, c’è nostalgia in Unica, c’è sorpresa, amarezza. Mai rancore.

Giorgia Lillo Lori lo dice scoppiando a piangere, si copre il viso, dura un attimo.

Perché lei a Totti voleva bene, perché a lei Ilary “all’inizio neanche mi piaceva, tutta che se la tirava”. E invece poi l’ha “imparata”. “Ilary è una donna meravigliosa, magari è una che prima di abbracciarti ci mette 8 anni, ma è sincera, bella, proprio forte”.
Giorgia Lillo Lori è la moglie di Angelo Marrozzini, lui e Francesco Totti sono cresciuti insieme, hanno frequentato le stesse scuole elementari e medie. L’ex capitano è stato il loro testimone di nozze.

Grandissimo tifoso della Roma, per Totti sempre presente alle partite, alle cene di famiglia, alla vita. Si dice che l’ex capitano gli abbia dedicato il suo 200esimo gol perché all’epoca il cugino era in coma a seguito di un grave incidente. Sui social le dediche di Angelo sono frequenti ma mai esagerate. Restano intime, a proteggere la famiglia.
“Lui e Angelo ora non si sentono più. Tra loro i rapporti non sono più buoni”, racconta Giorgia Lillo Lori nel docufilm.

È lei ad accompagnare Ilary Blasi sotto casa di Noemi Bocchi una volta che i sospetti non sono più tali. Nonostante tutto non lo racconta ad Angelo, “gli ho detto che venivo da te perché arrivava il tipo a leggerci tarocchi”, spiega. Forse il marito altrimenti le avrebbe fermate. E invece le due donne vogliono vedere, andare fino in fondo o comunque in fondo a Roma Nord. Il racconto che fanno le due cugine amiche è esilarante, ma sono loro due a colorarlo così.

Giorgia fino alla fine spera che sia tutta una follia. “Non potevo crederci, oh. Quando me l’hai raccontato..” dice con la gola chiusa, “se capitava a me una cosa del genere mi ricoveravano in clinica”. Blasi le sorride: “Vabè dai ormai lo sapevamo, siamo andate dirette”. E Giorgia: “Eh no, io fino alla fine ho sperato che magari la macchina di Francesco non c’era, che non era andato”. E invece.

Poi le lacrime, la scena di Ilary che scappa e prende un albero in retromarcia e loro due come ragazzine che hanno fatto l’avventura, corrono via, tornano a casa, ridono, ma sanno che non sarà più quella di prima.

Giorgia nel film è un personaggio incredibile, bellissima. Ilary unica ma non sola. A circondarla nel film ci sono altre donne.

Angelo invece nel film non compare, gli unici uomini sono il tassista che rappresenta i sussurri di Roma (“Tutti in città lo sanno che a Totti je piacciono due cose, i maritozzi con la panna e le donne”) e il fabbro che scassina la porta della spa senza sapere perché.

Gli amici ci sono in una scena, seduti a tavola, Blasi brinda a chi le è stato vicino “nel periodo più diffic.. pazzo di tutta la mia vita”. Alza il calice di vino rosso. Famiglia, amici, Roma, tutto si divide, come il tifo nelle curve.

Ma Roma che sta zitta e poi urla, sapeva tutto. Aveva notato già chi stava da una parte chi dall’altra. Come quando mesi fa aveva visto in un tavolo prenotato per 14 a nome Rinaldi al Tartarughino, un ristorante in via Crescenzio all’angolo con piazza Cavour, arrivare Ilary Blasi con le sorelle Melory e Silvia, il cognato Ivan, gli amici Stefano, Daniele, Francesca e altri. C’era anche Bastian Müller. E Angelo Marrozzini con Giorgia.

Dalla parte di Totti, a prenderne le veci, c’è sempre stato Alex Nuccetelli, pr, body builder, portavoce ufficiale ed ex marito di Antonella Mosetti, che ha parlato spesso della separazione tra l’ex capitano e la conduttrice, tanto da aver ricevuto già una querela da parte di Blasi. Intercettato da Tag24, sul film ha dichiarato: “Sono sincero non l’ho visto attentamente tutto perché non ho riconosciuto la mia verità già all’inizio e mi è passata la voglia di proseguire. Spero che tra loro questi segnali di pace che ha lanciato lui nell’ultima intervista possano essere raccolti perché sarebbe importante. Poi che ti devo dire io posso anche parlar poco perché mi sono stati richiesti danni per 80 mila euro da Ilary Blasi, una persona alla quale comunque ho voluto bene”. Roma che dice e non dice, che dice troppo e fa finta di no.

Totti è stato sempre tutta Roma, lui dalla città non si è separato mai. Quel giro di campo l’ultimo giorno se l’è fatto con Roma e la famiglia ma la sera prima con gli amici. Tutto sommato andava bene così. Che a forza di parlare poi Roma si spazientisce, je vie’ la voce roca, prima lagna ma poi nun je dà retta più.

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La Roma Femminile è di nuovo Campione d’Italia

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Campionesse d’Italia

Siamo ancora campionesse d’Italia“. Queste sono state le parole pronunciate dalle ragazze della As Roma ieri sera, al culmine della sfida tra Inter e Juventus. La partita ha visto la vittoria delle nerazzurre, consegnando così alle giallorosse di mister Spugna la matematica certezza del loro secondo scudetto consecutivo.

Vittoria Matematica

La Roma si trova ora avanti con 11 punti di distacco rispetto alle bianconere. Questa è una distanza ormai insuperabile a tre gare dalla fine del campionato.

Rinvio della Festa Scudetto

Le giocatrici della Roma hanno seguito tutte insieme la partita ere sera ed hanno esultato al termine. C’è stato un rinvio della festa scudetto la scorsa settimana, dopo il pareggio 0 a 0 contro la Fiorentina.

Appuntamento al Tre Fontane

Domenica 5 ci sarà un appuntamento allo Stadio delle Tre Fontane alle 12.30. Qui si svolgerà la partita contro l’Inter, seguita dagli inevitabili festeggiamenti con le tifose e i tifosi.

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Fiumicino, I familiari della Sposa aggrediscono il capitano della barca

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Il rinvio a giudizio richiesto per la zia e le cugine della sposa

Un rinvio a giudizio è stato richiesto per la zia e le due cugine della sposa. Le tre donne sono accusate di rapina, estorsioni e lesioni. Si rifiutarono di pagare lo skipper e lo minacciarono intimando di non denunciare l’accaduto.

Addio al nubilato finito male

La serata incriminata, un addio al nubilato, è stata segnata da una violenta discussione e minacce. Secondo quanto riportato, l’accaduto è avvenuto a Fiumicino, il 21 luglio 2021. Secondo le testimonianze, la zia della sposa e le due sue cugine avrebbero aggredito lo skipper. Quest’ultimo aveva secondo le donne servito un cattivo pasto e rifiutato di fare un secondo giro al largo della costa di Fiumicino. Le tre donne avrebbero aggredito l’uomo con coltelli, bottiglie e cavatappi, minacciando anche di incendiare la sua imbarcazione nel caso avesse denunciato l’accaduto.

L’aggressione e le minacce

Secondo Il Corriere della Sera, l’episodio risale al 21 luglio 2021. Durante l’addio al nubilato, le amiche della sposa hanno organizzato un viaggio in barca a vela a Fiumicino, con cena inclusa. Tuttavia, la cena non era gradita dalle invitate e lo skipper aveva rifiutato di fare un secondo giro con la barca, come concordato durante la prenotazione. Quel che era iniziato come un semplice diverbio si è rapidamente trasformato in una violenta aggressione con cavatappi, bottiglie e coltelli. Le donne si sono rifiutate di pagare il conto e hanno chiesto il rimborso del denaro pagato. Inoltre, la zia della sposa ha minacciato gravemente lo skipper, affermando che avrebbe dato fuoco alla sua barca se lui avesse sporgenza denuncia.

La denuncia dello skipper e il processo

Lo skipper, spaventato dalle circostanze, ha restituito alle donne il denaro pagato attraverso un bonifico, sperando che con quella mossa l’incidente si concludesse. Le minacce, tuttavia, sono continuate, con la zia che cercava di persuaderlo a non denunciare l’accaduto. Ignorando le minacce, appena le donne se ne sono andate, lo skipper ha denunciato tutto alle forze dell’ordine. Ora, la zia e le cugine della sposa sono accusate di rapina, estorsione e lesioni. Rigettano le accuse, affermando che lo skipper non ha rispettato i termini del contratto economico. Il pubblico ministero ha chiesto per loro il rinvio a giudizio.Fonte

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Cronaca

Roma Centocelle, Aggressione a 93enne: le strappano gli orecchini dai lobi

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L’Aggressione e il Furto

Cronaca Roma – Un uomo ha seguito una donna di 93 anni fino a casa, l’ha aggredita e le ha strappato gli orecchini dai lobi. Nonostante lo shock dell’incidente, la coraggiosa donna è riuscita a far arrestare il suo assalitore, il quale è stato condannato a sei anni di carcere.

La Descrizione della scena

L’aggressore ha atteso che la signora uscisse dal supermercato e ha seguito la vittima a casa. Una volta giunto nell’atrio del palazzo, l’uomo l’ha aggredita e le ha strappato gli orecchini d’oro, del valore di 200 euro.

Condanna e Dettagli del Tribunale

L’uomo, un 40enne, è stato condannato a scontare sei anni di carcere con l’accusa di rapina. Nonostante la pena sia stata ridotta di tre anni grazie alla scelta del rito abbreviato, i giudici hanno ritenuto l’episodio eccessivamente grave, vista l’età avanzata della vittima.

Dettagli dell’Incidente

L’incidente è avvenuto il 28 agosto 2023. Con la città svuotata per le vacanze di Ferragosto e le strade quasi deserte per via del caldo estivo, l’aggressore ha approfittato per trovare la sua preda in zona Centocelle. Dopo aver individuato la 93enne per i suoi orecchini d’oro, l’ha pedinata fino a casa e ha iniziato l’aggressione.

Reazione della Vittima

Nonostante l’aggressione, la donna ha resistito, gridato per chiedere aiuto e, alla fine, è stata fortunatamente in grado di scacciarlo. Prima che fuggisse, però, l’aggressore è riuscito a rubare i suoi orecchini. A seguito dell’aggressione, la donna non ha riportato ferite permanenti e ha successivamente denunciato l’incidente ai carabinieri.

Risultato del Processo

Considerando i numerosi precedenti penali dell’uomo, tra cui altre rapine, i giudici hanno deciso di condannarlo a una pena di sei anni, nonostante la riduzione di tre anni offerta dal rito abbreviato. Fonte

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Calcio Roma

Progetto Stadio della Roma, Un bosco potrebbe bloccare tutto

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Possibile ostacolo alla costruzione dello Stadio della Roma

Cronaca Roma – Mentre le operazioni di carotaggio dell’As Roma sono a completamente ferme da due settimane, emerge la possibilità di un nuovo (grande) intralcio nel percorso di costruzione dello stadio della Roma. Nell’area di Pietralata, sono attualmente in corso delle verifiche per confermare l’effettiva presenza di un bosco, una questione che è stata molte volte sollevata dai comitati contrari al progetto. Se confermato, il bosco sarebbe vincolato da normative nazionali ed europee.

Un bosco a Pietralata

Il giornalista Alessio Di Francesco, della redazione di Radio Roma Sound 90 FM, ha divulgato la notizia il 24 aprile. I comitati che si oppongono all’avanzamento del progetto dello stadio da mesi, hanno richiesto un sopralluogo, probabilmente non l’unico. Sostengono che esista un’area boschiva lì, che di conseguenza dovrebbe essere protetta.

Il sopralluogo di Comune, As Roma e carabinieri

In risposta alle richieste ostinate, Roma Capitale ha deciso di inviare i propri tecnici, accompagnati da quelli dell’As Roma e dai carabinieri del nucleo operativo forestale. Il Comune ha affermato che “il piano territoriale paesaggistico regionale (Ptpr, ndr) non ha identificato nessun bosco nell’area meritevole di protezione, e quindi non esiste alcun vincolo paesaggistico ex lege”. Tuttavia, per cancellare ogni dubbio, l’amministrazione ha scelto di assecondare le richieste dei cittadini e andare a vedere con i propri occhi.

“Esiste un’area verde vincolata”

Il comitato Si al parco Si all’ospedale No allo stadio rivela: “Ad oggi noi non sappiamo nulla. C’è stato un sopralluogo, ma non siamo stati coinvolti. Probabilmente ne faranno un secondo. Secondo noi, esistono vincoli boschivi in base alla normativa vigente. Fino ad oggi il Comune non l’ha mai voluto riconoscere. Abbiamo segnalato più volte all’esistenza di quest’area, tutelata dalla legge italiana e dalla comunità europea, ed evidentemente abbiamo toccato un punto dolente, se hanno chiesto questo sopralluogo”.

“Il Comune continua a negare”

Per i contrari allo stadio, l’argomento del dipartimento di programmazione e attuazione urbanistica al piano paesaggistico regionale non reggerebbe: “Continuano a dire che per il Ptpr quel bosco non c’è. Ma la normativa prevede che, in caso di richieste da qualsiasi parte, si debba procedere alla verifica, cosa che avrebbero dovuto fare già al momento dell’indizione della conferenza dei servizi. Probabilmente qualcuno ha avuto dei dubbi, perché ad oggi non ci sono autorizzazioni per il taglio di alberi e ce lo hanno confermato gli uffici. Se si confermasse l’esistenza di un’area boscata, tutto ciò che è stato raccontato finora sull’inesistenza di un’area verde e la necessità di riqualificare un’area degradata verrebbe a decadere”.

L’intoppo dell’antica cisterna

Potrebbe essere necessario un secondo sopralluogo. Solo dopo un resoconto ufficiale, i proponenti (l’As Roma) e il Comune decideranno come proseguire. Questa non è la prima difficoltà che si presenta nel cammino di realizzazione dello stadio della Roma. Già settimane fa, la Soprintendenza ha richiesto la protezione di alcuni ritrovamenti archeologici, tra cui un’antica cisterna che si trova proprio nell’area dove dovrebbe sorgere lo stadio destinato ad accogliere i tifosi giallorossi.

Gli 800 alberi nell’area del progetto

Inoltre, a inizio marzo, il Comune ha rivelato una presenza di centinaia di alberi proprio nel luogo del progetto, in seguito ad una richiesta di accesso agli atti dei comitati anti-stadio. Si possono notare circa 800 cerchietti verdi e rossi, rappresentanti gli alberi identificati tramite “fotointerpretazione”, e quelli “classificati”, ovvero verificati senza ricorso alle immagini dall’alto. Secondo il Comune, almeno un’ottantina di questi dovrebbero essere abbattuti per le indagini archeologiche, in deroga al regolamento del verde che li tutela.

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Cronaca Roma – Padre riceve condanna a dieci anni di reclusione

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La scoperta degli abusi

Cronaca Roma – Il primo indizio emerse quando una bambina si presentò al pronto soccorso con diverse ferite sulle braccia e sul corpo. I medici, sospettando di abuso, chiamarono immediatamente la polizia. Gli ufficiali scoprirono, a seguito dei necessari inquirenti, una rete di abusi e maltrattamenti inflitti alla bambina.

Conferma delle accuse e condanna dell’aggressore

La Corte d’Appello di Roma ha condannato un uomo a dieci anni di carcere per aver maltrattato e abusato sessualmente della sua figlia di nove anni. Dopo che la sentenza è diventata definitiva, l’uomo è stato trasferito dal reparto di Medicina Protetta al carcere di Mammagialla.

Il terribile racconto della vittima

Secondo Il Messaggero, gli abusi sono avvenuti undici anni fa, nel 2013, quando la bambina aveva solo nove anni. Era stato il personale dell’ospedale a chiamare la polizia dopo aver notato le ferite sul corpo della piccola. Quando interrogata, la bambina rivelò alle forze dell’ordine chocche erano le crudeltà che suo padre le faceva subire. Le disse: “Mi frusta perché non sono brava”. Ma le crudeltà non terminavano qui.

Abusi sistematici e condanna definitiva dell’aggressore

Oltre a frustarla, il padre costringeva la bambina a scrivere ripetutamente “devo essere più brava”. La piccola rivelò anche che suo padre spesso la raggiungeva in doccia, toccandola inappropriatamente. Di conseguenza, le accuse nei confronti dell’uomo aumentarono, includendo non solo abusi in famiglia ma anche violenza sessuale aggravata dal vincolo di parentela. Durante il processo, le accuse della bambina furono confermate, emergendo un quadro di violenze e maltrattamenti sistematici inflitti alla bambina e alla sua famiglia, che vivevano nel terrore a causa dell’uomo.

Condanna definitiva dell’aggressore

Il 19 aprile, la condanna dell’uomo è diventata definitiva e dovrà scontare dieci anni di carcere.Fonte

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19enne accoltellato a Quarticciolo: stato grave, polizia alla ricerca degli aggressori

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Emergenza al Policlinico Casilino

Cronaca di Roma – Un velo di mistero avvolge lo scabroso episodio notturno che ha visto come protagonista un ragazzo di 19 anni. Il giovane, sottoposto ad un intervento chirurgico d’emergenza al Policlinico Casilino, si trova ora nel reparto di terapia intensiva dopo l’asportazione della milza. Le indagini sulla vicenda sono condotte dai carabinieri.

L’aggressione in viale Palmiro Togliatti

Secondo le ricostruzioni, il ragazzino era stato trovato in stato di incoscienza in viale Palmiro Togliatti, tra i lotti del Quarticciolo. A scoprirlo è stato un passante che ha immediatamente allertato il numero di emergenza 112. La violenza dell’aggressione traspariva chiaramente dal fatto che il ragazzo giaceva in una pozza di sangue, frutto di una letale coltellata al fianco. Dopo l’intervento chirurgico che gli ha asportato la milza alle prime luci dell’alba, la prognosi rimane riservata.

Le indagini dei Carabinieri

Alla scena del crimine sono intervenuti i carabinieri della stazione Alessandrina, che si stanno occupando delle indagini. Ancora ignote sia la causa dell’aggressione che l’identità del colpevole, che ha abbandonato la scena del reato lasciando la vittima riversa a terra.

La ricerca di testimoni e riprese video

I carabinieri stanno cercando di ricostruire l’esatta dinamica dell’accaduto, sia attraverso la ricerca di eventuali testimoni che tramite l’analisi delle riprese delle telecamere di sorveglianza. I dettagli del contesto e del momento in cui l’aggressione è avvenuta, cetramente di notte, sono ancora avvolti nel silenzio. Si ipotizza che ad agire sia stata una sola persona, probabilmente armata di coltello, che avrebbe agito di sorpresa e poi fatto perdere le sue tracce

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25 Aprile, atto vandalico a Roma: chi sarà stato a sporcare la lapide di Forte Bravetta

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Chi ha vandalizzato la lapide a Forte Bravetta?

Un grave atto di vandalismo di matrice è stato riscontrato alla lapide per i partigiani di Forte Bravetta. L’accaduto è stato prontamente denunciato dal presidente del XII Municipio e dall’Anpi, l’Associazione Partigiani che afferma: “I fascisti non cambiano mai”.

La denuncia del Municipio e dell’Anpi

Si tratta di un insulto alla memoria di chi ha combattuto per la libertà, quanto accaduto a Forte Bravetta a Roma, luogo di commemorazione delle vittime del nazifascismo. Una scritta offensiva è stata lasciata durante la notte con uno spray rosso. L’autore o gli autori sono riusciti a fuggire senza essere identificati e la scoperta ha avuto luogo questa mattina. Le persone che hanno segnalato l’accaduto sono Elio Tomassetti, presidente del Municipio Roma XII e Daniela Cirulli, presidente del circolo Anpi territoriale. I due infatti, hanno trovato la lapide imbrattata in occasione delle celebrazioni.

La reazione dell’Anpi

L’Anpi ha commentato l’accaduto dichiarando: “Inizia così il nostro 25 aprile. Questo gesto dimostra l’attualità della lotta antifascista oggi e offre un motivo in più per esserci, con le nostre corone in mano nei luoghi dove onoriamo i martiri della Resistenza. A partire dalle 12.30 di oggi, e fino a sera, ci troverete a Forte Bravetta”.

Le autorità competenti di Roma sono già al lavoro per rimuovere la scritta e per identificare i responsabili. La lapide imbrattata porta i nomi di 68 martiri, sia militari che partigiani, che appartenevano alla Resistenza romana e che furono imprigionati e trucidati nel periodo di occupazione della città, dopo l’8 settembre 1943 fino alla successiva liberazione.

Il Partito Democratico condanna l’atto vandalico

Il Partito Democratico ha denunciato l’episodio di vandalismo con parole di condanna: “Oggi, nel giorno in cui si celebra la Liberazione, ci ritroviamo a denunciare queste scritte vergognose sulla lapide del Forte Bravetta nel Municipio XII. Si tratta di un atto di vandalismo serio che non solo offende la memoria, ma rinnega la tragedia del fascismo e disprezza i martiri della Resistenza”.

Adesso resta da capire, come prima cosa, chi ha compiuto questo gesto. Seconda cosa, perché accollare subito a una parte politica un simile gesto, così privo di ogni logica e terza cosa, perché la scritta con la vernice rossa, colore non in uso negli estremisti di destra e soprattutto perché non mettere una sigla o un simbolo? Alla stupidità umana non c’è confine, però anche ai pregiudizi verso gli altri. Una preghiera ai caduti per la libertà.

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25 aprile, Insulti fra partigiani pro Palestina e partigiani pro Israele

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25 Aprile: tensione a Roma tra i gruppi Pro-Palestina e la Comunità Ebraica

Una tensione era palpabile a Roma a Porta San Paolo il 25 aprile. Da un lato, vi erano i gruppi di solidarietà alla Palestina della sinistra radicale e le sigle dei palestinesi in Italia, dall’altro lato, c’era la Comunità ebraica che si è riunita per posare una corona di fiori ai caduti della Brigata Ebraica.

Protesta in Piazza e Interventi delle Forze dell’Ordine

La piazza era già occupata dai manifestanti pro Palestina alle 7:00. Pochi minuti più tardi, la Comunità ebraica con le bandiere della Brigata Ebraica si è formata a Porta San Paolo. Immediatamente si sono riscaldato gli animi tra slogan contrapposti e insulti. Una grande formazione di forze dell’ordine ha lottato per mantenere separati i due gruppi, con notevole resistenza da parte del servizio d’ordine della Comunità. I manifestanti pro-Palestina hanno lanciato fumogeni, e i manifestanti pro Israele hanno reagito lanciando oggetti contundenti. Alcuni petardi sono stati anche esplosi.

Attacchi alle Forze dell’Ordine e ai Giornalisti

L’Ansa segnala che alcuni membri del servizio d’ordine della Comunità ebraica hanno lanciato pietre contro i giornalisti presenti. Due giornalisti sono rimasti lievemente feriti e in diverse occasioni ci sono stati tentativi di violare il cordone di poliziotti in tenuta antisommossa, che infine hanno dovuto allontanare i manifestanti dalla piazza prima dell’inizio della manifestazione ufficiale dell’Anpi. Anche i manifestanti pro Palestina hanno lasciato la piazza per formare una processione non autorizzata al Circo Massimo. Un grande schieramento di forze dell’ordine continua a monitorare i due gruppi.

Gli Slogan dei Manifestanti e le Accuse di Fascismo

I manifestanti di sinistra hanno cantato slogan come “Israele fascista, stato terrorista”, mentre dall’altro lato si cantava l’Inno d’Italia. Queste tensioni erano state ampiamente previste nei giorni precedenti attraverso un comunicato firmato da partiti e gruppi di estrema sinistra. Nel comunicato si legge: “Continuiamo la nostra lotta per chiedere lo stop al genocidio del popolo palestinese, che continua a resistere alle barbarie portate avanti da Israele e dell’imperialismo occidentale. Tutto accade con la collaborazione del nostro governo, che continua a schierarsi dalla parte del sionismo e che si dimostra sempre più a destra, con anche la collaborazione delle finte opposizioni”.

La Manifestazione dell’Anpi e le parole di Riccardo Pacifici

Riccardo Pacifici, vicepresidente della European Jewish Association e precedentemente presidente della Comunità ebraica di Roma, ha minimizzato gli eventi. Ha affermato: “Anche questa mattina abbiamo deposto una corona a Porta San Paolo. Si è creata tensione perché alcuni gruppi arabi e pro Palestina, in modo provocatorio, hanno detto che ci avrebbero cacciato dalla piazza. Hanno tentato di umiliarci. Ora la nostra manifestazione è stata sciolta in rispetto alle forze dell’ordine perché si era creata una certa tensione. Oggetti lanciati? Solo un sasso e una scatola di piselli”.

Infine, la manifestazione dell’Anpi: il palco dell’Anpi è previsto per le 9:00, con interventi delle autorità e delle associazioni partigiane e dei deportati. La Brigata Ebraica non parteciperà ai successivi eventi, ma terrà un’iniziativa al Museo della Liberazione di via Tasso come negli anni precedenti. L’Associazione Partigiani ha più volte invitato alla calma e a evitare tensioni nei giorni precedenti. Tuttavia, gli eventi si sono svolti come previsto. Anche il manifesto dell’Anpi raffigura i partigiani a portare le bandiere della pace e richiede un cessate il fuoco. Fonte

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Cronaca

Cristiano Iovino Picchiato, è anche testimone nel processo Totti-Blasi

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Mistero sull’aggressione al personal trainer Cristiano Iovino

Cronaca – L’aggressione subita da qualche sconosciuto giunto tramite un van, è ancora avvolta dal mistero. Il brutto episodio è accaduto la notte tra domenica e lunedì allo personal trainer Cristiano Iovino, di 37 anni. Iovino si è trovato al centro dei riflettori recentemente per il suo presunto coinvolgimento nella separazione tra l’ex calciatore Francesco Totti e la showgirl Ilary Blasi.

Iovino vittima di un attacco, coinvolto nella separazione Totti-Blasi

Iovino, che ha residenza tra Roma e Milano, non ha esitato a rilasciare diverse interviste, commentando su un presunto flirt con Ilary Blasi. Il suo nome è anche tra i testimoni della causa di separazione tra l’ex capitano della squadra di calcio Roma e la nota showgirl.

L’aggressione avvenuta a Milano

Stando a quanto è stato riferito, l’aggressione al personal trainer è avvenuta alle 3:30 in via Marco Ulpio Traiano, periferia di Milano. Iovino stava tornando a casa quando è stato circondato da un gruppo di 5-6 uomini scesi da un van, che lo hanno picchiato selvaggiamente.

Soccorso e attende le indagini

A quanto pare, Iovino non avrebbe ancora sporto denuncia. È stato soccorso dal personale del 118 e medicato sul posto. Sono intervenuti anche i carabinieri.

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Regione Lazio Maternità Fragile: 5mila euro per nuovi nati esclusi chi vive in campi rom e occupazioni

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‘Maternità Fragile’: L’iniziativa della Regione Lazio

La Regione Lazio ha emesso recentemente un bando chiamato “Maternità Fragile”. Questo progetto è stato dedicato a fornire supporto a 318 donne che si preparano a diventare madri nel 2024.

Le Parole di Michela Cicculli

Nelle parole di Cicculli, “Le esigenze delle fasce più fragili devono essere l’unica priorità”. Quindi, secondo la sua prospettiva, ben lungi dall’essere un passo avanti, il bando fallisce nel riconoscere e soddisfare adeguatamente le necessità fondamentali delle parti più vulnerabili della società. Fonte

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